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      SOMMARIO
        
 1. La RdB proclama lo stato d’agitazione nazionale dei precari dei beni culturali Rilanciamo
        l’iniziativa per l’assunzione definitiva dei precari NO
          alle aperture straordinarie del 1°maggio Sciopero
          dei precari a Firenze  domenica
          2 maggio Sono
        anni, quattro, cinque, sei, in alcuni casi anche dodici, che il
        Ministero Beni e Attività Culturali utilizza poco più di duemila
        precari.  Il loro futuro è
        precario come il loro contratto di lavoro. Dopo
        tanti anni, invece di vedere all’orizzonte qualche prospettiva,
        sembrano allontanarsi le possibilità d’assunzione grazie
        all’introduzione di una normativa sempre più favorevole a forme di
        contratti precari, sempre più flessibili e con meno diritti e garanzie. L’introduzione
        nel contesto produttivo di lavoratori precari altamente ricattabili
        ricade negativamente anche sul personale a tempo indeterminato. Infatti
        i precari sono spesso costretti ad accettare ritmi e carichi di lavoro,
        permettendo ai dirigenti la creazione di pericolose dinamiche di
        competizione tra lavoratori. E'
        cosa nota la volontà del ministro Urbani di privatizzare i musei (e si
        cominciano a vedere i primi effetti, Fondazioni e Nuovo Codice); un
        progetto che il governo sta realizzando e che lancia inquietanti ombre
        sul futuro del nostro patrimonio artistico e culturale e, di
        conseguenza, dei lavoratori, primi tra tutti i precari, i quali hanno
        visto, in questi ultimi anni, naufragare tutte le promesse diffuse ad
        arte sulla loro stabilizzazione. Alle
        tante rassicurazioni del ministro Urbani, seguite dalle chiacchiere
        altrettanto rassicuranti di Cgil, Cisl, Uil, abbiamo visto realizzarsi
        solo la proroga di un anno del contratto di lavoro che scadrà il
        prossimo 31 dicembre.  Così
        il Ministro pensa di poter fare le nozze con i fichi secchi e annuncia,
        con toni trionfalistici, le aperture straordinarie dei musei, a dir la
        verità, ridotte alla apertura al pubblico dei monumenti nella storica
        giornata del primo maggio, occasione di propaganda per il Ministero,
        puntualmente sostenuta dai sindacati concertativi, utile a dimostrare la
        “straordinaria” offerta culturale italiana destinata al pubblico
        visitatore. Tra l’altro si firmano, con l’occasione, (ad eccezione
        della RdB) gli accordi per l’introduzione di figure atipiche nei beni
        culturali come i “volontari del servizio civile” utilizzati in
        attività lavorative a 400 euro mensili! Contro
        tutto questo la RdB proclama
        lo stato d’agitazione nazionale dei Musei, Gallerie, aree
        archeologiche, biblioteche e archivi ed invita i lavoratori a non 
        aderire al progetto d’apertura previsto per il 1° maggio. Giornata
        del 1° maggio che invece la RdB propone di festeggiare con la
        mobilitazione, partecipando alla grande manifestazione nazionale di
        Milano “Contro il precariato”.  Per
        la RdB (che non ha mai firmato i progetti straordinari) è
        inaccettabile la scelta del Ministero, avallata dai sindacati
        concertativi firmatari dell’accordo, di annullare la storica
        giornata del 1° maggio giustificandola con argomenti a favore
        dell’utenza, spingendo parte del personale a fornire una prestazione
        straordinaria per un giorno senza neanche il diritto al riposo
        compensativo!! Inoltre
        va sottolineato come, ogni anno, la firma a questi progetti viene
        sovente utilizzata come contropartita dai sindacati Cgil, Cisl, Uil per
        ottenere (o dire di aver ottenuto) delle cose favorevoli per i
        lavoratori: puntualmente però fanno marcia indietro e firmano gli
        accordi senza ottenere nulla in cambio!! La
        vertenza dei precari ne è l’esempio più clamoroso: sembrava
        fossero partiti, anni or sono, con intenzioni “bellicose” ed ogni
        volta la sacrificano per “senso di responsabilità”!! LA
        RdB INVECE PROSEGUE  COERENTEMENTE
        NELLA  BATTAGLIA PER I
        DIRITTI E PER L’ASSUNZIONE DEFINITIVA organizzando una serie di
        iniziative, assemblee, manifestazioni, scioperi articolati sul
        territorio per giungere ad un grande sciopero generale dei precari per
        fine maggio!! 2. Sciopero dei precari dei Beni Culturali di Firenze. MUSEI
        CHIUSI A FIRENZE DOMENICA 2 MAGGIO La
        RdB proclama lo sciopero per l’intera giornata dei precari del Polo
        Museale Fiorentino. Sarà
        un week end “nero” per la cultura a Firenze i prossimi sabato e
        domenica 1 e 2 maggio. Infatti  i
        lavoratori precari dei Musei statali, in servizio presso il Polo Museale
        Fiorentino, incroceranno le braccia per l’intera giornata di domenica
        e annunciano di non aderire alle aperture straordinarie di Musei,
        Gallerie e aree archeologiche previste per il 1° maggio. I
        motivi della protesta consistono nella richiesta di assunzione a tempo
        indeterminato dei precari, addetti tecnici alla vigilanza e assistenti
        tecnici museali, utilizzati dal Ministero Beni e Attività Culturali e
        che attualmente lavorano con contratto a tempo determinato con scadenza
        fino al 31 dicembre di quest’anno. Senza
        di loro gran parte dei musei statali, gallerie, aree archeologiche
        chiuderebbero al pubblico o sarebbero  costretti a ridurre drasticamente gli orari di apertura.
        Infatti dopo il 31 dicembre 2004, scaduto il contratto dei 2200
        lavoratori precari, si verificherà la chiusura totale o parziale dei più
        prestigiosi monumenti nazionali quali gli Uffizi, Pompei, la Galleria
        Borghese, il Foro Romano, il Colosseo. Il
        Ministro Urbani da un lato ha più volte dichiarato di essere favorevole
        alla stabilizzazione dei lavoratori precari, dall' altro, in realtà, 
        si è impegnato a realizzare quello che lo interessava veramente:
        privatizzare i Musei e svendere il Patrimonio Storico Artistico. 
        Il nuovo Codice, che entrerà in vigore proprio il primo maggio,
        sancisce questo processo attraverso una visione mercantile dei beni
        culturali che ormai si potranno alienare o affidare alle fondazioni di
        gestione.  I
        Sindacati concertativi Cgil, Cisl, Uil in questi anni si sono affannati
        a dire che non bisognava disturbare il Ministro con stati di agitazione
        e scioperi e che, infine, avrebbe vinto la loro linea, la concertazione,
        creando anche delle aspettative tra il personale precario. Oggi la loro
        credibilità è scesa notevolmente perché i lavoratori hanno constatato
        l’ambiguità di chi “predica bene e razzola male”, firmando
        accordi sul volontariato, per esempio, che puntano a sostituire i
        lavoratori con figure atipiche o che incentivano la precarietà come i
        contratti d’inserimento o, ancora, favorendo l’applicazione della
        Legge 30 nel Pubblico Impiego. Lo
        sciopero del 2 maggio a Firenze è solo l’inizio di un percorso di
        lotta che deve sancire una volta per tutte la definitiva assunzione dei
        nostri precari nei ruoli del Ministero Beni e Attività Culturali. Sono
        in programma una manifestazione a Roma sotto al Ministero per incontrare
        il Ministro e, ancora, ulteriori azioni di sciopero articolate nel
        territorio. SE
        NON ORA, QUANDO? 3.
        Il Primo Maggio non si lavora! La
        Prima Giornata del Maggio è sempre una scadenza di conflitto, di
        rivendicazioni, di libertà, di far festa. Oggi
        gridiamo ancora: fuori dalla guerra, fuori dall’IRAQ,  Subito! Nei
        Beni Culturali vengono sbandierate festose le aperture straordinarie di
        Musei, Gallerie, Aree archeologiche, anche grazie all’utilizzo
        massiccio di precari.  La
        giornata di lavoro non prevede neanche il riposo compensativo. 
 MANIFESTAZIONE
        NAZIONALE Domenica
        2 maggio sciopero a Firenze dei lavoratori precari del Polo Museale.
        E’ prevista una manifestazione in mattinata. 4.
        COMMISSIONE PARITETICA
        PER L’ORDINAMENTO NEI MINISTERI.
        SISTEMA
        EFFICACE O COMPATIBILITA’ ECONOMICA  Questa
        mattina si è consumata presso l’Aran la seconda puntata dei lavori
        della Commissione Paritetica per l’ordinamento professionale nel
        comparto ministeri. L’Aran
        ha esordito chiedendo agli altri sindacati di esprimersi in merito alla
        proposta avanzata dalla RdB la scorsa volta sulla necessità di chiudere
        bene e in fretta i lavori della Commissione e recepirli in un accordo
        immediatamente esigibile. Le altre sigle si sono espresse per la piena
        condivisione della proposta RdB. L’ordine
        del giorno prevedeva la discussione sull’accesso dall’esterno nel
        nuovo modello di ordinamento professionale, tenendo a mente le modifiche
        apportate nei contratti Agenzie Fiscali e Presidenza del Consiglio. Inevitabilmente
        si è discusso dell’impianto complessivo del sistema classificatorio e
        altrettanto inevitabilmente abbiamo fatto emergere l’incongruenza
        delle tre aree che a questo punto diventano soltanto barriere
        “insormontabili” per i passaggi di livello. La RdB ha ipotizzato
        un’unica area di inquadramento professionale che consenta la
        progressione di carriera agganciata all’esperienza professionale. Le
        altre sigle presenti al tavolo non hanno proposto alcunché di
        risolutivo per la drammatica situazione delle riqualificazioni in atto
        nel comparto, anzi in molti hanno proposto l’introduzione di una
        ulteriore area. Quando
        l’Aran ha introdotto il concetto delle compatibilità economiche e di
        come, quindi, qualsiasi soluzione trovata debba essere a costo zero, la
        sola delegazione RdB è insorta accusando l’Aran di voler rendere
        inefficace qualsiasi soluzione. E’
        infatti assurdo continuare a parlare di costo zero quando le
        Amministrazioni hanno portato a casa l’utilizzo flessibile dei propri
        dipendenti già con il contratto 1998-2001, disinteressandosi
        completamente dei passaggi di livello (peraltro insufficienti) previsti
        e finanziati con i soldi degli stessi lavoratori. Se
        la proposta di un nuovo ordinamento professionale deve essere solo volta
        ad ottenere la massima flessibilità nell’impiego dei lavoratori senza
        alcun riconoscimento della maggiore professionalità acquisita e con i
        costi tutti a carico del personale, la proposta della RdB non può che
        essere un ritorno al vecchio sistema dei profili professionali
        “rigidi” in cui al lavoratore vengono attribuiti le mansioni proprie
        del profilo per il quale è pagato, mansioni alle quali si dovrà
        attenere senza alcuna possibilità da parte delle Amministrazioni di
        richiedere prestazioni superiori o inferiori alla qualifica stipendiale
        del dipendente. L’alternativa
        per noi non può che essere un maggiore investimento del governo nella
        pubblica amministrazione, una sua riqualificazione e il riconoscimento
        della dignità dei suoi dipendenti.  | 
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