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                   I
                  “processi” di riforma della Pubblica Amministrazione
                  ,di questi ultimi anni, hanno operato avente un unico fine:
                  quello di smantellare la sua stessa struttura e la sua stessa
                  funzione sociale. Questo ha determinato anche il peggioramento
                  delle condizioni di lavoro, di salario, dei diritti e delle
                  tutele compromettendo la dignità dei lavoratori del Pubblico
                  Impiego.
                  
                   
                  Il
                  Ministero per i Beni e le Attività Culturali è ben inserito
                  in questo quadro come testimonia la ristrutturazione che è
                  stata operata con il nuovo assetto organizzativo e il Codice
                  dei Beni Culturali, senza dimenticare 
                  la modifica del Titolo V della Costituzione e 
                  il neo progetto governativo di devolution.
                  
                   
                  Ø      
                  La
                  privatizzazione e l’esternalizzazioni dei servizi
                  sono processi che vanno di pari passo con la ristrutturazione
                  del Ministero: la creazione delle Fondazioni e il nuovo Codice
                  dei Beni Culturali danno la possibilità ai privati di trarre
                  profitto dalla gestione del patrimonio culturale e di
                  acquisire quel patrimonio non dichiarato esplicitamente 
                  di interesse culturale. La RdB è da sempre contraria
                  alla svendita del patrimonio pubblico, perché patrimonio di
                  tutti, ed inoltre vede nella trasformazione del contratto, da
                  pubblico a privato, dei lavoratori dei beni culturali che
                  passeranno alle dipendenze delle Fondazioni un grave attacco
                  ai diritti e alle tutele in termini di mobilità, esuberi del
                  personale, restrizioni delle garanzie e dei diritti sindacali.
                  
                   
                  Ø      
                  Sulla
                  creazione del “ tavolo di contrattazione regionale”
                  in relazione al nuovo assetto organizzativo del Ministero, che 
                  ha tra le sue competenze “i criteri generali di
                  distribuzione del personale fra gli istituti dipendenti”, ribadiamo
                  la frammentazione di indirizzo fra i Direttori Regionali che
                  operano in maniera differente da regione a regione. Il livello
                  regionale di fatto svuota di ulteriori contenuti il tavolo
                  locale ed interviene pesantemente sull’organizzazione del
                  lavoro del singolo istituto locale introducendo un ulteriore
                  livello di contrattazione che esclude di fatto i delegati RSU.
                  
                   
                  Ø      
                  Sui
                  percorsi di riqualificazione
                  bisogna ribadire che il Contratto Integrativo, non
                  sottoscritto dalla RdB, in questo ultimo anno e mezzo ha
                  costretto i lavoratori a sostenere veri e propri esami,
                  nonostante svolgessero da anni mansioni e professionalità mai
                  riconosciute che hanno permesso la normale funzionalità
                  dell’Amministrazione e 
                  garantito l’apertura degli Istituti. A tutt’oggi
                  tali percorsi sono di fatto bloccati dimostrando così il
                  fallimento dell’impianto contrattuale. La RdB non ritiene
                  sufficienti le graduatorie aperte per 2 anni e
                  l’assorbimento degli idonei ma richiede l’abolizione
                  della figura del “non idoneo” e l’immediato
                  passaggio di un livello per tutti i lavoratori.
                  
                   
                  Ø      
                  Sulla
                  questione del precariato,
                  che comprende tutti quei lavoratori assunti con tipologie di
                  lavoro a tempo determinato e/o parziale che hanno, quindi, un
                  contratto di lavoro precario con l’unico scopo di
                  “colmare” la vacanza organica che si è venuta a
                  determinare  con il blocco ultradecennale delle assunzioni.
                  
                   
                  In
                  merito a quanto previsto nella 
                  Legge Finanziaria della riduzione
                  della spesa “almeno del 5%” del personale delle
                  Amministrazioni Pubbliche, il Ministero ha attivato un tavolo
                  di contrattazione per la rideterminazione delle piante
                  organiche. Anticipiamo fin da ora che la RdB sosterrà in
                  quella sede le richieste di stabilizzazione dei rapporti di
                  lavoro precario e una dotazione organica che tenga conto del
                  passaggio di livello per tutti i lavoratori.
                  
                  
                  
                   
                  Ø      
                  Sul Fondo
                  Unico di Amministrazione e distribuzione del salario
                  accessorio rilanciamo
                  le nostre rivendicazioni :
                  
                   
                  1.      
                  i progetti di apertura quotidiana prolungata e
                  produttività ed efficienza devono entrare a far parte
                  dell’Indennità di Amministrazione garantendo la certezza ed
                  la stabilità dei pagamenti.
                  
                   
                  2.      
                  Tutti gli altri progetti,fatte salve le quote per il
                  pagamento degli istituti contrattuali (es. turnazioni), vanno
                  aboliti e le relative risorse vanno corrisposte nell’anno,
                  in forma stabile e continuativa come 14^
                  mensilità. 
                  
                  
                  
                   
                  Sottraendo
                  così tali risorse ad una gestione falsamente meritocratica
                  che invece alimenta solo clientelismo e divisione tra i
                  lavoratori.
                  
                  
                  
                   
                  Roma,
                  4 aprile 2005 
                  
                   
                  Federazione
                  RdB Pubblico Impiego
                  
                  
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