A proposito di firme

Assistiamo puntualmente, ad ogni accordo firmato, alla, peraltro non richiesta,   ‘giustificazione’, che si è firmato per senso di responsabilità. Quasi a scusarsi di qualcosa.

Ed in effetti c’è di che scusarsi.

Si firmano pessimi accordi e poi si invoca il senso di responsabilità.

Tutti i contratti del Pubblico Impiego degli ultimi anni sono stati contratti a perdere, ma si è firmato per ‘senso di responsabilità’.

Compito primario del Sindacato sarebbe di trattare le migliori condizioni possibili per il personale e non di firmare per senso di responsabilità.

Sarebbe anche quello di  imporre all’Amministrazione lo svolgimento delle trattative nei tempi dovuti e non a metà anno inoltrato, con il risultato che ognuno può invocare la ristrettezza dei tempi e firmare accordi discutibili. Evidentemente ciò fa comodo a tutti, ed alcuni Sindacati  sfoderano la loro forza di pressione e la loro ‘creatività’ solo in ‘certi’ casi: vedi il miracolo degli undici idonei.

Siamo d’accordo invece sul fatto che l’assunzione di responsabilità comporta anche rispondere di ciò che si è firmato. E le OO.SS. che hanno firmato il pessimo contratto sui passaggi nelle aree, che hanno fatto passare ‘non meglio identificabili’ istituti come il ‘curriculum’ (siamo l’unica Amministrazione ad averlo reso determinante ai fini dei passaggi, non controllabile a fini dell’assegnazione del punteggio, non attribuibile nei punteggi intermedi ecc.). dovrebbero quantomeno chiedere scusa al personale e non invocare vaghe motivazioni pretestuose a danno avvenuto.

Siamo d’accordo soprattutto  sulla responsabilità, a monte, delle sigle che hanno firmato i contratti nazionali che hanno ridotto una legittima rivendicazione della professionalità acquisita, da realizzare con il semplice riconoscimento della stessa, a veri e propri concorsi, con un numero esiguo di vincitori. Bisogna dire invece,  a chiare lettere, che tutto il personale dello Stato è fermo da venti anni, si è fatto carico della propria formazione sul campo, ed è ora di parlare di nuovo ordinamento professionale.

In chiusura ricordiamo ai colleghi che non è la firma che ‘elargisce’  il salario accessorio: queste somme sono già dei lavoratori.

 

Roma, 26 luglio 2002                                         RdB Corte dei conti