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      Agli  organi di stampa                               
      ai lavoratori
      dell’arsenale    L’incontro,
      in Arsenale, con il nuovo Capo di Stato Maggiore della Marina Militare,
      Amm. Biraghi, che, come di prammatica, all’assunzione del prestigioso
      incarico sta facendo un giro degli arsenali non può essere preso a
      pretesto per lanciare allarmi sulla condizione dello stabilimento
      tarantino, specie da parte di chi fino all’altro ieri ha garantito ai
      lavoratori che avrebbe “governato i processi” tacciando di
      sconsideratezza coloro che, come noi, da sei anni conducono una lotta
      contro la ristrutturazione in modo trasparente e senza tentennamenti. Non
      può, dicevamo, perché è impossibile dimenticare d’un tratto che, ad
      esempio, in occasione di una recente e riuscita manifestazione unitaria
      invitava i propri aderenti e le proprie RSU a non parteciparvi operando,
      di fatto, una rottura del fronte sindacale in un momento estremamente
      delicato.  Perché
      oggi si dà una valenza eccezionale ad un incontro di ordinaria
      amministrazione che “preoccupa”? Perché
      il distinguo a tutti i costi? Perché
      volersi investire del ruolo inconsueto di chi sprona gli altri ad una
      “stagione di aspra conflittualità”? Noi
      speriamo che in tutto ciò non c’entri, come spesso accade,
      l’approssimarsi delle scadenze elettorali e che, finalmente, la si
      smetta di utilizzare la vertenza Arsenale come un autobus da cui salire e
      scendere a piacere! Parliamo
      di migliaia di lavoratori, di famiglie che meritano quel rispetto e quella
      considerazione dovuta a coloro che continuano a lavorare al meglio per il
      bene dell’Arsenale e in definitiva dell’intera città in una
      condizione di precarietà ed insicurezza del futuro che genera una
      pressione psicologica senza precedenti. Pertanto,
      partendo dalla consapevolezza che nulla di nuovo è accaduto e che, col
      trascorrere dei mesi sta maturando l’epilogo scontato che abbiamo
      denunciato in tempi non sospetti, ricordiamo, a noi stessi per primi, che
      abbiamo un obbligo di coerenza che ci deve condurre a sostenere e
      praticare quanto già tracciato e recepito dai lavoratori in decine di
      occasioni, ultima in ordine di tempo l’assemblea generale del 18
      dicembre 2003, evitando personalismi fuori luogo che lasciano il tempo che
      trovano e che minano alla base la continuazione di un percorso unitario
      che, siamo convinti, può essere l’unica strada che conduce ad una
      felice risoluzione della vertenza stessa. Ci siamo spesi in questa
      direzione e continuiamo a non immaginare nessun’altra possibilità che
      quella di un fronte unitario delle rappresentanze sindacali con un comune
      intento, con pari dignità, senza caricare la vertenza di significati
      altri e diversi che non siano la pura e semplice difesa di ogni posto di
      lavoro, altre scorciatoie ci vedranno indisponibili e attenti a
      smascherare comportamenti contrari agli interessi dei lavoratori. p/ coordinamento Aziendale RdB Arsenale. Luigi Pulpito 
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