| 
                   
                  
                   Cambiano i 
                  governi ma non le scelte nei confronti del sistema 
                  previdenziale pubblico. Non serve difendere l’esistente: con 
                  la RdB/CUB per battere Governo,Confindustria e il liberismo 
                  che è anche alla base delle scelte di Cgil-Cisl-Uil. 
                  
                  La 
                  previdenza pubblica in atto prima della riforma Amato 
                  
                  
                   la 
                  legge 30 aprile 1969, n. 153, 
                  i principi stabiliti possono così sintetizzarsi: 
                  
                    - 
                    -abbandono 
                    di ogni residua forma di capitalizzazione;
 
                    - 
                    
                    -perfezionamento della formula retributiva per il calcolo 
                    della pensione, sia attraverso l’aumento del rapporto 
                    pensione e retribuzione, che a partire dal 1976 è passato 
                    all’80 per cento, sia attraverso il miglioramento dei 
                    criteri di determinazione della retribuzione pensiona-bile, 
                    erogazione della pen-sione sociale ai cittadini 
                    ultra-sessantacinquenni, sprovvisti di tutela pensionistica 
                    e reddito;
 
                    - 
                    
                    -istituzione della pensione di anzianità per coloro che 
                    avevano trentacinque anni di contribuzione,
 
                    - 
                    
                    -perequazione automatica delle pensioni con rivalu-tazione 
                    in base all’indice dei prezzi al consumo, dal 1975 è stato 
                    introdotto anche l’aggancio automatico alla dinamica 
                    salariale. Questo doppio aggancio ha permesso una tutela 
                    effettiva del valore reale delle pensioni tra il 1975 ed il 
                    1992, dopo di che l’aggancio automatico alla dinamica 
                    salariale è stato soppresso.
 
                   
                  
                  La riforma 
                  Amato 
                  
                  decreto 
                  legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, interviene sia per 
                  contenere il numero che l’importo delle pensioni: 
                  
                    - 
                     Per 
                    contenere il numero vengono bloccate le pensioni di 
                    anzianità e innalzata l'età pensionabile fissata a 60 e 55 
                    anni a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne; viene 
                    aumentato il requisito minimo contributivo da 15 a 20 anni 
                    per avere diritto alla pensione di vecchiaia 
                    
 
                    - 
                    Per 
                    ridurre l’importo 
                    delle pensioni viene abolita l’indicizzazione delle pensioni 
                    ai salari;  allungato da 5 a 10 anni il periodo di 
                    riferimento per la definizione della retribuzione utile per 
                    il calcolo della pensione, 
                    il mancato adeguamento delle pensioni alla dinamica dei 
                    prezzi e delle retribuzioni determina ogni anno una 
                    decurtazione delle pensioni in pagamento di circa il 2%.
 
                    - 
                    
                    L'armonizzazione della normativa tra pubblico 
                    e privato.
 
                    - 
                    "Sconti" 
                    sull'età pensionabile in favore di chi è impegnato in 
                    attività lavorative usuranti. I lavoratori, prevalentemente 
                    occupati nelle attività particolarmente usuranti, 
                    
 
                   
                  
                  ·       
                  La modifica 
                  dell'integrazione al trattamento minimo: il diritto al 
                  "minimo" è legato, oltre che al reddito personale del 
                  richiedente, anche al reddito del coniuge.  
                  
                  La riforma Amato/cgil-cisl-uil, attraverso 
                  questi interventi, ha tagliato i trattamenti pensionistici 
                  attesi al 2005 di circa 400.000 mdi di lire (206,58 mdi di 
                  euro).  
                  
                  Inoltre la riforma Amato non ha compiutamente 
                  realizzato la separazione della spesa assistenziale da quella 
                  previdenziale per cui continuano a gravare sul fondo pensioni 
                  oneri che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale, 
                  nessuna lotta all’evasione contributiva e favorito l’elusione 
                  contributiva (salario esente da contribuzione, soci 
                  cooperative, lavoro atipico, ecc.) tutti elementi che 
                  continuano a incidere negativamente sulle entrate dell’Inps. 
                  La riforma Dini legge 8 
                  agosto 1995, n. 335
                  
                  prevede 
                  l’obiettivo della stabilizzazione della spesa pensionistica 
                  nel rapporto con il prodotto interno lordo con verifiche 
                  periodiche sugli effetti dei “risparmi “ decisi e ha gettato 
                  le basi della riforma strutturale del sistema pensionistico, 
                  con il passaggio dal calcolo della pensione con il metodo 
                  retributivo a quello contributivo.
                   
                  Il 
                  sistema contributivo è un 
                  criterio di calcolo delle pensioni che assume come base il 
                  totale dei contributi accreditati durante la vita lavorativa e 
                  rivalutati ogni anno sulla base del tasso di crescita medio 
                  del PIL negli ultimi 5 anni. Si applica ai lavoratori che 
                  iniziano a lavorare dal 1996, mentre per i lavoratori che 
                  avevano più di 18 anni di contributi nel 1995 viene confermato 
                  il sistema retributivo, agli altri il sistema
                  contributivo si applica pro 
                  rata. 
                  
                  ·       
                  
                   Per chi ha iniziato da pochi anni il lavoro le 
                  pensioni che verranno percepite dopo 40 anni di attività e al 
                  compimento del 65° anno di età oscilleranno tra il 40% e il 
                  45% delle retribuzioni dell’ultimo periodo lavorativo 
                  
                  ·       
                  
                  Il diritto alla pensione contributiva matura 
                  con appena 5 anni di versamenti con la flessibilità dell’età 
                  pensionabile, scelta dall’assicurato in una fascia che oscilla 
                  tra i 57 e i 65 anni. I rendimenti previsti in base alla età 
                  di pensionamento sono rivisti 
                  ogni 10 anni in relazione alla aspettativa di vita media al 
                  momento della pensione 
                  
                  ·       
                  
                  
                  Sono previsti anche incentivi a rimanere al 
                  lavoro: la pensione «piena» è fissata a quota 65 anni, un 
                  premio è previsto per chi lavora fino ai 67 anni. Non ci sarà 
                  più distinzione di età pensionabile tra uomini e donne: per 
                  tutti vale la fascia pensionabile 57-67 anni. La donna può 
                  però avvalersi di periodi di abbuono sull'età pensionabile a 
                  seconda del numero dei figli. 
                  
                  ·       
                  
                  
                  Abolizione delle pensioni di anzianità ecc.Nascono 
                  inoltre le cosiddette "finestre d'uscita", cioè le uscite 
                  programmate per la pensione di anzianità con la 
                  graduale abolizione delle pensioni di anzianità, entro il 
                  2008. 
                  
                  ·       
                  
                  L’istituzione presso l’INPS di una apposita 
                  gestione previdenziale autonoma (la cosiddetta "gestione 
                  separata") a 
                  cui sono obbligatoriamente iscritti i lavoratori autonomi 
                  privi di una tutela previdenziale e i lavoratori 
                  "indipendenti" soggetti alla ritenuta d’acconto. 
                  
                  ·       
                  Regole più 
                  favorevoli per il pensionamento in favore di chi è impegnato 
                  in attività lavorative usuranti: è possibile usufruire di 
                  questo "bonus" non solo per "accorciare" l'eta' fissata per la 
                  pensione di vecchiaia (come previsto dalla riforma Amato), ma 
                  anche per ridurre il numero di anni di versamento richiesti 
                  per questa prestazione (20 anni) o per il requisito anagrafico 
                  richiesto per l'accesso alla pensione di anzianità, in 
                  aggiunta a quello contributivo dei 35 anni di versamento.
                   
                  
                  ·       
                  
                  
                  L'estensione del Tfr anche ai dipendenti 
                  pubblici, estensione necessaria per finanziare anche nel 
                  comparto pubblico la previdenza integrativa. 
                  
                  ·       
                  
                  
                  Le pensioni di invalidità e reversibilità si 
                  riducono in presenza di altri redditi. 
                  
                  ·       
                  
                  
                   Le norme che disciplinano le pensioni ai 
                  superstiti Inps, si estendono anche nel pubblico impiego.
                   
                  
                  ·       
                  
                  La legge prevede l’attivazione dei fondi 
                  pensionistici chiusi istituiti con i contratti nazionali di 
                  lavoro e identica nel tfr lo strumento base per il loro 
                  finanziamento. 
                  
                  ·       
                  
                  I contributi pensionistici versati dal 
                  lavoratore e dall'azienda salgono dal 27% al 33% utilizzando i 
                  contributi per gli assegni familiari e mantenendo in vita il 
                  contributo Gescal che doveva scomparire alla fine dell'anno.  
                  
                  La riforma 
                  Prodi 
                  legge 27 dicembre 1997, n. 449 
                  
                  Dopo 
                  l'accordo raggiunto tra Governo e sindacati sul nuovo assetto 
                  dello Stato sociale, sono state approvate dal Parlamento una 
                  serie di norme, contenute nella legge 27 dicembre 1997, n. 449 
                  (Finanziaria 1998), che modificano alcuni punti della riforma 
                  delle pensioni varata dal Governo Dini, inasprendo i requisiti 
                  per la pensione di anzianità e armonizzando 
                  i requisiti dei pensionamenti anticipati del pubblico impiego 
                  alla pensione di anzianità dell'Inps. 
                  
                  
                  Le più importanti novità introdotte dal 
                  provvedimento legislativo sono:  
                  
                    - 
                    
                    accelerazione della fase transitoria che 
                    porta gradualmente, per i lavoratori dipendenti, al 
                    conseguimento della 
                    pensione 
                    di anzianità al possesso di 35 anni di contribuzione e 
                    un’età di almeno 57 anni. 
 
                    - 
                    esclusione 
                    da tale "accelerazione" per alcune categorie di lavoratori 
                    (operai ed equivalenti, i c.d. lavoratori "precoci", i 
                    lavoratori in mobilità e in cassa integrazione, i 
                    prosecutori volontari); 
 
                    - 
                    
                    ridefinizione del programma di accesso alla pensione di 
                    anzianità per gli insegnanti; 
 
                   
                  
                  ·       
                  possibilità di 
                  cumulare i trattamenti pensionistici di anzianità con i 
                  redditi da lavoro autonomo;  
                  
                    - 
                    elevazione 
                    delle aliquote contributive a carico degli artigiani e i 
                    commercianti; 
 
                    - 
                    nuove 
                    procedure di individuazione delle "mansioni usuranti",
 
                   
                  
                  ·       
                  per tutte le forme 
                  pensionistiche obbligatorie, fissazione di un tetto massimo di 
                  5 anni all'aumento dei periodi di servizio computabili ai fini 
                  pensionistici;  
                  
                    - 
                    per i 
                    dipendenti pubblici, destinazione a previdenza complementare 
                    di una quota della aliquota contributiva relativa 
                    all'indennità di fine servizio
 
                   
                  In 
                  precedenza erano stati approvati il decreto legislativo 564/96 
                  che rivede la disciplina degli accrediti figurativi e estende 
                  le regole Inps agli altri Fondi; i decreti legislativi 181, 
                  182 e 184, tutti del '97, che uniformano le regole degli altri 
                  Enti (in particolare l'Inpdai e l'Enpals) al modello Inps. 
                  La Riforma Berlusconi delle 
                  pensioni votata al Senato (13-5-04)
                  
                  Nel 2001 il governo Berlusconi ha proceduto 
                  alla verifica dell’andamento del sistema pensionistico e ha 
                  accertato che i “risparmi previsti nelle riforme del 1995 e 
                  1997 sono stati superiori a quelli previsti. 
                  
                  Nell’arco di 10 anni i risparmi attuati, con le 
                  riforme Dini e Prodi ossia minore spesa per le pensioni, sono 
                  stati di 108.000 miliardi di lire, 56 miliardi di euro.
                  
                  Malgrado ciò, il 13-5-04 il 
                  Senato ha approvato il disegno di legge delega che affida al 
                  governo il compito di riscrivere le regole sulle pensioni. Il 
                  disegno di legge delega deve passare all’approvazione della 
                  Camera. 
                  
                  Dopo l’approvazione 
                  definitiva dei due rami del parlamento il governo è 
                  legittimato ad emanare entro 12 mesi i decreti legislativi 
                  per: liberalizzare l’età pensionabile; eliminare il divieto di 
                  cumulo pensione/reddito da lavoro; lo sviluppo della pensione 
                  complementare; la cumulabilità dei 
                  contributi versati nelle diverse gestioni. 
                  
                  Le modifiche introdotte: Pensione di vecchiaia
                  
                  Sistema 
                  retributivo: fino al 2014 
                  la pensione sarà erogata con i criteri attuali; 65 anni di età 
                  per gli uomini e 60 per le donne con un minimo di venti anni 
                  di contribuzione. 
                  
                  Sistema 
                  contributivo fino al 2007: 
                  età compresa tra 57 e 65 e almeno 5 anni di contribuzione o in 
                  alternativa 40 anni di contribuzione. Nel 
                  2008-2009: 
                  65 anni di età, 60 le donne, e 5 anni di contribuzione; in 
                  alternativa 60 anni e 35 anni di contributi oppure 40 anni di 
                  contributi. Nel 
                  2010-2013: 65 
                  anni di età, 60 le donne, e 5 anni di contribuzione; in 
                  alternativa 61 anni e 35 anni di contributi oppure 40 anni di 
                  contributi. Nel 
                  2010-2013: 
                  65 anni di età, 60 le donne, e 5 anni di contribuzione; in 
                  alternativa 62 anni e 35 anni di contributi oppure 40 anni di 
                  contributi. 
                  
                  Pensione di anzianità lavoratori dipendenti
                  
                  Fino al 2007: 
                  Restano in vigore i criteri attualmente vigenti: 35anni di 
                  contributi+57anni di età; in alternativa 38 anni di contributi 
                  nel 2004 e 2005 e 39 anni di contributi nel 2006 e 2007 senza 
                  vincolo di età. E’ previsto, con data da definire, un bonus 
                  esentasse del 32,7% della retribuzione lorda per chi decide di 
                  ritardare il pensionamento. Restano valide anche le finestre 
                  di uscita vigenti  
                  
                  Dal 2008 al 
                  2009: 
                  uomini 60 anni di età e 35 anni di contributi; in alternativa 
                  40 anni di contributi; Dal 2010 al 2013: 61 anni di età 
                  e 35 anni di contributi; in alternativa 40 anni di contributi; 
                  Dal 2014  62 anni di età e 35 di contributi; in 
                  alternativa 40 anni di contributi.  
                  
                  Donne dal 
                  2008 al 2014: 57 + 35; con il calcolo contributivo 
                  obbligatorio;. 
                  
                  Resta valida 
                  la normativa attuale per i lavoratori posti in mobilità, con 
                  accordi sindacali stipulati entro il 1° marzo 2004 per un 
                  massimo di 10.000 domande. 
                  
                  Finestre di uscita
                  
                  La legge 
                  modifica lo schema delle finestre d’uscita riducendole da 
                  quattro a due. 
                  
                  Lavoratori 
                  dipendenti: 
                  
                  ·       
                  
                  requisito maturato entro il primo semestre e 57 
                  anni entro il 31 dicembre dell’anno precedente: pensionamento 
                  il 1° gennaio dell’anno successivo. 
                  
                  ·       
                  
                  requisito maturato entro il secondo semestre: 
                  pensionamento il 1° luglio dell’anno successivo. 
                   
                  
                  La delega 
                  assegna al Governo la facoltà di individuare finestre diverse 
                  per quanti utilizzano il requisito dei quarant’anni di 
                  contributi. 
                  Sistema di calcolo
                  
                  Si applica 
                  il sistema retributivo per chi aveva al 31 Dicembre 1995 18 
                  anni di contributi; si applica il sistema contributivo per gli 
                  assunti dopo tale data. 
                  
                  Si applica 
                  il sistema misto, retributivo per gli anni di contributi 
                  versati al 31/12/1995 e contributivo per i contributi versati 
                  successivamente, per chi aveva meno di 18 anni di contributi 
                  al 31/12/1995 
                  
                  Fondi pensione complementari
                  
                  La legge 
                  votata al senato prevede il conferimento del tfr ai fondi 
                  pensione; il conferimento avverrà automaticamente se il 
                  lavoratore non esprimerà contrarietà al conferimento entro sei 
                  mesi dall’entrata in vigore del decreto delegato e entro sei 
                  mesi dall’assunzione per i neo assunti. 
                  
                  La legge 
                  prevede regole e controlli comuni per tutte le forme di 
                  previdenza complementare, dai fondi chiusi ed aperti alle 
                  polizze assicurative. 
                  
                  La legge delega approvata dal 
                  Senato ha nel decollo della previdenza integrativa uno dei 
                  suoi obiettivi principali con il trasferimento del Tfr ai 
                  fondi pensione. 
                  
                  Inoltre prevede l’innalzamento dei requisiti 
                  per poter accedere alla pensione, estende il criterio 
                  contributivo, gia introdotto dalla riforma Dini, per il 
                  calcolo della pensione 
                  
                  Con la 
                  privatizzazione parziale del sistema previdenziale, si sono 
                  spalancate le porte a quanti puntano a ridurre i salari e 
                  spostare ulteriormente la distribuzione del reddito a favore 
                  dei profitti. Le ragioni della previdenza integrativa vanno 
                  ricercate in interessi politici ed economici di parte. 
                  
                  Il mondo 
                  finanziario banche, assicurazioni, gestori puntano a 
                  contributi obbligatori e ad appropriarsi per intanto del tfr 
                  dei lavoratori ora gestito dalle imprese. 
                  
                  Con i fondi 
                  pensione cambia inoltre radicalmente il rapporto tra 
                  contributi previdenziali attualmente a carico delle imprese 
                  82,8% e dei lavoratori 27,2%. Con i fondi chiusi il contributo 
                  a carico del lavoratore sale intorno al 70% e si riduce al 30% 
                  la parte a carico dell’impresa, percentuali destinare a 
                  peggiorare ulteriormente per il lavoratore con il passaggio 
                  del Tfr ai fondi.  
                  
                  La copertura 
                  dei fondi non è universalista e privilegia i lavoratori con 
                  retribuzioni elevate rinnegando l’obiettivo di fornire un 
                  reddito pensionistico adeguato a tutti i lavoratori. I 
                  lavoratori con retribuzioni medio basse non potranno pagarsi 
                  la previdenza integrativa e dovranno fare affidamento sulla 
                  sola previdenza pubblica 
                  
                  Con i fondi 
                  pensione si trasferirà sui redditi da pensione l’instabilità 
                  dei sistemi finanziari mondiali con il riproporsi del rischio 
                  di fallimento in cui sono storicamente incorsi i fondi 
                  pensione di natura privata o semiprivata in occasione di crisi 
                  inflattive o crolli borsistici o di guerre. 
                  
                  Eventi in 
                  tal senso si sono realizzati anche recentemente, i fondi nei 
                  paesi in cui sono in attività hanno subito dei veri tracolli 
                  compromettendo le pensioni di migliaia di lavoratori( PanAm- 
                  Enron ecc.) 
                  
                    
                      | 
                       
                             
                      Anno  | 
                      
                       
                      Rendimen.Fondi 
                      Chiusi  | 
                      
                       
                      
                      Rivalutazione Tfr  | 
                      
                       
                      Diff. 
                      Tra Fondi e Tfr  | 
                     
                    
                      | 
                       
                            
                      2000  | 
                      
                       
                              
                      +3,55  | 
                      
                       
                      
                                 +3,54  | 
                      
                       
                               
                      +0,01  | 
                     
                    
                      | 
                       
                            
                      2001  | 
                      
                       
                               
                      -0,50  | 
                      
                       
                      
                                 +3,20  | 
                      
                       
                      
                                -3,70  | 
                     
                    
                      | 
                       
                            
                      2002  | 
                      
                       
                               
                      -2,80  | 
                      
                       
                      
                                 +3,50  | 
                      
                       
                      
                                -6,30  | 
                     
                    
                      | 
                       
                            
                      2003  | 
                      
                       
                              
                      +5,00  | 
                      
                       
                        
                               +3,20,  | 
                      
                       
                               
                      +1,80  | 
                     
                    
                      | 
                       
                           
                      Totale 4 anni    | 
                      
                       
                      
                      Tot  .+5,25  | 
                      
                       
                      
                        Tot. +13,44  | 
                      
                       
                      
                         Tot. -8,19  | 
                     
                   
                  
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                  per gli anni di esposizione all’amianto e, cosa ancor più 
                  grave, non saranno più utili ai fini dell’accesso alla 
                  pensione ma solo ai fini della misura della stessa.  
                  
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                  sull’Inps 1.500 Mldi di passivo. 
                  Mentre è in corso la discussione sulla legge delega il Governo 
                  ha deciso di dare un contributo al conto economico dell’Inps 
                  trasferendovi il Fondo dirigenti con una passività di 1.500 
                  Mldi. 
                  
                  Governo e 
                  Confindustria mentono sullo stato delle pensioni pubbliche. 
                  
                    - 
                    la spesa 
                    pensionistica (compresa la copertura tfr che vale 1,5% sul 
                    Pil) rappresenta il 12,6% del Pil 
 
                    - 
                    due punti 
                    percentuali di tale spesa non vengono neanche visti dai 
                    pensionati in quanto diventano entrate dello stato per 
                    effetto del prelievo fiscale. La differente imposizione 
                    fiscale spiega da sola una spesa aggiuntiva di 1,6 punti di 
                    pil rispetto alla Germania e di 2,6 punti rispetto 
                    all’Inghilterra e agli Usa.
 
                    - 
                    sulla 
                    spesa pensionistica gravano oneri, ancora oggi, di natura 
                    assistenziale e di ammortizzazione sociale non a carico 
                    dalla fiscalità generale es. l’integrazione al minino dei 
                    trattamenti che vale più del 1,3% del Pil.
 
                    - 
                    l’area 
                    esente da tassazione per i pensionati è fissata a 7000 
                    euro/anno e per i lavoratori dipendenti a 7500 euro/anno il 
                    che determina una maggior tassazione delle pensioni di 110 
                    euro annui a parità di salario. 
 
                    - 
                    la 
                    precarizzazione dei rapporti di lavoro consente alle imprese 
                    di sostituire i lavoratori a contribuzione piena con 
                    lavoratori a contribuzione ridotta.
 
                   
                  
                  L’intero 
                  impianto della legge delega approvata dal Senato peggiora le 
                  condizioni dei pensionati e dei lavoratori dipendenti, già 
                  duramente colpiti dalla stagnazione delle retribuzioni per più 
                  di dieci anni. 
                  
                  I lavoratori 
                  vengono ripetutamente attaccati, con la politica dei bassi 
                  salari, con l’aumento dei prezzi e poi con peggiori pensioni.
                  Anche per questo è’ necessario abbandonare la scelta 
                  politica di assumere il PIL e la riduzione della previdenza 
                  pubblica come parametri di riferimento per affrontare la 
                  materia previdenziale e assumere in alternativa l’obbiettivo 
                  di garantire agli anziani un esistenza dignitosa all’interno 
                  di una comunità più solidale e solida in ogni suo aspetto. 
                  
                  Le ultime 
                  vicende confermano clamorosamente che la linea dei continui 
                  cedimenti da parte dei vertici confederali di cgil-cisl-uil 
                  alla linea neoliberista del padronato e del governo non fa’ 
                  altro che spianare la strada ai continui tentativi di 
                  scaricare sui pensionati e sui lavoratori i costi del mal 
                  governo e di tangentopoli, dopo aver ripetutamente sostenuto 
                  che le cure da cavallo propinate al sistema pensionistico 
                  pubblico avrebbero permesso la sopravivenza di quel sistema, 
                  oggi sono a discutere di altri tagli in nome di una gobba che 
                  si presenterebbe al 2025. 
                  Un vero e proprio saccheggio 
                  dei contributi previdenziali versati dai lavoratori dipendenti
                  
                  
                  Per decenni 
                  quando cgil-cisl-uil e Confindustria amministravano l’Inps, si 
                  è operato un vero e proprio saccheggio dei contributi versati 
                  dai lavoratori dipendenti, senza questo l’Inps avrebbe oggi un 
                  patrimonio attivo di alcune centinaia di migliaia di miliardi 
                  di lire (alcune migliaia di miliardi di euro). 
                  
                  I contributi 
                  pensionistici versati dei lavoratori dipendenti sono stati 
                  utilizzati per interventi (sgravi contributivi alle imprese, 
                  pensioni dei lavoratori autonomi, l’integrazione al minimo, le 
                  pensioni sociali ecc.) che dovevano essere a carico della 
                  fiscalità generale. 
                  
                  Se la 
                  funzione principale da assegnare al sistema pensionistico 
                  pubblico è quella di assicurare a ciascun lavoratore il 
                  mantenimento del medesimo tenore di vita anche dopo il 
                  pensionamento, unitamente alla funzione assistenziale che mira 
                  ad assicurare a tutti gli anziani un reddito minimo di 
                  sussistenza non serve difendere l’esistente. 
                  
                  Cgil, Cisl e 
                  Uil sono impegnati a difendere la riforma delle pensioni del 
                  ’95, appoggiata dal centro sinistra, che ha prodotto la più 
                  grave devastazione del sistema previdenziale pubblico 
                  soprattutto attraverso la rottura dell’unità dei lavoratori 
                  con l’introduzione del contributivo per chi aveva meno di 18 
                  anni di contributi nel ’95 e la stabilizzazione della spesa 
                  pensionistica nel rapporto con il prodotto interno lordo con 
                  verifiche periodiche sugli effetti dei “risparmi”. 
                  
                  La 
                  stabilizzazione della spesa pensionistica nel rapporto con il 
                  Pil determina un importo della pensione tanto più basso quanto 
                  maggiore è la speranza di vita al momento del pensionamento e 
                  in relazione all’ aumento del numero dei pensionati. 
                   
                  Il rapporto tra pensionati e 
                  occupati
                  
                  
                  1.     
                  
                  Aumenta l’età media 
                  di aspettativa di vita, 74 anni oggi per gli uomini che 
                  aumenteranno di 5 anni al 2050, ma l’aspettativa media di vita 
                  non è uguale per tutti (lavoratori o ricchi) si tratta della 
                  solita media del pollo.  
                  
                    - 
                    Occupati- 
                    Non c’è riduzione nel numero di coloro che sono disponibili 
                    al lavoro che potrebbero contribuire a migliorare il 
                    bilancio degli enti previdenziali, per non parlare del 
                    contributo miserevole che spesso sono costretti a dare due 
                    milioni di precari, non è solo questione dell’elevato 
                    livello della disoccupazione, ma anche delle attività 
                    ridicole che sono messe in moto da buona parte dei nuovi 
                    occupati, ma anche se cosi non fosse è pacifico che la 
                    misura della produttività sociale non dipende dal numero 
                    delle braccia. 
 
                   
                  
                  3.     
                  
                  Produttività del lavoro, 
                  la diminuzione del numero degli occupati rispetto al numero 
                  dei pensionati è largamente compensata dall’aumento della 
                  produttività del lavoro che da anni finisce nelle tasche dei 
                  padroni. 
                  
                  Un progetto 
                  per battere Governo, Confindustria e il liberismo alla base 
                  delle scelte di Cgil-Cisl-Uil: 
                  
                    
                      - 
                      
                      L’aumento delle pensioni in essere per garantire il 
                      diritto ad una vita dignitosa a tutti( 4 milioni di 
                      pensionati e invalidi percepiscono 402 euro mensili e 
                      7.254.366 non raggiungono i 516 euro)
 
                      - 
                      
                      L’aggancio delle pensioni all’andamento reale dei prezzi e 
                      alla dinamica salariale 
 
                      - 
                      Il 
                      ripristino del calcolo retributivo per tutti per garantire 
                      continuità dei trattamenti salariali in godimento all’atto 
                      del pensionamento e ripristinare la solidarietà 
                      intergenerazionale. 
 
                      - 
                      
                      Mantenimento delle pensioni di anzianità e rafforzamento 
                      delle misure a sostegno dei lavoratori precoci, dei lavori 
                      usuranti e dei lavoratori esposti all’amianto.
 
                      - 
                      Piena 
                      disponibilità per i lavoratori del TFR con riduzione del 
                      prelievo fiscale, la costituzione di un Fondo pubblico 
                      presso l’INPS che assicuri ai lavoratori gli attuali 
                      criteri di utilizzo e di rivalutazione del proprio tfr e 
                      all’Ente un impiego più redditizio delle risorse 
                      accantonate con evidenti benefici per il sistema 
                      previdenziale pubblico
 
                      - 
                      Un nuovo 
                      modello di finanziamento del sistema previdenziale 
                      pubblico basato anche sulla ricchezza che l’intero sistema 
                      crea.
 
                      - 
                      Aumento 
                      e graduale parificazione dei contributi previdenziali per 
                      i co.co.co. artigiani e autonomi a quelli del lavoro 
                      dipendente. Copertura contributiva adeguata per tutti, 
                      anche nei periodi di precariato.
 
                      - 
                      Esentare 
                      le pensioni dalle trattenute fiscali a partire dalle fasce 
                      di reddito meno elevate 
 
                      - 
                      Rendere 
                      effettiva la separazione tra assistenza e previdenza 
                      ponendo fine ad un uso improprio dei contributi 
                      previdenziali versati dai lavoratori dipendenti. 
                      
 
                      - 
                      Attuare 
                      concretamente la lotta all’elusione e all’evasione 
                      contributiva (30 mdi annui di euro) rafforzando gli 
                      organici dei ruoli ispettivi.
 
                      - 
                      Favorire 
                      una sostanziale omogeneità di trattamento per i dipendenti 
                      pubblici ai quali è applicato il rapporto di lavoro 
                      privato solo quando fa comodo.
 
                     
                   
                  
                  
                   In questo 
                  decenni si sono affermate idee e proposte assurde sul sistema 
                  pensionistico pubblico e si sono attuati tagli che non solo 
                  non sarebbero necessari, ma che contrastano con il 
                  mantenimento del livello di vita dei pensionati, con queste 
                  idee non solo si è determinato un impoverimento dei 
                  pensionati, ma un impoverimento nel quale siamo coinvolti 
                  tutti. Ogni taglio imposto ai pensionati non fa altro che 
                  ridurre il lavoro necessario. 
                  
                   E’ infatti 
                  evidente che se il reddito degli stessi lavoratori dipende in 
                  parte dalla spesa degli anziani,con la cancellazione di questa 
                  spesa si cancella quel reddito, ciò vale ancor di più per i 
                  redditi futuri. 
                  
                  Un fenomeno sul quale vale la pena riflettere 
                  per le implicazioni riguardanti il modello di società che 
                  produce e la sua sostenibilità sul piano delle caratteristiche 
                  che imprime allo sviluppo economico oltre che dei valori di 
                  civiltà ad esso intrinseco. 
                  
                  E’ quindi 
                  indiscutibile che i lavoratori tutelando i pensionati, 
                  tutelino al tempo stesso se stessi, nel senso di garantire la 
                  conservazione del loro posto di lavoro, oltre che i 
                  trattamenti pensionistici attesi e anche le condizioni 
                  dell’esistenza dei loro figli e nipoti.  |