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                  "I 
                  sottoscritti, dipendenti dello SMMT di Baiano di Spoleto, con 
                  la presente manifestano l’assoluta contrarietà alla 
                  fuoriuscita dal comparto Ministeri e alla costituzione di una 
                  nuova area contrattuale per i dipendenti dell’Agenzia 
                  Industrie Difesa."  
                  
                  In quel 
                  luogo di lavoro RdB combatte da anni la sua battaglia contro 
                  la privatizzazione di un certo tipo di lavorazioni e di un 
                  settore strategico come quello della Difesa, dove fare 
                  "profitto" comporterà sicuramente meno garanzie e meno 
                  sicurezza per i lavoratori, ma anche per i cittadini. 
                  
                  
                  L’intenzione di costituire una nuova area di contrattazione si 
                  è manifestata nell’ultimo incontro tra il Sottosegretario alla 
                  Difesa e le Organizzazioni Sindacali Nazionali. Nella riunione 
                  il Sottosegretario ha precisato che per far ciò non ci sarà 
                  bisogno di ulteriori provvedimenti legislativi e, quindi, 
                  anche un Governo in scadenza di mandato elettorale è in grado 
                  di attuare quanto previsto da Decreti e Regolamenti. 
                  
                  Le 
                  procedure di un’area contrattuale (chiamata "comparto Agenzia 
                  Industrie Difesa"), separata dal comparto Ministeri e quindi 
                  anche dal Ministero Difesa, verranno attivate dall’ARAN subito 
                  dopo la imminente firma della Convenzione. 
                  
                           
                  Una volta isolati gli Enti dell’Agenzia Industrie Difesa, da 
                  un contesto molto più generale come è quello dei Ministeri e 
                  della Difesa, diventerebbe molto più facile concretizzare il 
                  progetto iniziato nel 1997 che prevedeva la privatizzazione. 
                  
                  Questa 
                  prima fase riguarda gli Enti già in AID ma, potete esserne 
                  certi, è la strada che attende anche gli Arsenali, a tale 
                  riguardo rammentiamo molto bene che  denunciammo 
                  pubblicamente la circostanza che l’Ammiraglio Cecchi, 
                  direttore di Navispelog, che rappresenta per il ruolo che 
                  ricopre il “capo” degli Arsenali, in una sua visita a Taranto 
                  nello scorso mese di gennaio, richiese ai sindacati, 
                  sicuramente a quelli concertativi, di superare l’istituto 
                  contrattuale unico per i dipendenti del Ministero Difesa. 
                  
                  Dicemmo 
                  in quella occasione che in un contesto di difficoltà estrema, 
                  ancora una volta sembra non esserci alcuna altra soluzione che 
                  scaricare i costi di una crisi industriale sui soggetti 
                  deboli, i lavoratori, tentando di cooptare in questo percorso 
                  le rappresentanze sindacali. 
                  
                           
                   La 
                  situazione attuale è stata, in buona parte, determinata 
                  dall’acquiescenza di chi, nel lontano 1998, firmò un 
                  protocollo che non dava alcuna garanzia reale sulla difesa dei 
                  posti di lavoro e che, anzi, prevedeva “dolorose 
                  ricadute...” per i dipendenti. 
                  
                  Bisogna 
                  creare ricchezza e profitti (tanti) per pochi (leggi:industria 
                  bellica) e per farlo è necessario contemporaneamente 
                  instillare l’insicurezza di un’identità precaria, liberare 
                  posti di lavoro da coloro che negli Arsenali e negli Enti in 
                  Agenzia lavorano, gli assistiti che devono sentirsi umiliati 
                  della loro condizione. 
                  
                  Quei 
                  Lavoratori sono considerati una semplice variabile dipendente, 
                  dalla quale però dipende la salute della Difesa,a patto che 
                  vengano … sacrificati. 
                  
                  Non solo 
                  esprimeremo solidarietà a quei Lavoratori ma anche pieno 
                  riconoscimento e condivisione di una realtà speculare che ci 
                  accomuna in una lotta decennale a difesa non solo del posto di 
                  lavoro ma anche e soprattutto contro il progetto complessivo 
                  che sta alla base: eliminare il controllo democratico su di un 
                  comparto delicatissimo come quello della Difesa lasciando che 
                  sia la grande industria nazionale degli armamenti a gestire 
                  tutto in un’ottica di mercato e senza tanti vincoli morali. 
                  
                  
                  Consideriamo estremamente importante l’iniziativa di raccolta 
                  firme per la petizione quale primo momento di reazione al 
                  disegno governativo di progressiva dismissione dei Lavoratori 
                  civili della Difesa. 
                  
                  
                  Proponiamo che, una volta raccolte le firme, si consegnino 
                  personalmente al prossimo Ministro della Difesa, chiunque esso 
                  sia, qualunque Governo rappresenti, insieme ai Lavoratori di 
                  tutte le realtà industriali della Difesa per manifestare, 
                  ancora una volta, che i Lavoratori non ci stanno e sono decisi 
                  a continuare la lotta che è necessario continuare a 
                  
                  
                  LOTTARE PER SALVAGUARDARE IL FUTURO LAVORATIVO! 
                  
                  
                  Coordinamento Aziendale RdB  |