INDENNITA’ MINISTERIALE: UNA SENTENZA ANTICIPA LO SCONTRO SUL CONTRATTO

Il Tribunale di Roma accogliendo il ricorso di 355 lavoratori del ministero dei Trasporti ha di fatto evidenziato quello che la RdB Pubblico Impiego da anni sostiene con battaglie sui posti di lavoro e nelle sedi negoziali rispetto alla violazione del principio costituzionalmente tutelato della pari retribuzione a parità di lavoro.

La sentenza ha infatti dato ragione a quei lavoratori che percepiscono l’Indennità di Amministrazione in misura ridotta rispetto ad altri dipendenti dello stesso ministero.

Una situazione, quella delle Indennità di Amministrazione, che prima delle riforme Bassanini già era inspiegabilmente diversificata tra i vari “ruoli” in cui i dipendenti ministeriali venivano inquadrati.

Dopo la riforma, che accorpa i ministeri e unifica all’interno dello stesso ministero il “ruolo” del personale in servizio, la situazione diventa grottesca se non fosse che si sta parlando delle condizioni di vita, della dignità e dei diritti dei lavoratori.

La differente remunerazione dell’Indennità di Amministrazione, a parità di livello, anzianità di servizio e mansione, raggiunge in alcuni casi anche il doppio dell’importo dei dipendenti di quelli che venivano considerati i ministeri “poveri” e che per effetto delle riforme si sono ritrovati a lavorare gomito a gomito.

Questo è il risultato di dieci anni di concertazione tra governi, con cui si è sempre cercato “l’inciucio”, e sindacati che hanno abdicato al loro ruolo di difesa dei lavoratori per sposare una politica sindacale più aderente ai propri interessi e compatibile con le esigenze dell’impresa privata.

Altro che salari europei, qui si differenziano i lavoratori di serie A, B, C…ecc.

La RdB Pubblico Impiego, in continuità con le iniziative finora attuate, si appresta ad affrontare, come annunciato, la prossima stagione contrattuale all’insegna di aumenti salariali uguali per tutti, che adeguino le retribuzioni ai livelli europei, e la riqualificazione e il potenziamento della Pubblica Amministrazione anche attraverso riforme che rendano più efficace l’intervento dello stato a garanzia dei servizi sociali erogati e non il suo progressivo smantellamento o privatizzazione a tutto beneficio dei profitti d’impresa, come lo sono state quelle varate dal precedente governo e attuate in perfetta continuità dal nuovo.

Roma, 29 aprile 2002

 p/Direzione RdB P.I. - Giuliano Greggi