IL CONTRATTO E’ DEI LAVORATORI:

REFERENDUM !

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Il prossimo 7 aprile l’Aran ha convocato i sindacati per alcune modifiche all’ipotesi di Contratto del comparto Ministeri dopo che il 28 marzo scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato l’impianto complessivo sollevando, però, alcune non irrilevanti osservazioni.

Successivamente a questo e prima della definitiva stipula, il testo dell’accordo passerà al vaglio della Corte dei Conti.

Così, dopo oltre 15 mesi dalla scadenza del vecchio contratto e una “frettolosa” trattativa alla fine di febbraio durata 24 ore, si allungano i tempi per la definizione del primo contratto del pubblico impiego, in assenza di qualsiasi segnale per i contratti degli altri comparti.

Nel frattempo sui posti di lavoro si stanno svolgendo le assemblee per illustrare i contenuti del contratto che, a secondo della sigla che le promuove, mettono in rilievo gli aspetti positivi o negativi di questa ipotesi di accordo.

Una cosa non viene messa nel giusto rilievo: questo contratto è dei lavoratori!

I sindacati che hanno avuto la delega dai lavoratori per trattare con la controparte le condizioni, economiche e normative, del loro rapporto di lavoro non possono ridurre il consenso dei lavoratori per l’accordo raggiunto alla mera consultazione senza nessuna preoccupazione di far esprimere la maggior parte dei lavoratori né di rendere vincolante per la stipula del contratto il loro parere.

Si mortifica in questo modo l’esaltante stagione di lotte per i diritti e la democrazia sui posti di lavoro che ha visto uno schieramento sindacale molto più ampio dei soliti noti della RdB che su questo terreno da anni si battono.

Questo aspettato dietrofront è la conferma che i proclami dei sindacati, fino a qualche tempo fa “sinceramente” concertativi, sono solo l’altra faccia della identica medaglia che dagli accordi del luglio ’92 e ’93 tanti danni ha provocato.

La RdB continua invece sul terreno dei diritti e della democrazia in modo concreto e fattivo per cui, se da una parte è tra i promotori del referendum per l’estensione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori a tutto il mondo del lavoro, dall’altra lancia la sfida a tutti i sindacati che hanno firmato l’ipotesi di accordo affinchè l’ultima parola sul Contratto nazionale dei lavoratori statali sia dei lavoratori stessi attraverso una consultazione referendaria in tutti i posti di lavoro.

Il Referendum non può essere la misera consultazione per alzata di mano alla fine di assemblee non sempre partecipate ma deve diventare un momento di partecipazione dei lavoratori che riprendono in prima persona la decisione del loro futuro lavorativo esprimendo l’assenso all’accordo o il suo rifiuto, in tutto o in parte, dando quindi mandato ai sindacati per la stipula, la modifica o la non firma del Contratto.

Una pratica di rilancio della democrazia reale nel rapporto tra lavoratori, iscritti e non, che non può che far bene al Sindacato.

Questa è la nostra idea di democrazia nei posti di lavoro!


Contattate la Federazione RdB a voi più vicina per maggiori informazioni