AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

ROMA

 

AL DIRETTORE GENERALE O.G.

ROMA

 

 

 

OGGETTO: Fondo Unico Amministrazione ripresa immediata della contrattazione.

 

 

 

        La scrivente O.S. chiede l'immediato avvio della contrattazione sul Fondo Unico Amministrazione, interrotta il 2 aprile 2001 e mai più ripresa. L'urgenza è dettata dai seguenti motivi:

 

-         Il salario accessorio è parte integrante dello stipendio, quest'ultimo eroso dagli esigui aumenti salariali degli ultimi anni e dal mancato recupero dell'inflazione programmata, per cui non è più accettabile che queste somme vengano percepite con ritardi  di mesi, se non di anni;

-         Da più parti pervengono lamentele perché i capi dell'ufficio convocano le OO.SS. e la R.S.U. per contrattare sul F.U.A. in particolare sui progetti finalizzati, senza che si abbiano precise indicazioni dall'Amministrazione centrale.

 

La RdB nel ribadire che è improcastinabile l'immediato avvio della contrattazione invita l'Amministrazione centrale a diramare una circolare negli uffici periferici affinchè blocchino tempestivamente le convocazioni in atto, che rischiano di creare un forte disagio tra i lavoratori i quali, magari, aderiscono a qualche iniziativa non in linea con la contrattazione a livello centrale.

 

Questa O.S. avverte che qualora si dovesse procedere oltre nelle trattative locali e da esse scaturisse un danno economico ai lavoratori, non esiterebbe ad adire le sedi opportune per il recupero integrale di quanto ad essi spettante.

 

Inoltre, ultimamente, qualche ufficio giudiziario subordina il pagamento dei residui anno 2000 all'inizio della contrattazione dei progetti anno 2001, utilizzando di fatto l'arma del ricatto che mal si addice al decoro ed alla dignità di coloro che lo formulano e di quanti lo subiscono.

 

La scrivente O.S. nel respingere ogni logica di lavoro a cottimo, quale quella dei progetti finalizzati, sottolinea i guasti derivanti da questo sistema che oltre a creare divisione e incomprensione tra i lavoratori, è fonte di spartizioni discriminatorie.

 

A tal proposito si evidenzia che per l'anno 2000 si sono verificati degli episodi a dir poco disdicevoli quali quelli che in qualche ufficio hanno portato alcune persone a percepire compensi di circa 20milioni di lire, mentre in qualche altro non è stata data la possibilità a tutti i lavoratori di partecipare ai progetti, infatti in moltissimi uffici risulta che meno della metà dell'organico è stato coinvolto, vuoi perché svolti fuori dall'orario di lavoro (escludendo di fatto tutte le donne con problemi familiari o tutti coloro che assistono persone disabili e che purtroppo ormai sono tanti), vuoi perché i lavoratori non sono stati messi in condizioni di scegliere.

 

Va da sé che alla luce di queste considerazioni non è più rinviabile una ripresa delle trattative su questa tematica, ma soprattutto si rafforza la necessità di riconoscere ai lavoratori della giustizia un premio di produttività certo e continuativo da erogare nel mese di giugno o luglio di ciascun anno, a parziale compensazione dell'aumento dei carichi di lavoro, peraltro divenuti insopportabili (c.d.14^ mensilità voluta fortemente dalla RdB e condivisa dai lavoratori, così come dimostrano le migliaia di petizioni pervenute a codesta Direzione Generale).

 

La RdB ribadisce che i ritmi di lavoro degli uffici giudiziari sono determinati oltre che dalle incombenze quotidiane dai termini processuali fissati nei Codici, dal lavoro dei magistrati, dalle richieste degli avvocati e dei cittadini, dalla complessità dei processi sia in materia civile che penale, pertanto riconoscere ai lavoratori della giustizia il premio di produttività non è affatto in contrasto con il contratto nazionale, ma anzi un atto di giustizia.

 

Roma, 12 giugno 2001

 

 

RdB P.I. - Coordinamento Giustizia -  (Giuseppa Todisco)