Risposta alla nota del Capo Dipartimento prot. n. 447/CD/1165 del 22 ottobre 2002

 

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CISL FPS GIUSTIZIA – CGIL FP - UNSA SAG – UILPA - RDB PI - FLP USAE - CISAL INTESA

OGGETTO: Risposta alla nota del Capo Dipartimento prot. n. 447/CD/1165 del 22 ottobre 2002

Siamo venuti a conoscenza di una nota del Capo Dipartimento indirizzata ai Capi degli Uffici Giudiziari, avente per oggetto le procedure di riqualificazione.

Tale nota non è stata indirizzata alle OO.SS. “Potenza  della cortesia”.

La ricostruzione dello stato della trattativa effettuata dal Capo Dipartimento è parziale ed inesatta, in certi punti  addirittura falsa e assurda.

Andiamo con ordine:

  1.  la sentenza della Corte Costituzionale è utilizzata strumentalmente dal Ministero della Giustizia, infatti, ognuno può verificare che essa non ha alcun riflesso diretto su procedure di riqualificazione di origine contrattuale che si configurano come sviluppo professionale.
  2.  È altresì assurdo pensare di applicare la regola del concorso pubblico in presenza del blocco delle assunzioni per tutto il pubblico impiego.

Chiedere di svolgere il concorso pubblico sapendo di non poter assumere dall’esterno non è attività seria, e inadeguata alla competenza di un Capo Dipartimento.

OGGI A VIA ARENULA SI VA SMARRENDO IL SENSO DI RESPONSABILITA'.

Guardiamo ai fatti:

1)     Tra il 2000 e il 2001 è aumentata la produttività dei lavoratori della giustizia

2)     Secondo il Ministro della Giustizia mancano 6400 unità lavorative quindi i lavoratori della Giustizia hanno lavorato di più senza ricevere nulla in cambio. È però chiaro che non si può andare avanti in questo modo.

Il Ministro della Giustizia nella qualità di vertice politico dell’Amministrazione non è stato in grado di proporre al Governo un progetto che consentisse all’Amministrazione Giudiziaria di fornire un servizio adeguato ai cittadini e soddisfare i lavoratori della giustizia.

Diciamolo chiaro: ci vorrebbe una legge Cirami per il Ministero della Giustizia, infatti chi essendo ingegnere, sia pure acustico, dichiara il 24/7/2001 alla Camera dei deputati un arretrato di 3 milioni di fascicoli per poi trasformarli il 7 ottobre 2002 (in una intervista al quotidiano “IL GIORNALE”) in 10 milioni di fascicoli, dimostra o di essere inesperto di numeri oppure di voler tirare allo sfascio, per poi procedere alla privatizzazione della giustizia.

LE OO.SS. dell'Organizzazione Giudiziaria non ci stanno.

L’iniziativa del Capo Dipartimento è gravemente inopportuna anche perché si colloca a ridosso dello sciopero del 30 ottobre, alla luce dell’interruzione di ogni trattativa.

Nessuna proposta concreta ma, una lettera ai Capi degli Uffici .

In questa fase il dialogo non è possibile.

Il Ministro Castelli è riuscito in una operazione grandiosa: ha contribuito a far nascere una storica unità sindacale nel Ministero della Giustizia.


Il 100% dei sindacati uniti su una piattaforma realistica e contro una politica della giustizia fallimentare, non consentiranno a nessuno inutili azioni antisindacali.

Il 30 ottobre è solo l'inizio.

Colleghi partecipiamo compatti allo sciopero nazionale e alla manifestazione che si terrà di fronte a Palazzo Chigi. Dimostriamo che, Noi 45 mila giudiziari  non siamo e, non ci consideriamo la cenerentola della giustizia.

    

CISL FPS GIUSTIZIA

(P. Saraceni)

UNSA SAG

(A.Ponticiello)

CGIL FP

(C. Arnone)

UILPA

(N. Nisi)

 

 

 

RDB P.I.

(G. Todisco)

CISAL GIUSTIZIA

( M. Capobianco)

FLP

( R. Pinto)