Al Sig. Vice Direttore generale

Cons. Paolo MANCUSO

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Largo Luigi Daga

ROMA

 

 

 

Oggetto :  Situazione dei C.S.S.A.

 

 

 

               

            Questa O.S. esprime vivo disappunto per il contenuto della nota 161257/4-10, inviata alla segreteria FP della CGIL Nazionale Giustizia.

                Infatti essa non solo dimostra la corsia preferenziale del tutto anomala con quel Sindacato, visto che le posizioni sindacali sono espressione dei lavoratori, che non sono di serie A o B a seconda del sindacato cui sono iscritti, ma tutti in egual modo, solo in quanto lavoratori, sono  da rispettare e da ascoltare.

Sembrerebbe, dalla nota, che sia da prestare attenzione solo ai rappresentanti della CGIL.

            Ciononostante ci pregiamo di voler ancora comunicare con la S.V., proprio perché riteniamo che anche i lavoratori aderenti a questa O.S. debbano poter essere messi in condizione di essere ascoltati.

                E’ indubbio che il problema vero costituito dal  nome di queste strutture è dovuto alla necessità di trovare un grimaldello capace di permettere l’immissione della Polizia Penitenziaria nei Centri, e quello scelto va benissimo per questo scopo.

Questa O.S. si permette di sottolineare che la nuova denominazione non risponde ad una forte domanda degli operatori del settore: risponde piuttosto alla esigenza di taluni Direttori di poter disporre di Personale di Polizia Penitenziaria, per esprimere meglio il loro potere, attraverso la compensazione di quella “diminutio” che li differenzia dai Direttori di Istituto. Del resto il dibattito che da anni si sta svolgendo a questo proposito la dice lunga.

                E’ chiaro che il dibattito sul nome, ha lo scopo di sviare l’attenzione dai problemi che i Centri, al momento attuale vivono, e che questa Amministrazione sembra non voler                                    recepire nella maniera più assoluta.

                Infatti non è da sottovalutare che la proposta del cambio del nome è stata fatta nell’ambito del documento esitato dalla Commissione consultiva istituita presso codesto Dipartimento, strumento di discussione aperta e non punto di arrivo; in questa ottica infatti lo stesso presentava anche molte altre  proposte, una delle quali riguardante la presenza di  professionalità diversificate, oltre che una rosa di nomi che sarebbero potuti essere usati per denominare gli attuali C.S.S.A.

                La scelta, in assenza di qualsiasi dibattito, è caduta su un nome che non contiene in sé nessun riferimento al ruolo che il Servizio svolge nell’ambito delle misure alternative alla detenzione. Non crediamo che si tratti di una svista.

                La Sua lettera dimostra inoltre una sostanziale voluta non conoscenza del lavoro dei Centri. Infatti Ella afferma che oggi  “l’attività dei centri nulla ha a che vedere con i compiti prevalentemente di assistenza che il legislatore del ’75 affidava loro”.  Si tratta di una visione deliberatamente riduttiva che sembrerebbe far intravedere una sostanziale non conoscenza della norma.

Va innanzitutto rilevato che le competenze del Servizio Sociale sono  previste dalla legge ed i suoi compiti non sono mai consistiti in “prevalente assistenza “.

A tal proposito si invita la S.V.  a voler prendere visione del sito internet del Ministero della Giustizia, dove sono specificate tutte le attribuzioni dei centri, con i relativi richiami alla norma, nella considerazione che esse sono frammentate nell’ambito della legge penitenziaria in più articoli, e nel contesto di più leggi.

I compiti degli Assistenti Sociali sono sempre stati di aiuto e controllo nelle misure alternative alla detenzione: semmai negli anni se ne è ampliata la gamma anche se nessuno ha mai provveduto a dotare i CSSA di mezzi e di personale.

                Tanta e tanto significativa è l’attenzione a queste strutture che:

v      il concorso previsto dalla legge Simeone langue in attesa che i Commissari siano liberi dai loro impegni e risulterebbe che non siano stati nominati i sostituti nella Commissione.

v      Pur essendo stata prevista l’ assunzione di Operatori Amministrativi il concorso non è mai partito, né l’Amministrazione ha provato a rimuovere gli ostacoli che sembrerebbero essersi frapposti, pur essendo sancita - nella legge che prevede la loro assunzione – l’urgenza. 

v      Le automobili richieste, essenziali per lo svolgimento dei compiti istituzionali degli Assistenti Sociali,  non sono mai arrivate. Sicuramente per loro non si può ipotizzare possibilità di comodato gratuito con la BMW.

 

E’ appena il caso di rammentare che, non essendo stata cambiata la legge che regola  il funzionamento del Servizio Sociale, questi Operatori non fanno né dovranno fare niente di diverso da quello che facevano prima. Ma oggi, come nelle precedenti gestioni, viene sottovalutato il loro lavoro e non vengono messi in condizione di lavorare.

           Non passerebbe in mente a nessuno di aprire ospedali solo con medici e pazienti, mentre manca il personale di supporto, strumentazione e farmaci; se il paziente poi muore…la colpa è del medico che è inadeguato!!!!!.

           Non scherziamo con le cose serie!!!!

           Questo sta facendo l’Amministrazione Penitenziaria, nel tentativo di indurre ad accettare in questo contesto la Polizia penitenziaria, i cui meriti sono noti a tutti, ma i cui servizi in questo ambito sarebbero ancora tutti da discutere.

Va da sé che se questa Amministrazione volesse “cedere” le misure alternative alla Polizia Penitenziaria  garantirebbe le dotazioni di personale, macchine e budget adeguati.

                Non ci sembra opportuno inoltre il Suo riferimento critico all’attività che nei Centri “dovrebbe essere svolta….ma questa è un’altra materia ”. Anche qui, chiarissimo Consigliere, Ella  dimostra di avere una non conoscenza delle situazioni perché bisogna invece riconoscere l’alta professionalità degli Assistenti Sociali che in assenza di mezzi si prodigano per rispondere al mandato istituzionale; se vi sono carenze nella realizzazione dei compiti dei C.S.S.A., bisognerebbe fare delle serie autocritiche prima di scaricare addosso le responsabilità agli operatori.

Tale frase, in bocca al Vice Direttore Generale, è molto grave perché rappresenta una sommaria, precipitosa svendita di un settore che appartiene all’Amministrazione a tutti gli effetti, e che ne ha rappresentato la logica trattamentale, il fiore all’occhiello di cui vestirsi nei momenti in cui si doveva affermare l’attuazione dell’articolo 27 della Costituzione.

                Non ci sembra produttivo pertanto riproporre la logica interna agli istituti che peraltro, per quanto riguarda il trattamento dei detenuti, è invece fallimentare.

                E’ appena il caso di rammentare che  i C.S.S.A sono strutture parallele agli Istituti, ma non sono “ il carcere senza sbarre”. Essi sono servizi che - nel territorio “svolgono un ruolo attivo e di propulsione e coordinamento tra i servizi dello stesso al fine di individuare un progetto di reinserimento concordato con l’utente”, essi dovranno sapersi costituire come interlocutori non secondari, non marginali, non deboli rispetto alla altre istituzioni, ma punti nevralgici di una rete che nel territorio trova la sua naturale collocazione.

Ma per questo servono risorse….. e sicuramente non di Polizia Penitenziaria!

                Questa è la differenza sostanziale con gli Istituti e questa differenza va valorizzata attraverso la costituzione dell’Ufficio Centrale delle Misure Alternative, del quale non troviamo traccia da nessuna parte, ma che serve riconoscere la portata di tale settore, che non è tout court un settore operativo riconducibile ad una divisione ma, al pari degli Uffici della periferia, è già oggi un Ufficio complesso che gestisce ben 35.000 utenti, al quale – come si è detto sopra - non vengono date né  risorse, né personale né legittimazione istituzionale.

                Con questo, Consigliere Mancuso, crediamo di aver dato un contributo, sicuramente modesto e certamente suscettibile di modifiche, e ci auguriamo che così come ha dato risposte ai lavoratori iscritti alla CGIL, dia anche a noi segni di considerazione.

                                                             

 Il Coordinamento RdB penitenziari