Lettera aperta
al Capo dipartimento Trasporti Terrestri e S.I.S

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Il recente scambio di accuse nella corrispondenza intervenuta tra la S.V. e la CGIL, l'uso dello strumento di internet per rispondere parlando a tutto il personale, evidenziano una grave crisi delle relazioni sindacali all'interno di un'area importante di questa Amministrazione.

Il momento che sta attraversando tutto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che non riesce ancora a trovare un suo assetto e che vede allontanarsi, alla data odierna, una forma di riorganizzazione tale da poter garantire un miglior funzionamento (sarà poi cosi?) delle strutture soprattutto periferiche, il continuo rinvio degli incarichi "di prestigio" che influenza direttamente il ritardo del riassetti stesso del Ministero, non può costituire una giustificazione per il comportamento dei rappresentanti dell'amministrazione preposti alle relazioni sindacali.

Assistiamo anche questa volta ad un rilancio delle accuse e delle risposte ma un fatto certo è che le problematiche relative agli esami per i ciclomotori sollevarono a suo tempo molte preoccupazioni e perplessità sia tra le OO.SS. sia nello stesso Dipartimento dei Trasporti Terrestri poiché la collocazione temporale della maggior parte degli esami e le note difficoltà degli uffici periferici legate alla carenza di personale, di formazione, di fondi e di attrezzature avrebbero potuto creare un potenziale collasso del sistema.

Non possiamo accettare, nell'ottica di una corretta dialettica sindacale (tra parti che devono avere un forte interesse al buon funzionamento e svolgimento dei compiti affidatici dal Codice della Strada), l'assenza di costanti verifiche dello stato dell'arte senza monitorare frequentemente con le organizzazioni sindacali quali soluzioni possano essere le più indicate per superare questi momenti di emergenza e la risposta data dalla S.V. in forma di "lettera aperta" difficilmente ricostruisce un dialogo soprattutto quando si parla ad un personale che, a giudicare da quanto apprendiamo, ha interpretato in maniera diametralmente opposta alle intenzione il "file avvisi" giunto il 25 maggio.

Probabilmente le circostanze odierne ci fanno capire che, se è vero (e sappiamo essere vero) il fatto di essere sempre e costantemente sotto scacco da parte di terzi (A.C.I., privati, Ministero del Tesoro ed altri...) è anche vero che il personale è sotto una tensione che sta superando il livello di guardia e difficilmente argomentazioni come quelle che stanno dietro quel "file avvisi" possono funzionare da ulteriore stimolo.

Ormai sono oltre due anni e mezzo che ascoltimao sempre la stessa ammonizione circa il pericolo di non raggiungere gli obiettivi: è un continuo stringere i denti, altrimenti si rischia che qualcun'altro si faccia avanti a pretendere pezzi di competenze denunciando nostre presunte inefficienze.

Noi ci rifiutiamo di continuare ad essere assoggettati a questo tipo di ricatto che impone ai lavoratori tempi e modi dell'operare spesso non sostenibili, contro lo spettro "sussurrato" della perdita del lavoro. E', invece, noto che, nel campo della sicurezza stradale, il vero ed unico presidio pubblico è rappresentato dai lavoratori degli Uffici Provinciali della ex Motorizzazione Civile e delle Sezioni periferiche di circolazione e Sicurezza Stradale degli ex LL.PP: che hanno una dignità che andrebbe esaltata e molto meglio compensata (non solo economicamente) i quali non possono accettare di essere sempre dei capri espiatori di ben altre inefficienze o, peggio, di disegni politici che il sig. Ministro ha "bisogno" di realizzare per poter continuare a darsi una parvenza di "Ministro delle Infrastrutture e Trasporti" e non solo di "Ministro del ponte di Messina o delle varianti di valico, dell'alta velocità e di chissà che altro...".

Molto meglio sarebbe stato, e ancora più necessario appare oggi, affrontare preventivamente, con i rappresentanti del personale, le problematiche che emergono man mano circa:

  • le difficoltà di coordinamento con le scuole (la scelta di giugno come limite per completare gli esami di tutti gli aspiranti era già un grosso e noto problema... non lo scopriamo certo oggi!).
  • la distribuzione dei fondi disponibili per coprire l'espletamente del servizio (come mai qualche direttore si è arrogato il diritto di espletare lui e solo lui gli esami escludendo tutti gli altri operatori... e allora dov'è l'emergenza?)
  • un necessario corretto dialogo tra i Direttori, Coordinatori e RSU in sede locale (l'organizzazione del lavoro è materia contrattuale) che certamente rappresenta una risorsa per contribuire alla soluzione di problemi che riguardano il buon andamento del lavoro e per una maggiore tutela del personale.

Crediamo, in conclusione, che troppo spesso al personale sia stato chiesto una disponibilità alla massima operatività, una elasticità, flessibilità e puntualità rigorosa quando, di contro, con i lavoratori bìnon sempre si è stati puntuali e disponibili (basti pensare al conto privato, alle somme non restitite dal tesoro, il F.U.A. spesso maldistribuito...)

Riteniamo, quindi, assolutamente necessario che le problematiche esposte, l'organizzazione del lavoro e la sua adeguata remunerazione vengano affrontate e condivise con i lavoratori tramite i loro rappresentanti e non in maniera unilaterale, poiché le scelte politiche e i conseguenti nuovi provvedimenti normativi (patente a punti, attestato per guida ciclomotori, controllo parco circolante) aggiunte alle "ordinarie" revisioni ed ai "consueti" esami per patente ed a tutti gli altri controlli ed atti amministrativi e tecnici di solito effettuati, possono evolvere positivamente solo attraverso una preliminare programmazione a livello centrale di tutte le attività e le risorse necessarie per la loro attuazione.


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