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                  L’avvio 
                  delle procedure per le elezioni delle RSU al ministero delle 
                  Infrastrutture e Trasporti, con un ritardo di quasi un anno e 
                  mezzo, ha fatto scatenare le segreterie nazionali di cgil, 
                  cisl e uil. 
                  
                  Ritardo, è bene ricordarlo, 
                  dovuto all’arroganza con la quale i segretari confederali di 
                  cgil e cisl, a pochi giorni dalle elezioni e con le procedure 
                  elettorali già avviate, sono intervenuti sul ministro Lunardi 
                  per modificare la mappatura delle sedi RSU. 
                  
                  Dopo aver 
                  boicottato per tutto questo tempo la possibilità dei 
                  lavoratori di eleggere i propri rappresentanti nei luoghi dove 
                  è effettiva la contrattazione di 2° livello (i SIIT), hanno 
                  intimato alle loro strutture di non presentare le liste e 
                  invitano i lavoratori a non partecipare alle elezioni. 
                  
                  E’ sempre 
                  più evidente quale sia il loro concetto di democrazia sui 
                  posti di lavoro e il ruolo che le RSU devono avere. 
                   
                  
                  Loro partono 
                  dall’assunto che il monopolio della rappresentanza sindacale 
                  sui posti di lavoro e appannaggio di cgil, cisl e uil per cui, 
                  anche se la magistratura 
                  con ben due sentenze individua le sedi di contrattazione e di 
                  conseguenza dove far votare i lavoratori per eleggere i propri 
                  RSU, 
                  per loro non ha alcun valore perché hanno deciso diversamente; 
                  d’altra parte le RSU altro non sono che lo strumento da 
                  utilizzare per cercare di emarginare qualsiasi voce “fuori dal 
                  coro” e quindi quello che conta non è il ruolo che la RSU può 
                  e deve esercitare nei luoghi “veri” della trattativa ma la 
                  mera conta dei voti ai fini della rappresentatività, maggiore 
                  è il frazionamento delle RSU maggiore saranno le difficoltà 
                  che RdB incontrerà nel presentare le liste. 
                  
                   La RdB/CUB Pubblico Impiego si è 
                  battuta e lotterà ancora affinchè la democrazia sindacale sia 
                  una cosa effettiva sui posti di lavoro e affinchè le RSU siano 
                  titolari di un livello di trattativa “vero” e il loro ruolo 
                  non sia quello notarile di validazione di decisioni prese in 
                  sedi in cui è precluso il loro intervento. 
                  
                  Le votazioni 
                  per il rinnovo delle RSU del prossimo 3-6 aprile assumono 
                  quindi una valenza più ampia perché attengono alla difesa di 
                  spazi democratici dei lavoratori e delle loro rappresentanze 
                  contro l’attacco che questi signori vorrebbero portare. 
                  
                  La RdB/CUB 
                  P.I. invita tutti i lavoratori a dare un segnale forte a tutti 
                  coloro (Amministrazione e sindacati concertativi) che vogliono 
                  mettere il bavaglio ai lavoratori, candidandosi nelle liste 
                  della RdB/CUB, sottoscrivendo le liste e andando in massa a 
                  votare alle prossime elezioni. 
                  
                  LA DIGNITA’ 
                  DEI LAVORATORI E LA DEMOCRAZIA SINDACALE 
                  
                  NON SONO IN 
                  VENDITA  |