FONDO UNICO DI AMMINISTRAZIONE 2001

 

L'accordo sul Fondo Unico di Amministrazione, sottoscritto mercoledì scorso dalle altre OO.SS.. e dall'Amministrazione, non è stato condiviso dalla RdB che in sede di contrattazione aveva, preliminarmente, proposto di impostare la discussione partendo dal fondo di Produttività al fine di assegnare, fatte salve le indennità individuate dal C.C.N.L., l'intero importo a tutti i lavoratori in base all'effettiva presenza in servizio e alla suddivisione per fasce di appartenenza.

L'accettazione di tale proposta avrebbe, certamente, contribuito a far in parte recuperare quella perdita del potere d'acquisto determinata dalle scelte concertative dei sindacati confederali in materia politica ed economica e avrebbe potuto, inoltre, evitare l'eventualità che, a livello periferico per l'anno 2001, da qualche organizzazione sindacale (leggi CISL presso la DPL di Roma) fosse tentata, ancora una volta, cosi come accaduto per il F.U.A. 2000, la gestione di una consistente fetta della Produttività (duecento milioni circa!) da parte dei capi area.

Non da ultimo, dare indicazioni in sede di contrattazione nazionale per la distribuzione della parte relativa alla produttività, avrebbe, certamente, evitato alcuni dei passaggi che determinano per i lavoratori interminabili lungaggini burocratiche e quindi la dignitosa risoluzione dei pagamento in tempi unici e brevi.

 

La sostanza dell'accordo sottoscritto, dove l'unica nota positiva dovrebbe consistere in una fantomatica autonomia delle RSU, ci appare rappresentare scelte e logiche che vanno unicamente nella direzione voluta dall'Amministrazione e ancor più grave è il dovere constatare che tali logiche possano essere condivise e determinate dal sostanziale apporto delle organizzazioni sindacali firmatarie.

 

Il problema rimane quello del ruolo della controparte all'atto della contrattazione e in mancanza di essa, come del resto si sta verificando da anni in questa Amministrazione, gli accordi firmati ci paiono sempre meno frutto di una vera contrattazione e assumono sempre più i contorni di una sorta di cambiale firmata in bianco pronta ad essere riscossa da quelli che gestiscono di volta in volta i rapporti di forza in sede.

 

Alla fine il risultato si sostanzia in una interminabile sfilza di situazioni al limite del paradosso come quelle che, ad esempio, sanciscono la suddivisione di una categoria quale gli autisti in tre distinte sottospecie:

 

SERIE A (Ministro, Sottosegretari, etc.) che, in considerazione delle prestazioni richieste in orari eccezionali che esulano dall'orario di servizio, hanno diritto al riconoscimento di una sostanziosa indennità guarda caso prelevata dal F.U.A. (non sarebbe forse meglio proporre il rispetto dell'orario di lavoro cosi come da contratto e l'eventuale previsione di un allargamento del personale addetto?!?);

SERIE B (autisti delle Direzioni Generali) anche loro sottoposti a turnazioni e fuori orario ma destinatari di compensi di gran lunga minori;

SERIE C (autisti dei Dirigenti Uffici Periferici) che oltre a non ricevere alcun compenso quando non sono impegnati nell'accompagnare il Dirigente vengono impiegati all'ufficio passi o in altri servizi quali la posta etc; oppure, ancora, la conferma delle posizioni di responsabilità, tra cui l'indennità di L.24.000 giomaliere per i reggenti delle Divisioni, delle DPL e delle DRL con funzioni di Dirigenti, sotto pagati rispetto alle funzioni che assolvono, ma comunque pagati con i fondi appartenenti ai lavoratori livellati e non già con i fondi di quei Dirigenti che in molti casi non sono incaricati a svolgere tale funzione ed ancora, per finire, la soppressione, rispetto all'accordo del F.U.A. 2000, di alcune specifiche indennità precedentemente individuate quali lo sportello e il disagio, e l'introduzione di una indennità sui generis che può essere riconosciuta al personale appartenente alle aree funzionali A,B,C in merito a determinate situazioni più o meno valutabili in sede locale. Questo a significare che, una volta utilizzate gran parte delle risorse del F.U.A. per i percorsi di riqualificazione e in considerazione delle rimanenti esigue risorse, in sede di contraffazione locale i lavoratori impegnati nei rapporti col pubblico o che prestano la loro attività in particolare situazione di disagio potrebbero non percepire alcun compenso.

 

Per queste e per altre contraddizioni insite nell'impianto dell'accordo e anche a causa del costante rifiuto da parte dei rappresentanti dell'Amministrazione di volere instaurare un qualsiasi dialogo con questa Organizzazione Sindacale sui temi e le modalità di cui siamo controparte, la RdB ha ritenuto di dovere, ancora una volta, opporre un netto rifiuto alla logica della cogestione finalizzata solo agli interessi di pochi, nonché alla negazione dell'elementare concetto che il raggiungimento dei famosi "obiettivi", per il raggiungimento dei quali i nostri Dirigenti intascano decine di milioni, è soprattutto frutto e patrimonio di tutti i lavoratori che operano all'interno di questa Amministrazione.

 

Roma, 5 novembre 2001                                                                                                   RdB P.I. / mm Lavoro

                                                                                                                                        Cataldo Di Napoli  Claudio Sabani