Anche
                    se l’Amministrazione, mentre scriviamo, non ci ha ancora
                    fornito le nuove piante organiche del Ministero del lavoro,
                    possiamo ugualmente fare le nostre proposte in merito al
                    prossimo contratto integrativo partendo da alcune semplici
                    considerazioni.
                    
                    
                     La
                    prima considerazione riguarda la necessità, sulla quale
                    sembrano essere tutti d’accordo, di combattere
                    efficacemente il lavoro nero e gli infortuni.
La
                    prima considerazione riguarda la necessità, sulla quale
                    sembrano essere tutti d’accordo, di combattere
                    efficacemente il lavoro nero e gli infortuni. 
                    
                    
                    Per
                    intervenire immediatamente su quella che nel nostro
                    paese è, a detta di tutti, più che una emergenza, una vera
                    e propria calamità sociale, occorre innanzitutto
                    incrementare l’organico ispettivo oggi scandalosamente
                    insufficiente. La nostra proposta è dunque la seguente: 
                    
                    
                    -)
                    assumere dall’esterno i mille ispettori previsti dalla
                    legge finanziaria del 2000.
                    
                    
                    -)
                    prevedere il pieno utilizzo nella funzione ispettiva degli
                    attuali addetti alla vigilanza ed il loro immediato
                    passaggio a C2 esclusivamente per coloro i quali hanno
                    svolto e svolgono la funzione ispettiva,
                    indipendentemente dal titolo di studio da essi posseduto,
                    poiché è la funzione ispettiva ad essere 
                    attualmente collocata nella posizione economica C2.
                    Il primo passo per andare verso questa soluzione sarà il
                    tavolo tecnico proposto dalla RdB nella riunione del 13
                    ottobre scorso che è stato accettato dalle altre OO.SS. (la
                    cisl era assente) e dall’Amministrazione. Questo
                    permetterebbe di incrementare l’organico ispettivo di
                    circa cinquecento unità già esperte a cui però oggi
                    l’Amministrazione non dà la possibilità di effettuare un
                    intervento omogeneo e completo sull’intero territorio
                    nazionale. E’ inoltre inaccettabile che da una parte si
                    sottolinei la necessità di andare verso la figura
                    dell’Ispettore Unico e dall’altra si pensi di mantenere
                    gli addetti alla vigilanza due livelli al di sotto degli
                    ispettori. 
                    
                    
                    N.B.
                    Informiamo gli addetti alla vigilanza che proprio oggi,
                    durante l’incontro con il capo di gabinetto Dott.ssa Pria
                    alla quale era presente anche il Dott. Monticelli
                    Responsabile dell’Ufficio legislativo ci è stato
                    comunicato che giorno 2 novembre scorso
                    il Ministero di Giustizia ha risposto positivamente al
                    quesito trasmesso dalla nostra Amministrazione in merito
                    all’attribuzione della qualifica di Ufficiale di Polizia
                    Giudiziaria dopo le centinaia di richieste inoltrate dagli
                    addetti alla vigilanza dietro indicazione della nostra
                    Organizzazione Sindacale. 
                    
                    
                    -)
                    prevedere la formazione ed il passaggio a C1 di almeno un
                    migliaio degli attuali assistenti amministrativi B3
                    da utilizzare quanto prima nella funzione di
                    vigilanza. Anche per loro dovrà essere garantito il
                    successivo passaggio in C2 
                    
                    
                    solo
                    se effettivamente impegnati a svolgere tale funzione.
                    Mai più dovrà ripetersi lo scandalo di coloro che, pur
                    avendo ottenuto il passaggio a C2, non esercitano la
                    funzione di ispettori del lavoro grazie alla complicità di
                    alcune sigle sindacali e dell’Amministrazione.
                    
                    
                    Ovviamente
                    le somme di denaro recuperate all’erario per il maggior
                    numero di controlli che in tal modo si effettuerebbero,
                    andrebbero in breve ad ammortizzare il costo di tali
                    passaggi. Pertanto la tiritera del “non ci sono i soldi”
                    per i passaggi suonerebbe come la non volontà di potenziare
                    il servizio ispettivo, ben la di là di quanto invece viene
                    dichiarato.
                    
                    
                    La
                    seconda considerazione riguarda la necessità di cambiare i criteri
                    individuati dal contratto integrativo del 2001 per
                    la riqualificazione del personale che si sono rivelati, come
                    avevamo ampiamente previsto, assolutamente iniqui.
                    
                    
                    Riteniamo
                    quindi che sia doveroso rivedere tutto l’impianto di
                    accesso per l’inquadramento a livello superiore:
                    
                    
                    -)
                    valorizzando elementi oggettivi di valutazione quali
                    l’anzianità di servizio e le mansioni effettivamente
                    svolte da sempre e
                    non soltanto dal 1993 poiché con questo metodo i
                    sindacati firmatari del contratto integrativo e
                    l’Amministrazione hanno penalizzato scientificamente e
                    volutamente i quinti livelli entrati nel 1978-79-80
                    attraverso le liste dell’Ufficio di Collocamento;
                    
                    
                    -)
                    cancellando il criterio della partecipazione ai corsi di
                    formazione in quanto fortemente 
                    discriminatorio, clientelare e lesivo del diritto
                    alle pari opportunità 
                    non essendovi mai stato eguale e potenziale accesso
                    ai corsi per tutti i lavoratori.
                    
                    
                    Infatti
                    soltanto ad una minima parte dell’organico del Ministero
                    (quasi esclusivamente dell’area C) è stata data la
                    possibilità di frequentare corsi di formazione. 
                    
                    
                    -)
                    assegnando al titolo di studio un giusto peso in
                    considerazione del percorso di riqualificazione interessato.
                    
                    
                    Inoltre,
                    non dovranno più essere istituiti corsi di riqualificazione
                    in un’unica sede, con enorme dispendio di denaro pubblico
                    e forti disagi per i partecipanti, come è accaduto a
                    Fiuggi. 
                    
                    
                     Coadiutori
                    ed operatori amministrativi
Coadiutori
                    ed operatori amministrativi
                    
                    
                    Tutti
                    i coadiutori e gli operatori amministrativi B1 e B2 devono
                    essere inquadrati nel profilo direttamente superiore entro
                    il 2005 considerato che dalla loro assunzione essi hanno
                    svolto mansioni superiori. Da sempre essi hanno messo a
                    disposizione dell’Amministrazione l’esperienza e la
                    professionalità acquisita nel corso degli anni e, comunque,
                    sono stati eliminati dalle graduatorie e dal corso di
                    riqualificazione a causa dei criteri superselettivi di cui
                    abbiamo sopra accennato.              
                    
                    
                    Assistenti
                    amministrativi
                    
                    
                    Ricordando
                    che nella palude degli accordi del precedente integrativo è
                    miseramente affondato il corso - concorso che prevedeva il
                    passaggio nella posizione C1 di 570 lavoratori inquadrati in
                    B3, è necessario bandire un percorso di riqualificazione
                    che permetta il passaggio del maggior numero di B3
                    (assistenti amministrativi) nella posizione C1
                    (collaboratore amministrativo), al fine soprattutto di
                    rafforzare il contingente di personale che, sia nelle sedi
                    periferiche sia in quella centrale, si occupi di contenzioso
                    e conciliazione. 
                    
                    
                    Il
                    numero di lavoratori relativo al contingente di questo
                    percorso dovrà essere oggetto di confronto nelle fasi del
                    prossimo integrativo, ma il totale dei lavoratori coinvolti,
                    sommato al totale dei lavoratori B3 indirizzati verso il
                    corso di riqualificazione per addetti alla vigilanza,
                    non dovrà essere inferiore ai lavoratori che attualmente
                    rivestono la qualifica di B3 e B3Super (circa 2000) i quali  non hanno usufruito
                    di alcun percorso di riqualificazione nel precedente
                    integrativo. A questo punto ci sembra doveroso fare una
                    considerazione di carattere generale sull’entusiasmo, a
                    dir poco inopportuno, manifestato da parecchi colleghi che
                    si sono visti sventolare sotto il naso migliaia di posizioni
                    Super da parte di alcune organizzazioni sindacali. Ora, a
                    parte il fatto che la Super rimane una mera progressione
                    economica e nulla ha a che vedere con un corretto
                    inquadramento, l’attribuzione di tale posizione potrebbe
                    rappresentare una vera trappola per i
                    lavoratori. 
                    
                    
                    Infatti
                    CGIL, CISL, UIL, UGL non informano il personale del
                    Ministero sul “piattino” che stanno preparando ai
                    dipendenti del Comparto Ministeri sull’ordinamento
                    professionale, di concerto con il Governo, durante gli
                    incontri estivi all’Aran ripresi dopo le ferie agostane.
                    In breve si tratta di un nuovo ordinamento professionale
                    che andrà a modificare l’assetto all’interno delle
                    aree, ampliando a dismisura le posizioni economiche
                    all’interno della stessa area professionale. 
                    
                    
                    Cosa
                    significa?
                    
                    
                    Che,
                    per esempio, non esisterà più l’Area B con all’interno
                    B1, B2, B3 e B3 Super, bensì esisterà un’Area B “
                    dilatata” con al suo interno B1, B2, B3, B3 Super, B4, B5
                    e B5 Super. Ovviamente ci sarà l’obbligo per tutti di
                    svolgere tutte le mansioni con una cospicua differenza
                    stipendiale, per esempio tra B1 e B5 che svolgono la stessa
                    mansione, ed i passaggi di qualifica saranno determinati non
                    già dall’anzianità di servizio o dalla professionalità
                    acquisita ma dalla discrezionalità del dirigente di turno
                    che redigerà, ogni tot numero di anni e per ciascun
                    sottoposto, le note caratteristiche di merito: insomma una
                    riedizione delle vecchie note di qualifica, con quel che ne
                    consegue!
                    
                    
                    A
                    questo si aggiunge l’aggravante della futura preclusione
                    di ogni passaggio nell’Area successiva “C” se non in
                    possesso di diploma di laurea.
                    
                    
                    Inutile
                    spiegare che se tutto ciò si realizzasse (sono previsti
                    tempi stretti), l’acquisizione della posizione economica
                    B3 Super in luogo del corretto inquadramento nell’area C -
                    posizione C1 -, rappresenterebbe l’insabbiamento
                    definitivo per tutti quei colleghi attualmente inquadrati in
                    B3 in un’Area da cui non avrebbero mai più l’opportunità
                    di uscire! Per non parlare, poi, dell’effetto non
                    secondario che porterebbe all’impossibilità di
                    rivendicare, a livello sindacale e vertenziale,
                    l’attribuzione di mansioni superiori per tutti quelli che
                    da anni regolarmente le svolgono, senza speranza di un
                    riconoscimento alcuno. 
                    
                    
                    Alla
                    luce di ciò si rende ancora più necessario sostenere,
                    anche attraverso il voto, la nostra proposta di bandire un
                    percorso di riqualificazione per il passaggio del maggior
                    numero di B3 in C1, come sopra abbiamo esposto, tanto più
                    che tra gli impegni prioritari per l’Amministrazione
                    dovrebbe esservi quello di potenziare le attività di
                    vigilanza e di conciliazione.
                    
                    
                     Collaboratori
                    Amministrativi
                    
                    
                    La
                    totalità dell’attuale esiguo numero (meno di 50) di
                    colleghi esclusi dal precedente corso di riqualificazione
                    deve essere compreso entro il 2005 nel contingente C2
                    amministrativo e non già acquisire semplicemente la
                    posizione C1 Super, contentino abbastanza avvilente per chi
                    possiede decine d’anni di servizio ed esperienza acquisita
                    sul campo.                                  
                     
                    
                    
                    Area
                    Informatica 
                    
                    
                     Il
                    vecchio contratto integrativo ravvisava la necessità di una
                    giusta collocazione del personale informatico interno. Nei
                    fatti, ad oggi, questo personale non ha avuto alcuna
                    collocazione professionale ed economica. Intanto
                    l’Amministrazione “racconta” nelle sue varie relazioni
                    all’AIPA (Autorità per l’informatica nella P.A., ora
                    CNIPA) che i processi di informatizzazione del Ministero
                    proseguono grazie all’esperienza di 250 ICT
                    (esperti in tecnologie della comunicazione e della
                    informazione) ma che si vede costretta al ricorso a
                    contratti con privati, vista l’assenza di…. …personale
                    informatico regolarmente inquadrato! Sembrerebbe
                    una barzelletta se non fosse una cosa molto seria che molto
                    ha a che vedere con i processi di smantellamento della
                    Pubblica Amministrazione e
Il
                    vecchio contratto integrativo ravvisava la necessità di una
                    giusta collocazione del personale informatico interno. Nei
                    fatti, ad oggi, questo personale non ha avuto alcuna
                    collocazione professionale ed economica. Intanto
                    l’Amministrazione “racconta” nelle sue varie relazioni
                    all’AIPA (Autorità per l’informatica nella P.A., ora
                    CNIPA) che i processi di informatizzazione del Ministero
                    proseguono grazie all’esperienza di 250 ICT
                    (esperti in tecnologie della comunicazione e della
                    informazione) ma che si vede costretta al ricorso a
                    contratti con privati, vista l’assenza di…. …personale
                    informatico regolarmente inquadrato! Sembrerebbe
                    una barzelletta se non fosse una cosa molto seria che molto
                    ha a che vedere con i processi di smantellamento della
                    Pubblica Amministrazione e 
                    
                    
                    con
                    gli sprechi di pubblico denaro. Il Ministero infatti
                    insiste in una dissennata politica di “privatizzazione dei
                    sistemi informativi, senza alcun risultato concreto ma con
                    un pesante dissanguamento finanziario a carico della
                    collettività.
                    
                    
                    Eppure
                    è sotto gli occhi di tutti come gli unici “programmi”
                    utilizzabili e funzionanti, oltre che funzionali, siano
                    stati rilasciati dal personale interno e come sia lo stesso
                    personale interno a garantire, in particolar modo negli
                    uffici territoriali, un minimo di funzionalità al sistema.
                    
                    
                    Riteniamo
                    che il prossimo integrativo debba prevedere un
                    ridimensionamento dei processi di esternalizzazione
                    “selvaggia” in atto ed una corretta valorizzazione
                    nell’attività progettuale attraverso il passaggio a B3 e
                    C1 ed il corretto inquadramento del personale escluso dalla
                    riqualificazione. Inoltre occorre prevedere la copertura del
                    profilo di Coordinatore Informatico che, seppur
                    previsto dal Contratto Integrativo, non è stato ancora
                    definito. 
                    
                    
                    Coordinatori
                    Amministrativi, Ispettore del Lavoro Coordinatore,
                    
                    
                    Coordinatore
                    Socio- Statistico- Economico, C3.
                    
                    
                    Nell’ottica
                    di un sostanzioso rafforzamento dell’attività ispettiva
                    attuato attraverso il potenziamento del numero degli
                    ispettori del lavoro, deve anche essere previsto un aumento
                    proporzionale dei Coordinatori dell’Ispettorato del
                    lavoro con un
                    percorso rivolto a quegli ispettori del lavoro che,
                    soltanto in virtù della effettiva attività
                    ispettiva svolta, possano indirizzare e coordinare i
                    nuovi ispettori del lavoro.
                    L’introduzione del profilo
                    di Coordinatore socio - statistico – economico attuato
                    con il contratto integrativo, risulta aver svilito le
                    competenze prima attribuite ai singoli profili professionali
                    (Direttore statistico, Sociologo e Psicologo) ed aver creato
                    un profilo ibrido non coerente con la
                    formazione scolastica e professionale di coloro che sono
                    confluiti in questa Area.
                    
                    
                    Riteniamo dunque che sia necessario il ripristino delle qualifiche
                    precedenti al contratto integrativo, con
                    l’obiettivo dell’assegnazione dei funzionari a mansioni
                    adeguate alla loro formazione.
                    
                    
                    Ciò
                    consentirebbe un salto qualitativo nel lavoro sia per
                    l’Amministrazione sia per i lavoratori, i quali potrebbero
                    finalmente svolgere le competenze per le quali sono stati
                    assunti, con sicuri vantaggi per i cittadini. Nel contratto
                    integrativo precedente era prevista la riqualificazione per
                    26 Coordinatori socio – statistico – economici, percorso
                    poi dissoltosi senza alcuna spiegazione. Ne chiediamo,
                    quindi, l’immediata riattivazione, con profili separati,
                    per un numero che dovrà essere necessariamente implementato
                    e con criteri che rispettino la formazione universitaria di
                    assunzione.
                    
                    
                    Va
                    da sé che il nuovo contratto integrativo sarà un banco di
                    prova per capire se davvero a questa Amministrazione stanno
                    a cuore le politiche sociali (volontariato, famiglia,
                    tossicodipendenze, presidi socio-assistenziali ecc.).
                    
                    
                    Per
                    quanto riguarda il profilo professionale di Coordinatore
                    Amministrativo, il corso di riqualificazione,
                    attualmente in itinere per 138 posti, risulta del tutto
                    insufficiente all’aumentato organico di C2 successivo alla
                    riqualificazione di 440 posizioni. Si rende quindi
                    necessario prevedere un nuovo percorso di riqualificazione
                    che tenga in debito conto quanto previsto dal testo del
                    decreto legge 29 dicembre 2003, n.356 che definisce mediante
                    accordi tra l’ARAN e le OO.SS il passaggio alla posizione
                    C3 dei funzionari assunti alla data del 31 dicembre 1990,
                    stabilendone ampia copertura economica per gli anni 2004 –
                    2005.
                    
                    
                    
                    
                    Alcune
                    brevi riflessioni……
                    
                    
                    Negli
                    ultimi anni siamo stati tutti tempestati da allarmismi,
                    spesso sfociati in scenari catastrofici, riguardo il
                    prossimo futuro del nostro paese, a causa del debito
                    pubblico destinato, secondo molti economisti di ideologia
                    liberista, a rappresentare entro il 2050 più del 200% del
                    prodotto interno lordo. Tali previsioni hanno avuto come
                    effetto quello di convincere l’opinione pubblica della
                    necessità di riforme dolorose ma inevitabili ed hanno
                    permesso, senza trovare grossi ostacoli, la privatizzazione
                    di imprese pubbliche spesso apprezzare ed in buona salute,
                    di fare accettare ai cittadini e ai dipendenti la chiusura
                    definitiva di molti uffici postali e stazioni ferroviarie,
                    di rimettere in discussione la gratuità delle spese mediche
                    e dell’istruzione, di trasformare la funzione pubblica in
                    un arcipelago di operatori in concorrenza tra loro e
                    costantemente minacciati. 
                    
                    
                    
                    Potremmo
                    fare moltissimi esempi a partire, per esempio, dalla
                    macroscopica diversità di trattamento dei lavoratori
                    precari ma ci limitiamo ad uno solo poiché a noi molto
                    vicino e, a nostro giudizio, abbastanza significativo per la
                    comprensione del meccanismo mediante cui avviene, senza
                    colpo ferire o quasi, la dismissione della “cosa
                    pubblica”: i seimila e più dipendenti degli ex uffici di
                    collocamento trasferiti nei “centri per l’impiego”
                    delle Province, devono fare ogni giorno i conti con la
                    concorrenzialità delle migliaia di agenzie private, di
                    intermediazione, di somministrazione, interinali ecc. mentre
                    i centri per l’impiego rischiano di diventare sempre più
                    o scatole vuote o, peggio, luoghi di propaganda e di
                    clientele per i politici locali, soprattutto in prossimità
                    delle scadenze elettorali amministrative. 
                    
                    
                    Poiché
                    nulla di fatto si fa per valorizzarne il ruolo pubblico,
                    appare lecita la domanda: quanto potranno durare? Ancora
                    oggi i nostri ex colleghi percepiscono, a mo’ di
                    risarcimento per la loro cacciata dallo Stato, una indennità
                    di amministrazione erogata dal Ministero del Lavoro che non
                    viene naturalmente percepita dai lavoratori della Provincia.
                    La differenza retributiva tra lavoratori che svolgono
                    all’interno dei “centri per l’impiego” identiche
                    mansioni, ha prodotto non poche divisioni e contrasti negli
                    uffici alimentando un clima di costante tensione tra
                    subalterni. 
                    
                    
                    Ciò
                    risulta utilissimo al fine di indebolire o impedire del
                    tutto la necessaria risposta unitaria di fronte alla
                    minacciosa prospettiva, incombente su tutti,
                    della trasformazione dei centri per l’impiego in società
                    per azioni: in tal caso cosa ne sarebbe dei circa 6500
                    nostri ex colleghi dei vecchi collocamenti, approdati agli
                    Enti Locali per ultimi?
                    
                    
                    Come
                    qualcuno ha scritto usando una immagine molto efficace, il
                    processo di dismissione della pubblica amministrazione è
                    avvenuto e avviene in modo molto semplice: è stato
                    sufficiente creare un “corridoio di riforme”
                    all’interno del quale una porta si chiude non appena è
                    stata oltrepassata per arrivare ad un’altra che si apre
                    via via che ci si avvicina. Poi non si ha più “benzina”
                    per tornare indietro e così si è costretti ad andare
                    avanti, sempre.
                    
                    
                    La
                    fatalità del “non ci sono alternative” e la tattica
                    della “terra bruciata” sono armi straordinarie per
                    permettere il grande salto nel passato, quando i lavoratori
                    non avevano diritti e per loro non esisteva alcuna
                    protezione, a cominciare dalla copertura previdenziale, e
                    potevano essere licenziati in qualsiasi momento.
                    
                    
                    
                    Ma
                    il grande salto nel passato è anche il risultato di una
                    serie di tappe intermedie in cui avvengono le trasformazioni
                    culturali necessarie affinché possa penetrare nella società
                    la percezione dell’impossibilità di andare in un’altra
                    direzione opposta a quella indicata dal pensiero dominante. 
                    
                    
                    Se,
                    sempre restando ad esempi a noi vicini, i direttori delle
                    D.P.L. ed i dirigenti dei servizi ispettivi
                    “suggeriscono” o comunque permettono per anni ai loro
                    ispettori di limitare l’attività di vigilanza
                    circoscrivendo i controlli in azienda al minimo
                    indispensabile e privilegiando la funzione di consulenza,
                    essi in questo modo hanno di fatto collaborato attivamente a
                    preparare il terreno di coltura ideale all’attecchimento,
                    in seguito, di una riforma come l’attuale che, oltre a
                    rendere ancor più precario il lavoro, cancella reati penali
                    come l’interposizione di manodopera; riduce le sanzioni
                    pecuniarie a cifre irrisorie condonando di fatto gli
                    illeciti amministrativi (tutti i datori di lavoro saranno
                    tentati al non rispetto delle norme ben sapendo di potersela
                    cavare a buon mercato nella rara eventualità d’ essere
                    “pizzicati”); trasforma gli ispettori in consulenti
                    delle imprese ecc… Insomma, le leggi liberiste passano
                    senza trovare nella società la resistenza che dovrebbero
                    perché in effetti sono già “nelle cose”. 
                    
                    
                    Ma
                    queste politiche, negli ultimi anni, hanno incominciato a
                    registrare una forte crisi di consenso da parte delle masse
                    popolari soprattutto a causa del loro progressivo
                    impoverimento e, se ancor oggi esse imperversano azzerando
                    diritti e conquiste (vedi per esempio la cancellazione
                    “sperimentale” per tre anni dell’articolo 18 della
                    legge 300 anche nelle aziende al di sopra dei 15
                    dipendenti), appaiono però come il gigante coi piedi
                    d’argilla. 
                    
                    
                    E
                    quando i lavoratori ed i cittadini cominciano ad opporsi in
                    modo organizzato come alla Fiat di Melfi o a Scansano, la
                    musica cambia!
                    
                    
                    Noi
                    siamo convinti che da queste politiche si possa uscire ma
                    occorrono mobilitazioni partecipate ed anche l’impegno
                    individuale di ciascuno di noi a non dare credito a chi
                    sostiene l’inevitabile necessità di tagliare la spesa
                    pubblica, a cominciare dalle retribuzioni e dalle pensioni
                    dei lavoratori dipendenti, per ridurre l’indebitamento del
                    paese e stare dentro i parametri fissati dal patto di
                    stabilità.
                    
                    
                    Siamo anche arciconvinti che il lavoratore
                    del pubblico impiego non rappresenti per il cittadino
                    contribuente un onere, come vogliono farci credere, bensì
                    un infermiere che lo cura, un pompiere che lo soccorre, un
                    insegnante che educa i suoi figli, un ispettore del lavoro
                    che lo protegge dall’arbitrio dell’imprenditore, e così
                    via. 
                    
                    
                    Consapevoli
                    di ciò e che le risorse economiche per contenere il deficit
                    si possono e debbono trovare senza massacrare ulteriormente
                    i lavoratori pubblici e tagliare i servizi ai cittadini, per
                    esempio attraverso l’aumento dell’aliquota fiscale per i
                    ricchi, la lotta alla massiccia evasione fiscale e
                    contributiva, tassando l’export di armi (soprattutto per
                    disincentivarlo) e le transazioni valutarie, combattendo i
                    veri sprechi ed inefficienze nella P.A.(come il ricorso
                    dilagante a consulenti esterni spesso mediocri e sempre
                    costosi), tagliando gli stipendi e le pensioni d’oro a
                    cominciare da quelli dei parlamentari (non è demagogia,
                    sono stati presentati disegni di legge a tale scopo solo che
                    il Parlamento non ne ha preso ancora visione!) ecc…,
                    consapevoli di ciò - dicevamo - la RdB s’accinge ad affrontare la partita del rinnovo contrattuale
                    di pubblico impiego e, nella fattispecie, le trattative
                    sull’integrativo di Ministero senza farsi prendere dal
                    ricatto delle “compatibilità economiche” e, come
                    sempre, fuori dalle logiche concertative. 
                    
                    
                    Roma
                    5 novembre ’04