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FUA 2005: FUORI DALLE AMBIGUITA’

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In prossimità del Natale avrete letto i comunicati delle varie Organizzazioni Sindacali riguardanti la firma dell’Accordo Nazionale per il Fondo Unico di Amministrazione 2005, e se non avete avuto l’occasione di leggerli ve li possiamo riassumere in due parole: accordo eccezionale.

Non siamo dello stesso parere, riteniamo, infatti, che sia stata persa una grossa occasione per dare un segnale concreto imponendo all’Amministrazione una distribuzione equa, soprattutto per garantire a tutti i lavoratori un parziale recupero del potere di acquisto salariale  (come tra laltro sembra venga, giustamente, agitato nelle piazze, soprattutto da qualche organizzazione sindacale).

Come poter giustificare, infatti, che da un lato  si porti avanti una battaglia mediatica sui contratti, evidenziando la progressiva perdita del potere d’acquisto dei nostri stipendi (finalmente se ne sono accorti anche loro!!) e invitando i lavoratori a scioperare, quando dall’altro nella sola occasione che si ha di poter dare un parziale recupero  tramite una distribuzione a pioggia del FUA in considerazione delle presenze (unico criterio oggettivo, se di criteri si deve parlare), salvaguardando i lavoratori con problemi di salute ecc., si sceglie la strada della pseudomeritocrazia?

Tale scelta determina comportamenti altamente discrezionali che consentono, come peraltro affermato da molte sigle sindacali al tavolo della contrattazione, che colleghi dello stesso livello possano prendere chi 300 euro e chi 2000 euro.

E questa forbice enorme tra un lavoratore e l’altro cosa significa? … che il lavoratore che ha percepito di meno non abbia profuso sufficiente impegno? …Ahi noi, purtroppo, è la stessa logica utilizzata nella campagna mediatica governativa che dipinge il pubblico impiego come un buco nero fatto di sprechi, assenteismo e inefficienza, al solo fine di giustificare i tagli alla spesa pubblica.

Si attacca questo Governo, si critica duramente la nostra Amministrazione sotto i più svariati aspetti ma poi si consente che siano quegli  stessi dirigenti, oggetto di tante critiche, a distribuire i nostri soldi, spesso secondo politiche personalistiche e clientelari che nulla hanno a che fare con meritocrazia ed efficienza; d’altronde, una Commissione paritetica istituita tra Amministrazione e sindacati all’inizio del 2004 per individuare criteri equi ed oggettivi di distribuzione del Fondo , dopo alcune riunioni è miseramente fallita poiché tutte le parti hanno verificato l’impossibilità di individuare alcun criterio.

Però di questo non si è tenuto conto, e allora lasciamo che continuino a giocare con i nostri soldi, utilizzando il Fondo come strumento di compensazione dei tagli governativi che a vario titolo colpiscono tutti i lavoratori di questo Ministero.

Infatti cosa pensare delle riqualificazioni e degli inquadramenti nelle Super pagati con il Fondo se non come di un ulteriore attentato ai nostri soldi; si dà la possibilità ai lavoratori di riqualificarsi con l’obiettivo di migliorare il servizio all’utenza o di svolgere un ruolo sociale come nel caso della vigilanza, ma, paradossalmente, tale miglioramento professionale non è pagato da chi ne usufruisce, ovvero lo Stato, ma è pagato dagli  stessi lavoratori  attraverso l’utilizzazione del loro  Fondo. 

La RdB aveva proposto una equa distribuzione del Fondo che accanto ad una distribuzione fondata sulla presenza, prevedesse anche l’attribuzione di una quota giornaliera non inferiore ai 3 euro da destinare, indipendentemente dalla posizione economica del lavoratore, a coloro i quali, alla data dell’1.1.2005, non avevano percepito alcuna differenza economica determinata dal nuovo inquadramento; questo, al fine di stabilire una sorta di equiparazione economica certa a vantaggio e compensazione per tutti quei lavoratori che non hanno potuto accedere ai percorsi di riqualificazione a causa dei criteri altamente discriminanti determinati dagli accordi siglati in merito al CCNI, e per tutti quei lavoratori che pur accedendo ai corsi sono risultati “non idonei”. Tutto ciò va  considerato sia alla luce del fatto che le differenze economiche relative ai nuovi inquadramenti e alla posizione economica Super, sono finanziate dal F.U.A. sia anche nell’ottica di porre fine alle discriminazioni e speculazioni economiche da sempre in atto (soprattutto in sede periferica) tra lavoratori e lavoratori.

Invitiamo, quindi, i colleghi a far sentire la loro voce, a pretendere  un ruolo attivo di critica nei confronti di coloro che continuano a portare avanti politiche ambigue e logiche pseudomeritocratiche, a richiedere che il Fondo ritorni nelle nostre tasche come recupero del potere d’acquisto di uno stipendio ormai “da sopravvivenza”, a non cadere nella trappola di chi ci vuole divisi tra buoni e cattivi.

Roma 5 gennaio 2005

RdB/CUB Pubblico Impiego – Lavoro e Politiche Sociali

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