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                  Migliaia di 
                  lavoratori hanno partecipato in queste ultime settimane alle 
                  iniziative messe in campo dalle Rappresentanze di Base. 
                   
                  
                  Assemblee, volantinaggi, presidi sotto le Prefetture hanno 
                  visto protagonisti i lavoratori di questa Amministrazione 
                  coscienti, oramai, del fatto che il disegno politico, 
                  orchestrato all’inizio degli anni ’80 e a cui il governo di 
                  centro-destra ha voluto imprimere un’accelerazione feroce, ha 
                  trovato nelle ultime Leggi Finanziarie una quasi naturale 
                  conclusione, propedeutica allo smantellamento di una parte 
                  dello stato sociale ed in particolar modo a quella che compete 
                  direttamente le tutele dovute sui posti di lavoro.  
                  La paralisi degli uffici 
                  periferici prelude alla considerazione che gli stessi non sono 
                  più funzionali a quei criteri di profitto politico ed 
                  economico per i quali le garanzie dello stato sociale devono 
                  considerarsi un’inutile zavorra di cui si può fare sicuramente 
                  a meno. Così come il diritto alla salute, allo studio, alla 
                  casa…. , il diritto al lavoro e la tutela di esso non devono 
                  trovare posto in una società in cui solo i “caimani” possono 
                  farla da padroni. Ed è per questo che un’amministrazione come 
                  la nostra (scomoda per le funzioni che ha, o sarebbe meglio 
                  dire, avrebbe dovuto ricoprire nel passato, presente e futuro) 
                  deve essere messa in condizioni di “non nuocere”, evitando di 
                  operare controlli sui datori di lavoro, evitando di esercitare 
                  le funzioni di vigilanza ed ottemperando, con tempi sempre più 
                  dilatati, alle conciliazioni e al contenzioso in materia di 
                  lavoro. 
                  Pare che 
                  oramai questa triste realtà è compresa da tutti persino da 
                  quelle Organizzazioni Sindacali che in tempi passati hanno 
                  taciuto….. o troppo prese dal pantano delle contrattazioni e 
                  concertazioni varie, hanno ignorato  per lunghi anni il 
                  progetto di smantellamento del Ministero del Lavoro, 
                  
                  limitandosi 
                  a prendere atto del passaggio degli uffici di collocamento 
                  alle province, regioni ed alle agenzie di lavoro; 
                  del 
                  progressivo depauperamento delle funzioni inerenti alla 
                  vigilanza, dell’utilizzo del personale adibito ad essa in 
                  altre funzioni, stipulando accordi con i quali persino 
                  personale riqualificato (vedi accordo sul diritto d’opzione 
                  relativo agli ispettori del lavoro) veniva destinato ad altro, 
                  intestardendosi nella “sacralità” degli accordi pattizi a 
                  dispetto della solare evidenza della “questione” addetti alla 
                  vigilanza; 
                  soccombendo 
                  senza colpo ferire alla sottrazione delle attività relative 
                  alla cooperazione ed alla mortificazione del relativo 
                  personale; 
                  senza 
                  rendersi conto dell’accantonamento del personale informatico 
                  interno, svilito e trascurato nelle sue competenze a favore 
                  della selvaggia esternalizzazione, passaggio fondamentale per 
                  trasformare in profitto privato un’attività fondamentale per 
                  la funzionalità degli uffici; 
                  mentre il 
                  personale amministrativo continuava a provare a tenere in 
                  piedi la baracca, senza risorse, mezzi, riconoscimento 
                  professionale, contando esclusivamente sulla “buona volontà” e 
                  sulla coscienza del valore del “servizio” che il 
                  cittadino-utente richiede. 
                  In questo 
                  continuo arretramento non poteva che giungere l’ultimo 
                  intervento “a gamba tesa” della Funzione Pubblica che ritiene 
                  di equiparare migliaia di lavoratori con decenni di esperienza 
                  professionale alle spalle a dei nuovi assunti, provando così a 
                  mettere una pietra tombale su qualsiasi possibilità di 
                  sviluppo economico e professionale dei dipendenti pubblici. 
                  Scrivevamo nel nostro comunicato 
                  del 18 febbraio: la RdB/CUB PI proclama quindi lo stato di 
                  agitazione e chiama i lavoratori alla mobilitazione per 
                  costruire un reale percorso di lotta, inizialmente con 
                  assemblee della durata di 20 minuti al giorno a partire dal 28 
                  febbraio e nelle giornate dell’1, 2, 7, 8 e 9 marzo prossimo, 
                  da svolgersi contemporaneamente in tutti i posti di lavoro, 
                  che coinvolgano lavoratori e cittadini utenti dei servizi, 
                  fino ad arrivare ad una giornata di mobilitazione nazionale in 
                  una data che definiremo successivamente. 
                  La grande 
                  volontà e capacità di mobilitazione dimostrata da migliaia di 
                  colleghi con la generalizzata ed unitaria partecipazione alle 
                  iniziative intraprese in tanti posti di lavoro a partire dal 
                  28 febbraio non va ora dispersa e divisa. 
                  Per 
                  questo saremo presenti anche noi alla manifestazione del 24, 
                  perché il momento storico e le condizioni in cui versa il 
                  Ministero necessitano una mobilitazione generale che superi le 
                  diverse anime sindacali, troppo grave è la situazione!!!. Ciò 
                  però non ci fa dimenticare che poco si è fatto in questi anni 
                  da parte di molte sigle sindacali per arrestare questo 
                  progressivo e ineluttabile smantellamento, né vogliamo che  
                  questo momento di protesta  diventi l’ennesima  
                  strumentalizzazione in  periodo elettorale, ma che si realizzi 
                  come un  vero e proprio grido di accusa dei lavoratori di 
                  questo ministero  contro le politiche governative di questi 
                  ultimi dieci anni   
                  
                  
                  MANIFESTAZIONE NAZIONALE 
                  
                  
                   VENERDì 24 MARZO 
                  Via Veneto 56
                  La 
                  manifestazione sarà soltanto una tappa importante all’interno 
                  di quel percorso di lotta avviato il 28 febbraio, affinché sia 
                  chiaro che i dipendenti di questa amministrazione 
                  continueranno le loro iniziative, prima e dopo le elezioni: 
                  per 
                  riprendersi la loro dignità di lavoratori e i loro diritti; 
                  per un 
                  Ministero del Lavoro al servizio dei cittadini e non delle 
                  imprese; 
                  per un 
                  aumento consistente della vigilanza che garantisca condizioni 
                  di lavoro sicure e dignitose a tutti i lavoratori; 
                  per un 
                  contratto integrativo che assicuri un passaggio di livello per 
                  tutti coloro che sono stati esclusi  dal precedente; 
                  perchè i passaggi d’area non sono 
                  “nuove assunzioni” 
                  Roma, 17 
                  marzo ’06 
                  
                  
                  Fed. RdB/CUB P.I.-Coord. 
                  Lavoro |