Lettera aperta a “Liberazione”

  Cari compagni,

Il contratto degli Statali che fa da apripista ai rinnovi contrattuali di 3milioni di dipendenti pubblici non è, come avete scritto su “Liberazione”, un segno di arretramento del Governo. Cerchiamo dunque di vedere le cose sotto la giusta “luce” poiché non è tutto oro ciò che luccica. Il 17 /1, poco prima del rinnovo contrattuale, il Governo Berlusconi decide di recepire una direttiva europea di ben tre anni fa sull’aumento a 40 ore dell’orario di lavoro per tutti i lavoratori dipendenti. Pochi giorni prima della firma del contratto da parte di CGIL CISL UIL, a seguito di una raccomandazione dell’ U.E. affinché l’Italia si doti finalmente di una normativa sul “mobbing”, il Governo, per bocca di un suo Ministro, ha specificato che il nostro Paese né ora né mai avrà una legge in tal senso. Ebbene ora si sottolinea con una certa enfasi che sul contratto non c’è l’aumento dell’orario di lavoro e che viene prevista l’istituzione di commissioni “anti-mobbing” che - diciamolo- senza una legge ad hoc rischiano di essere solo fumo negli occhi! Di fatto il disegno di legge del PRC in materia di mobbing giace da tempo alla Camera e non c’è alcuna volontà  da parte della maggioranza di riesumarlo. Sul fatto, poi, che sul contratto degli Statali non vi sia traccia di contratti precari come da legge delega 848, è bene rammentare che nei vari ministeri ( dai Beni Culturali, agli Interni, al Lavoro, ecc.) già esistono di fatto migliaia di lavoratori precari in virtù dell’applicazione “del pacchetto Treu” ( legge 196/97 ).

In compenso, però, lo “scarso rendimento” può essere sanzionato con una sospensione dal servizio e dallo stipendio fino a sei mesi. Migliaia di “livellati” saranno di fatto alla mercé di dirigenti spesso mediocri che già oggi pretendono di raggiungere gli obiettivi sulla produttività e di intascare i relativi “premi” senza però essere in grado di organizzare il lavoro e scaricando la responsabilità di questa loro incapacità sui livelli bassi Per ciò che riguarda gli aumenti retributivi la RdB Pubblico Impiego ha fatto qualche conto da cui risulta che, per un lavoratore inquadrato in B3( ex 6° livello), l’aumento si concretizza al netto nella favolosa cifra di 46,46 euro. Appare evidente che il Governo ed in primis il vice presidente del Consiglio, attraverso questo contratto mirino a farsi una provvidenziale propaganda cercando anche di rompere il fronte del lavoro dipendente mettendo, tanto per parafrasare la Confindustria, l’archivista dello Stato contro il tecnico dell’industria. Quindi, attenzione nei giudizi!

 

                                                                                              Stefania Petruzzellis

Roma 4 marzo ’03                                                      del coord. nazionale RdB Ministero Lavoro