SERVIZIO ISPEZIONE DEL LAVORO: dalla parte di chi sta?

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Da alcuni anni gli ispettori del lavoro vengono sempre più utilizzati, spesso loro malgrado, in operazioni di “vetrina” solo apparentemente volte a colpire il lavoro nero ma che, in realtà, si concretizzano in veri e propri blitz di stampo poliziesco eseguiti congiuntamente ad altri enti di vigilanza ed ai carabinieri, blitz utilizzati -di fatto-a dare la caccia ai soggetti più indifesi: principalmente extracomunitari da rispedire nei paesi di provenienza, scenograficamente inseguiti nelle stalle delle Capannelle così come dentro i mercati generali alle tre di notte o per le vie dell'Esquilino o sulle affollate spiagge del litorale.

La logica perseguita è quella di non disturbare i veri manovratori e dimostrare di raggiungere alcuni risultati scegliendo e colpendo gli obbiettivi più vulnerabili e in grado di fornire la massima visibilità in termini propagandistici.  Insomma una sorta di americanizzazione nei modi di eseguire le ispezioni che finisce con il danneggiare soprattutto i lavoratori.

E' quanto accaduto di recente in una cooperativa di forte rilevanza sociale capace, attraverso l’autorganizzazione dal basso, di recuperare e risanare una struttura abbandonata e degradata (cascinale e spazio antistante) rendendola unico luogo di vera aggregazione in un quartiere popolare di Roma (Casalbruciato). Il blitz si è svolto in modo particolarmente aggressivo e prolungato nel tempo ed ha disorientato e spaventato i molti cittadini che alle 7 di sera occupavano il parco attrezzato e a cui sono state richieste le generalità, come se anziché effettuare un'azione di vigilanza amministrativa, si stesse alla ricerca di delinquenti pericolosi  L'episodio è la riprova di quanto andiamo denunciando da tempo e cioè che l'organizzazione del lavoro del Servizio Ispezione del Lavoro (ma vale anche per gli altri Enti di vigilanza) rispecchia la sua subalternità alle direttive del governo in carica e alle esigenze dei poteri forti da esso rappresentati, alla faccia della propria autonomia istituzionale.

Nell'ottica di un sistema iperliberista risulta infatti più proficuo danneggiare l'immagine di una cooperativa come la "Cacciarella" piuttosto che colpire le vere sacche di sfruttamento massiccio e costante dei lavoratori. 

Si spiegano così le operazioni di facciata, inutili anche al semplice scopo di prevenzione, e la pressoché totale indifferenza verso situazioni lavorative tristemente note, come i vari call-center di grandi imprese pubbliche e private con centinaia o migliaia di operatori in nero contrabbandati per autonomi e che, proprio in virtù di ciò, fatturano centinaia di milioni di euro all'anno truffando lo Stato per cifre altrettanto rilevanti. In questo, come in altri casi simili, non si effettuano interventi su iniziativa, nè tanto meno blitz polizieschi, semmai per intervenire si aspetta che i lavoratori, sottoposti a fortissimi ricatti, si decidano a fare le segnalazioni. Ed anche in questo caso, sovente, tutto finisce in “cavalleria". 

Per non parlare della scarsissima attenzione nei confronti di una materia come la sicurezza la cui inequivocabile spia è rappresentata dall'esiguo numero di ispettori ad essa preposti. Ma si sa, il rispetto delle norme sulla sicurezza ha per le aziende costi elevati e allora meglio risarcire le vedove, i vedovi o gli invalidi permanenti, tenuto conto che per molti di loro pur ottenere una modesta pensione o un qualsivoglia indennizzo è impresa assai difficoltosa, quasi come vincere un terno al lotto. In Italia, è ben noto, si muore anche per malattie professionali che non vengono riconosciute come tali. Anziché affrontare in modo adeguato i veri e drammatici problemi legati al mondo del lavoro, si preferisce usare metodi da “specchieffi per le allodole". 

Coordinamento RdB - Ministero del Lavoro - Lazio