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       CARTOLARIZZAZIONE
      DEI CREDITI INPDAP FURTO CON DESTREZZA  | 
    
      
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       La
      chiusura anticipata del collocamento degli ordini emessi a seguito della
      Cartolarizzazione dei Crediti Inpdap
      voluta dall’estroverso ed immaginifico Ministro dell’Economia dimostra
      solo la “Bontà dell’Affare” (leggi speculazione finanziaria), per
      gli investitori e per lo stesso Ministro, realizzatosi con
      l’appropriazione illegittima delle risorse accumulate nel “Fondo di
      Previdenza e Credito” dei dipendenti pubblici. I
      crediti vantati dall’Inpdap,
      rispetto ai prestiti erogati, sono infatti garantiti dal recupero
      operato direttamente dalla busta paga (la cessione del 1/5 dello
      stipendio)  o, in caso di
      pensionamento, sull’indennità di fine rapporto e pertanto non
      presentano alcun rischio di rientro, tanto che le stesse Società di
      Valutazione del Collocamento indicavano l’operazione con la
      “tripla A”, indice di un investimento più che sicuro. Già
      all’uscita del Decreto del
      Ministro dell’Economia e delle Finanze del 29 Aprile, validato tra
      l’altro anche da una strabica Corte dei Conti, la RdB P.I.
      aveva occupato la stanza del suo Consigliere del C.I.V. dell’Inpdap,
      proclamando lo sciopero della fame, di fronte all’evidente illegittimità
      ed incostituzionalità del provvedimento, denunciata dalle RdB anche
      pubblicamente in un dibattito sul Ruolo delle attività Sociali dell’Inpdap Il
      “Fondo di Previdenza e Credito”
      è infatti alimentato con il prelievo obbligatorio pari allo 0,35 sullo
      stipendio mensile dei dipendenti pubblici, ovvero con 
      “Salario Differito” degli iscritti alle casse amministrate
      dall’Inpdap. Che
      tale Fondo appartenga ai lavoratori e a nessun altro è espresso
      chiaramente all’Art.5
      del Regolamento emesso a seguito della L.662/96, dove si afferma che la “gestione
      unitaria delle prestazioni creditizie e sociali ha propria autonomia
      patrimoniale ed economico-finanziaria”
      rispetto al bilancio
      generale dell’Inpdap,
      il quale deve solo svolgere la funzione di Gestore del “Fondo” la cui
      proprietà rimane ai Dipendenti Pubblici. Non
      si capisce quindi la soddisfazione del neo Presidente dell’Inpdap Ing.
      Staderini il quale,
      piuttosto che tutelare gli interessi dei lavoratori, plaude al furto di
      tali risorse per consentire gli artifici contabili del Ministro
      dell’Economia sulla riduzione del deficit di Bilancio Generale dello
      Stato. Forse
      la soddisfazione risiede nel fatto che lo stesso Ministro ha dato la
      “garanzia” all’Inpdap di poter ancora erogare le prestazioni (prestiti,
      borse di studio, soggiorni estivi dei figli dei dipendenti, assistenza
      agli anziani) dimenticando tuttavia che la
      copertura finanziaria di tali prestazioni è pari a 900 Milioni di Euro
      annui contro i 4 Miliardi passati nelle casse del Ministro ed i 200
      Milioni offerti gentilmente  alla
      speculazione degli investitori con la cartolarizzazione. Di
      fatto il fondo è stato azzerato nel 2003 e comincia a ricostituirsi nel
      2004 con il contributo dello 0,35% e i ratei dei mutui erogati. Questa
      è l’ulteriore dimostrazione dell’arroganza e delle bugie di questo
      Governo che dopo aver stanziato poche briciole per il rinnovo dei
      contratti 2004/2005 dei dipendenti pubblici, ora infila le mani nelle loro
      tasche e fa razzia. La RdB Pubblico
      Impiego sta valutando tutte le possibili iniziative da mettere in campo
      per contrastare questa odiosa operazione, non ultima una iniziativa legale
      che denunci l’incostituzionalità di quello che può definirsi un vero e
      proprio furto con destrezza da parte del Ministro Tremonti.  Novembre 2003 Federazione RdB/CUB Pubblico Impiego  | 
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