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TFR e Fondi Pensione. Un’opportunità o una trappola?
 VENERDI’ 12 novembre. INCONTRO-DIBATTITO

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in televideoconferenza dai locali della Direzione Generale dell’INPS a Roma in collegamento con tutte le Sedi regionali e provinciali dell’Istituto dalle ore 10,00 alle ore 13,00 aperto alla partecipazione di tutti i lavoratori.

Un dibattito che si prefigge di ottenere almeno due risultati:

  • fare chiarezza nel mare di menzogne che avvolge l’argomento;

  • mettere a punto gli obiettivi e gli strumenti per perseguirli.

Negli ultimi tempi, a seguito delle iniziative assunte dalla RdB (unica voce fuori dal coro), registriamo da parte di altre sigle sindacali una vera e propria campagna di disinformazione sull’argomento TFR e Fondi Pensione.

A distinguersi in modo particolare è la Cgil che ha pure adottato per le prossime elezioni RSU lo slogan “pubblico è meglio”.

Di sicuro è meglio! Sarebbe opportuno però che lo slogan fosse coerente con la pratica.

Ed invece, anche su questo terreno, si arrampica sugli specchi per sostenere l’ineluttabilità della previdenza privata, perché questa è la vera natura della previdenza complementare.

Si passa poi dall’invito a stare calmi perché la situazione è in divenire a quello di partecipare allo sciopero generale per rivendicare la costituzione dei Fondi privati anche nel pubblico impiego.

Perché il confronto tra rendimento del TFR e Fondi non può essere fatto sul breve ma sul lungo periodo e che se non si aderisce ai Fondi si perde il contributo del datore di lavoro, sottacendo su quanto in più devono pagare i lavoratori soprattutto nel pubblico impiego.

Peccato che a smentirli è una notizia di questi giorni: Banca Intesa ha chiesto la liquidazione coatta del Fondo Comit, un Fondo che risale al 1921. Una scelta che comporta la cassazione immediata del pagamento delle rate di pensione maturate e la liquidazione fallimentare del patrimonio.

L’ultimo argomento è che ogni anno che passa si perde lo 0,5% di pensione ed è vero!

Ma non è l’effetto della famigerata riforma Dini che la Cgil, insieme a Cisl e Uil, hanno scelleratamente sostenuta?

Noi sosteniamo invece la necessità, la possibilità e l’urgenza di rafforzare il sistema pensionistico pubblico per assicurare una vecchiaia dignitosa garantita a tutti, a partire dai più giovani ai quali è sicuramente negata.

La precondizione per riaprire il discorso è il fallimento della previdenza complementare.

Una prima risposta è quella della istituzione di un Fondo pubblico a rendimento garantito con adesione volontaria che può essere richiesto alla fine della vita lavorativa nella forma di capitale accumulato o di rendita pensionistica integrativa.

Di questo vogliamo discuterne venerdì 12 con il Prof. Vasapollo (Univ. La Sapienza), Prof. Mazzetti (Univ. della Calabria), Leonardi (Coord.naz. CUB) e Provenzano (Dir.naz. RdB P.I.).


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