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                  Cgil Cisl Uil hanno 
                  deciso .... 
                  
                  
                  "scioperi territoriali, di 4 ore, il prossimo 
                  25 novembre" 
                  
                  
                  e questo sarebbe uno sciopero generale ??? 
                    
                  
                  Come 
                  previsto Cgil Cisl Uil, divise al loro interno (che fatica 
                  convincere sopratutto la Uil) hanno deciso per una via di 
                  mezzo. Così, mentre Governo e Confindustria dispiegano tutta 
                  intera la loro strategia liberista, i sindacati Confederali 
                  proclamano 4 timide ore di scioperi territoriali senza una 
                  vera piattaforma di riferimento. 
                    
                  
                  I sindacati 
                  prepareranno solo nei prossimi giorni un documento sulla 
                  finanziaria i cui titoli appaiono, stante le attuali 
                  dichiarazioni, assai generici. Emergenza sociale, Mezzogiorno, 
                  Carovita, difesa dei redditi. Titoli ovvi e scontati ma non 
                  precisati negli obiettivi concreti e, sopratutto, mancanti di 
                  una testa complessiva senza la quale rischiano di diluirsi 
                  ulteriormente. Infatti, se questa finanziaria, giustamente 
                  criticata da tutti, è sopratutto un piano di riduzione delle 
                  tutele e delle sicurezze, basato sul rilancio delle politiche 
                  di smantellamento dello stato sociale e di trasferimento di 
                  ulteriore ricchezza dai salari e dalle pensioni ai profitti ed 
                  alle rendite, l'obiettivo principale della mobilitazione 
                  sindacale dovrebbe essere la cacciata immediata di questo 
                  governo. Un obiettivo che manca nelle dichiarazioni sindacali 
                  confederali, senza il quale, anche la più arrabbiata delle 
                  dichiarazioni appare immediatamente condannata a disarmarsi in 
                  un atteggiamento emendatario. 
                    
                  
                  A guardar le 
                  cose da vicino tutta la decisione sindacale di avviare il così 
                  detto piano di mobilitazione del lavoro contro la finanziaria, 
                  appare come una cosa da fare perchè non si può fare altro, ma 
                  assolutamente incapace di precisarsi negli obiettivi veri. 
                    
                  
                  Come si fa a 
                  parlare di lotta all'emarginazione e di occupazione senza 
                  porsi il problema di abolire immediatamente la legge 30. Come 
                  si può parlare di lotta al carovita e per la difesa dei 
                  redditi senza respingere ogni ipotesi futura di patto sociale 
                  e senza chiedere l'eliminazione di ogni decontribuzione, 
                  fiscale e previdenziale a favore delle imprese. Più in 
                  generale, come ci si può preoccupare della debolezza delle 
                  nuove generazioni e dell'impoverimento delle vecchie senza 
                  rilanciare la questione di una previdenza pubblica solida e 
                  capace di garantire redditi dignitosi ? 
                    
                  
                  Sparare 
                  contro il Governo Berlusconi, denunciarne l'iniquità ecc. ecc 
                  è quanto di più semplice si possa fare, ma non basta. Un 
                  ennesimo sciopero di protesta, per dare la possibilità a 
                  qualche dirigente sindacale di salire sul palco a cercare 
                  applausi urlando le solite e scontate ovvietà contro il 
                  governo di centro destra, non serve a nulla, non basta. Dai 
                  sindacati Confederali ci si aspettava di più. Ci si aspettava 
                  quella piattaforma di lotta per respingere in toto la 
                  finanziaria e la sua filosofia, per cacciare immediatamente il 
                  Governo Berlusconi, per chiedere al Governo che verrà una 
                  politica di rilancio dei salari, di tassazione delle rendite e 
                  dei profitti, di sostegno alla previdenza pubblica, di nuove 
                  leggi a favore del lavoro impostate su diverse politiche 
                  dell'orario e del mercato del lavoro. 
                    
                  
                  La scarsa 
                  credibilità, e quindi la debolezza del pronunciamento 
                  sindacale è poi resa evidente dall'atteggiamenento 
                  ragioneristico con cui si critica la finanziaria. Il 
                  segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani sottolinea 
                  la sua critica alla finanziaria "non riesce a mettere a 
                  posto i conti pubblici" dice. E' come dire niente e dire 
                  tutto. Epifani non precisa come altrimenti andrebbero messi a 
                  posto i conti pubblici. Visto che i buchi di bilancio prodotti 
                  da questo Governo sono ovvi e vistosi vogliamo almeno dire che 
                  quanto le imprese hanno incassato grazie all'aumento 
                  dell'intensità di lavoro e dello sfruttamento, grazie alle 
                  enormi defiscalizzazioni e decontribuzioni di questi anni, 
                  vanno recuperate con una maggiore tassazione di profitti e 
                  rendite finanziarie ? Vogliamo almeno dire che bisogna 
                  smetterla di insistere sulla previdenza privata che non porta 
                  nulla ai lavoratori, che li priverà di una parte del loro 
                  salario (il TFR) e che scaricherà sullo Stato altri miliardi 
                  di euro per compensare le esose richieste di Confindustria. 
                  Non dire nulla di questo fa scivolare immediatamente i 
                  sindacati sulla linea vecchia e perdente di una concertazione 
                  dei sacrifici. 
                    
                  
                  Non 
                  chiedeteci, per favore,  di fare questo sciopero, che ci si 
                  dice essere uno sciopero generale, per chiedere che i 
                  sindacati vengano convocati ad un tavolo per concertare non si 
                  sa più cosa (siamo all'ultimo buco della cintura). , ma semmai 
                  per respingere al mittente la finanziaria e per conquistare la 
                  caduta anticipata di questo governo. 
                    
                  
                  Sconcerta 
                  infine il fatto che, in tutto questo ragionamento Epifani 
                  abbia auspicato che "sulla manovra si possa avere un 
                  confronto con Confindustria visto che nei loro giudizi si 
                  contraddicono alcuni impegni presi con noi'', quasi a 
                  rassicurare che non ce l'abbiamo con Confindustria ma .... 
                  Forse Cgil Cisl Uil valutano positivamente, quasi fosse la 
                  loro proposta alternativa alla finanziaria, il rilancio degli 
                  obiettivi e degli impegni concordati con Confindustria in 
                  occasione del recente accordo sul "Patto per lo sviluppo del 
                  mezzogiorno"? Un patto che prevede agevolazioni alle imprese 
                  (e che quindi ci costa a noi in termini di riduzione delle 
                  risorse per fare altro) sia fiscali che previdenziali, che 
                  prevede la man bassa sul lavoro precario (contratti a termine, 
                  apprendistato ecc), che prevede snellimenti burocratici alle 
                  imprese, permettendo così un allentamento di controlli in 
                  materia di nuovi insediamenti e di condizioni di sicurezza sul 
                  lavoro. 
                    
                  
                  Tutto ciò ci 
                  dimostra come lo scontro sindacale oggi non sia, purtroppo, 
                  tra un governo liberista che vuole il massacro sociale ed una 
                  piattaforma sindacale di emancipazione del lavoro e di 
                  proposta per una politica economica alternativa, ma tra un 
                  liberismo selvaggio ed un liberismo concertato. 
                    
                  
                  C'è molto da 
                  fare quindi per cambiare il nostro sindacato. Per questo 
                  dobbiamo cominciare a dire che la piattaforma per il prossimo 
                  sciopero deve essere diversa da quello che ci si sta 
                  proponendo oggi. 
                    
                  
                  Dobbiamo 
                  dire ai congressi di base che la Cgil terrà nelle prossime 
                  settimane, che la Cgil deve cambiare veramente e deve 
                  smetterla di fare la bella e timida damigella in attesa della 
                  nuova concertazione che verrà, per mettere invece in campo 
                  tutta la forza del mondo del lavoro per un vero cambiamento di 
                  politica economica e sociale. 
                    
                  
                  Dobbiamo 
                  dire alla sinistra sindacale in Cgil (a partire da quell'ombra 
                  di se se stessa che è ormai Lavoro e Società) che il mandato 
                  avuto dai lavoratori perchè questa ricoprisse i posti in 
                  apparato che ora occupa, non era per fare carriera ma per 
                  tenere aperta la battaglia per una svolta della Cgil.
                   
                    
                  
                  Dobbiamo 
                  partecipare agli attivi sindacali convocati per il prossimo 12 
                  novembre (in preparazione dello sciopero) per chiedere una 
                  vera piattaforma, alternativa alle politiche liberiste, siano 
                  esse selvagge (alla berlusconi e tremonti) o temperate (come 
                  quelle promosse dall'Unione di prodi).
                   
                    
                  
                  Dobbiamo 
                  sostenere e valorizzare la mobilitazione già indetta dai 
                  sindacati di base per il prossimo 21 ottobre e, sopratutto, la 
                  piattaforma che la sostanzia, sia facendo comunicati ed ordini 
                  del giorno che organizzando delegazioni di Rsu alla 
                  manifestazione nazionale a Roma e, dove possibile, effettuare 
                  anche fermate con assemblea per discutere di quei contenuti. 
                    
                  
                  Come 
                  dicevamo già nel nostro precedente 
                  comunicato, sulla Finanziaria e sulla risposta al 
                  documento di Confindustria in materia di modelli contrattuali 
                  e relazioni sindacali, si innesca anche la battaglia per una 
                  vera svolta sindacale.
                   
                    
                  
                  
                  Delegate e delegati RSU CGIL che aderiscono al 
                  movimento "Per un Coordinamento Nazionale delle Rsu" 
                  
                  
                    
                  
                  11/10/2005   |