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                  Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha emanato la scorsa 
                  settimana una circolare  che, nello specificare le procedure 
                  relative alle nuove assunzioni,  prevede che  anche le 
                  progressioni verticali che comportano passaggio tra le aree 
                  siano equiparate, sulla base di un parere del Consiglio di 
                  Stato del 9 novembre 2005, alle nuove assunzioni.  
                  
                  In pratica questo significa che 
                  tutti i concorsi riguardanti il passaggio da un’area 
                  all’altra, gli unici a non gravare sui fondi interni di 
                  Amministrazione, sono considerati “nuove assunzioni”ed in 
                  quanto tali dovranno seguire l’iter previsto dalla Legge 
                  Finanziaria per poter assumere i vincitori dei concorsi 
                  esterni. 
                  
                  Cosa significa concretamente 
                  questo? La Legge Finanziaria 2005 ha previsto fino al 2007 il 
                  blocco delle assunzioni, prevedendo però la possibilità di 
                  deroghe, sulla base delle esigenze della P.A. e nei limiti 
                  delle disponibilità economiche previste da un apposito fondo 
                  stanziato in Finanziaria. Nell’ipotesi in cui oggi venisse 
                  bandito un concorso interno riguardante un passaggio di area, 
                  la richiesta di autorizzazione ad inquadrare i vincitori di 
                  concorso potrà avvenire solo nel 2007 (nel 2006 infatti, vista 
                  la prossima scadenza della legislatura, la richiesta di 
                  assunzioni deve essere fatta entro il 10 febbraio)  per poi 
                  attendere la risposta del MEF e della Funzione Pubblica. 
                  
                  
                  L’autorizzazione non è affatto scontata, come insegnano le 
                  poche disponibilità ad assumere concesse ogni anno alle 
                  singole Amministrazioni, anzi…non è inverosimile prevedere 
                  che non venga data affatto, rinviandola di anno in anno,  o 
                  che  venga data in maniera solo parziale, consentendo 
                  l’inquadramento solo di una parte dei vincitori della 
                  procedura in questione.  
                  
                  E’ evidente 
                  che ci troviamo di fronte all’ennesimo attacco ai diritti dei 
                  lavoratori!  
                  
                  Questa volta vengono colpiti 
                  proprio quei passaggi che non gravano sui fondi interni a 
                  completare un quadro già pesantemente compromesso. Se 
                  consideriamo infatti che la Finanziaria 2006 prevede che 
                  questo anno i fondi siano uguali a quelli del 2004, 
                  precludendo quindi la possibilità concreta di effettuare 
                  passaggi a carico del fondo se non a rischio di una guerra tra 
                  poveri; se aggiungiamo le già pesanti difficoltà ad operare 
                  all’interno di fabbisogni sempre più ridotti, che non tengono 
                  conto delle reali esigenze organizzative delle singole 
                  Amministrazioni ma solo delle esigenze di tagliare per fare 
                  cassa; se consideriamo gli effetti perversi della sentenza 
                  della Corte Costituzionale che obbliga a prevedere la quota 
                  riservata all’accesso all’esterno per concorsi che non 
                  verranno mai autorizzati visto il generalizzato blocco delle 
                  assunzioni, la circolare della Funzione Pubblica appare come 
                  la ciliegina sulla torta di  un disegno che, anche attraverso 
                  la negazione del diritto all’accrescimento professionale dei 
                  dipendenti  pubblici, mira allo smantellamento complessivo 
                  della Pubblica Amministrazione.  
                  
                  
                  Si ostacola così ancora una volta la  possibilità per i 
                  lavoratori 
                  di vedere 
                  riconosciuta 
                  la 
                  “capacità” di svolgere funzioni che nella stragrande 
                  maggioranza dei casi svolgono ormai da anni; non solo…oggi 
                  si dice loro che, dal momento che il loro passaggio 
                  rappresenta un costo per la finanza pubblica, devono essere 
                  considerati  “nuovi 
                  assunti”, 
                  infischiandosene di anni e anni e anni di professionalità 
                  senza alcun riconoscimento, ma con la sola flebile speranza di 
                  un ipotetico, più o meno prossimo, passaggio di livello. 
                  
                  
                  Tutto questo non è più tollerabile: la 
                  dignità 
                  dei lavoratori, il loro sacrosanto diritto ad avere un salario 
                  dignitoso, correlato all’attività svolta, ed una 
                  legittima 
                  prospettiva di carriera, 
                  non possono essere barattati con l’esigenza di tagliare tutto 
                  e di più in nome delle compatibilità economiche. 
                  
                  
                  Roma 2 Febbraio 2006  |