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                   Roma,
                  3 aprile 2005                                                       
                   
                  
                   
                  Il
                  fatto è recente, all’indomani dello sciopero generale del
                  pubblico impiego indetto dalla Triplice il 18 marzo u. s, e
                  subito dopo la grande Assemblea Nazionale dei 1000 delegati
                  RSU eletti nelle liste RdB/CUB tenutasi a Roma, ove la stessa
                  Assemblea, nel respingere recisamente e ad unisono ogni
                  ipotesi di rinnovo contrattuale al ribasso,
                  aveva nel contempo ravvisato l’indifferibile necessità di
                  rilanciare una politica salariale in grado di contrastare
                  un’inflazione oramai galoppante, di riaffermare la
                  democrazia sui posti di lavoro, di combattere qualsiasi forma
                  di precariato, di salvaguardare i diritti inviolabili di
                  ciascun lavoratore contro lo scippo del TFR, di respingere il
                  tentativo di smantellamento del sistema pubblico. 
                  Ebbene,
                  questi temi di scottante attualità, riproposti con senso
                  critico all’opinione pubblica 
                  (“La Cronaca
                  di Piacenza”) dal delegato regionale RdB
                  del M.I.U.R., hanno suscitato le “ire
                  funeste” degli esponenti territoriali della C.G.I.L. i
                  quali, come morsi dalla tarantola, non hanno risparmiato “bacchettate” nei confronti del redattore del giornale e neppure
                  bordate di accuse per “
                  lesa maestà” verso chi, democraticamente, aveva “osato”
                  dare dello sciopero del 18 marzo scorso un’interpretazione
                  del tutto diversa da quella resa dai Confederali. 
                  Ne
                  riportiamo integralmente i testi in successione cronologica:
                  
                   
                  articolo
                  del 19 marzo su “ La Cronaca di Piacenza
                  
                   
                  “…Sciopero? No, farsa”
                  
                   
                  “ Questo non è uno sciopero ma una vera
                  e propria farsa”... Un attacco frontale ai confederali
                  quello lanciato dal sindacato autonomo RdB – CUB proprio in
                  occasione della mobilitazione di tutto il pubblico impiego. La
                  voce fuori dal coro è quella di Carmelo Sciascia, delegato
                  regionale RdB per il Miur che, di ritorno da Roma, ha
                  volutodare una sua “versione dei fatti”. Una versione che
                  non risparmia dure critiche a Cgil, Cisl e Uil, colpevoli, a
                  suo avviso, di aver indetto uno sciopero “inutile e
                  fasullo”. Ed è una versione, quella di Sciascia, che stona
                  anche nei numeri rispetto a quella “ufficiale”. Tanto per
                  cominciare – spiega il delegato RdB – questo sciopero non
                  ha raccolto la massiccia adesione che si vuole far credere:
                  qui al CSA( di Piacenza) hanno incrociato le braccia solo 2
                  dipendenti su 27 mentre, nelle scuole, soltanto il 28 per
                  cento del personale.
                  
                   
                  Quando il Governo si è presentato con la
                  proposta del 4,31 per cento ( una cifra già considerata
                  troppo misera da tutte le sigle sindacali) Cgil, Cisl, e Uil
                  non avrebbero dovuto aprire nessuna trattativa ma dichiararla
                  assolutamente irricevibile.
                  
                   
                  A questo punto – conclude Carmelo
                  Sciascia – sospettiamo di essere davanti ad una sceneggiata
                  volta a nascondere la gestione di un accordo al ribasso già
                  confezionato che chiuderà la questione a quota 5,8: in questo
                  caso la chiamata allo sciopero è solo un imbroglio immorale,
                  altrimenti si tratta comunque di un’iniziativa
                  irragionevole, non adeguata e contraddittoria. Soprattutto se
                  si considera che c’è anche l’intenzione di introdurre la
                  previdenza complementare anche nel Pubblico Impiego e
                  ricordiamo che, chi è sceso in piazza oggi lo ha fatto anche
                  a favore di questo”.
                  
                  
                  
                   
                  articolo
                  del 23 marzo su “ La Cronaca” di Piacenza
                  
                   
                  “La Cgil contro Sciascia (RdB) e chi lo
                  ospita…le voci fuori dal coro disturbano…”
                  
                  
                  
                   
                  “Abbiamo letto con incredulità
                  l’articolo di sabato 19 su la Cronaca,” uno sciopero
                  inutile, c’era già l’intesa” ed in modo ancor più
                  stupefacente ed assolutamente inaccettabile, anche sul
                  versante deontologico-professionale, abbiamo visto le
                  locandine nelle edicole della nostra città riportanti a
                  carattere cubitale “ Pubblico Impiego: sciopero farsa”.
                  
                   
                  Queste affermazioni gravissime e prive di ogni verità non meriterebbero
                  nessuna risposta di merito; quello che va invece chiarito
                  subito è che la Cronaca ha dato mezza pagina di intervista
                  ad un certo signor Sciascia, che al di fuori del suo ambiente
                  non conosce nessuno, che rappresenta qualche decina di
                  lavoratori, e non ha sentito il dovere di raccogliere anche il
                  parere dei segretari di Cgil, Cisl, e Uil della Scuola e del
                  Pubblico Impiego( sic!!!)
                  che rappresentano bene o male oltre cinquemila dipendenti
                  pubblici della nostra provincia. Il sig Carmelo Sciascia (RdB)
                  ha fatto delle dichiarazioni che sono un vero e proprio
                  insulto per i lavoratori del pubblico impiego e della Scuola
                  che hanno aderito spontaneamente a questo sciopero che si può
                  tranquillamente definire riuscito, pagando di tasca propria
                  nel rinunciare ad una giornata di retribuzione; inoltre dette
                  dichiarazioni rappresentano una vera e propria provocazione
                  per gli oltre duecentomila lavoratori degli Enti locali, della
                  Sanità, dei Ministeri, delle Agenzie Fiscali ecc. che con
                  sacrificio, ma anche con grande passione e fiducia nella lotta
                  che il sindacato sta portando avanti con questa difficile
                  vertenza, hanno partecipato alla più grande manifestazione
                  del Pubblico Impiego della storia di questo paese. Sulla
                  grande partecipazione a questa manifestazione, che ha visto la
                  partecipazione anche di oltre cento lavoratori piacentini, non
                  dovrebbero esserci discussioni, visto che è stata
                  riconosciuta subito anche dai Tg filo –governativi, ameno che
                  il sig. Sciascia e La Cronaca non vogliano essere più
                  berlusconiani di Emilio Fede (  sic!!!).
                  
                   
                  Se il problema del sig. Sciascia è quello di crearsi qualche spazio
                  effimero di consenso, a noi non interessa; vorremmo
                  semplicemente evidenziare che le tanto denigrate
                  Organizzazioni sindacali confederali del Pubblico Impiego e
                  della Scuola, per questo rinnovo contrattuale, hanno già
                  organizzato tre scioperi generali più altre iniziative di
                  mobilitazione a tutti i livelli, non solo contro il governo,
                  ma anche nei confronti delle Associazioni dei Comuni e delle
                  Province, a sostegno della Piattaforma sindacale che chiede
                  l’8 per cento di aumento stipendiale, risorse per la
                  contrattazione integrativa decentrata, una diversa politica
                  del personale che ponga freno alle esternalizzazioni selvagge
                  ed ad un utilizzo incontrollato del lavoro atipico nel
                  Pubblico Impiego. Infine, vogliamo ricordare che tra le
                  richieste condivise dalla stragrande maggioranza dei
                  lavoratori presentate per questa tornata di rinnovi
                  contrattuali, c’è certamente quella di un impegno concreto
                  e reale finalizzato ad istituire, anche nel settore del
                  Pubblico Impiego( nella Scuola è stato istituito
                  recentemente), i Fondi relativi alla previdenza integrativa.
                  Non c’è proprio niente da vergognarsi in tal senso, anzi, siamo
                  proprio convinti che vada rivendicato con forza il diritto di
                  tutti i lavoratori di avere la possibilità di accedere alla
                  previdenza complementare di natura contrattuale e veramente
                  integrativa, non sostitutiva, della previdenza pubblica (
                  sic!!!). Questo è un
                  diritto cha ormai è riconosciuto a tutti i lavoratori dei
                  settori privati e che non si capisce perché non debba essere
                  attuato, in modo assolutamente volontario, anche nel pubblico
                  impiego, per dare modo a tutti e, in particolare, ai più
                  giovani ai quali viene applicato il sistema contributivo, di
                  avere una pensione dignitosa.
                  
                   
                  Queste rivendicazioni, che sono complessive, c’è a dire che vengono
                  portate in modo finora coerente ed unitario dal sindacato, ma
                  è altrettanto vero che posizioni, come quelle espresse dal
                  sig. Sciascia, che esprimono una conflittualità radicale ma
                  tutta interna al sindacato, senza tirare mai in causa le
                  responsabilità, che sono grandissime, del governo e delle
                  controparti, non sono certamente di aiuto ad arrivare ad una
                  positiva conclusione di questa vertenza che, prima o poi, si
                  dovrà concludere, non con la resa del sindacato come sembra
                  auspicare il sig. Sciascia (???), ma con un accordo positivo, equo e dignitoso per i lavoratori, che
                  dovranno poter esprimere con il voto il loro giudizio
                  sull’eventuale ipotesi di accordo (???). Se
                  questo non sarà possibile ci saranno altre lotte, alle quali
                  vorremmo vedere la partecipazione anche del sig. Sciascia e di
                  tutti quelli che la pensano come lui, perché siamo anche
                  convinti che c’è bisogno della partecipazione di tutti per
                  riuscire a far cambiare le logiche dominanti di questi tempi,
                  che si esprimono con un accanimento senza precedenti nei
                  confronti del lavoro e contro tutto ciò che è pubblico in
                  questo paese, dalla scuola, al welfare, dal funzionamento
                  della giustizia al riconoscimento dei lavoratori pubblici come
                  risorsa e non come costo”
                  
                   
                  f.to Segretari Generali Cgil- 
                  FLC e FP
                  
                  
                  
                   
                   Replica
                  alla CGIL de “La Cronaca” di Piacenza 
                  Cari sindacalisti,
                  
                   
                  siccome non sono mai venuto in casa vostra a dare lezioni a voialtri di
                  come meglio si difendono gli interessi dei lavoratori, usatemi
                  la cortesia di non insegnare a me come si fa informazione. Ad
                  ognuno il proprio mestiere: Siete liberissimi – ci
                  mancherebbe altro – di esprimere il vostro dissenso da
                  un’opinione di un vostro collega, ma non c’è nulla di
                  “inaccettabile” nel dare spazio ad una presa di posizione
                  se questo è ritenuta – a discrezione del giornale – di
                  interesse per i lettori. E la bontà di un’opinione non si
                  misura – come fate voi dimostrando di essere democratici a
                  modo vostro – dal numero di iscritti che si rappresenta ( a
                  parte il fatto che il sig. Sciascia ha riferito la posizione
                  della RdB uscita dall’assemblea nazionale del 16 marzo
                  scorso).
                  
                   
                  Sarà un nostro difetto, ma a noi piace
                  immensamente dare voce alle voci fuori dal coro. Crediamo che
                  in questo modo il pluralismo dell’informazione ne abbia
                  giovamento. So che in questa città l’avere
                  un’informazione libera e pluralista disturba i sonni di
                  qualcuno, ma non sono problemi miei: I Sindacati si riempiono
                  spesso la bocca con parole quali democrazia, partecipazione e
                  via elencando. Salvo poi rimanere increduli se qualcuno la
                  pensa diversamente e cercare di sminuire la portata delle
                  dichiarazioni rilasciate al giornale con argomenti poco
                  eleganti e che non fanno certo onore a due segretari di
                  categoria della Cgil.
                  
                   
                  Per quel che si riferisce “ al non aver
                  sentito il dovere di raccogliere il parere dei segretari di
                  categoria…”, faccio presente che nella stessa pagina
                  dell’intervista a Carmelo Sciascia, è riportato il pensiero
                  del vostro Segretario Generale.
                  
                   
                  Se non vi sentite rappresentati dalle
                  parole del vostro Segretario, non so che farci.
                  
                   
                  Da parte nostra continueremo a fare
                  informazione e se qualcuno vuole perdere tempo ad indignarsi,
                  faccia pure”
                  
                   
                  f.to
                  
                   
                  giornalista
                  de “ La Cronaca”
                  
                   
                   
                  
                  
                  
                   
                   Le
                  “riflessioni” di Carmelo Sciascia 
                  “….Lettera
                  aperta al segretario generale CGIL
                  - Segretario
                  FLC -
                  Segretario
                  FP"
                  
                   
                   Alcune
                  riflessioni è doveroso farle sugli eventi che spesso ci
                  circondano, ci interessano, ci toccano personalmente. Per fare
                  delle riflessioni abbiamo spesso bisogno di pungoli interiori
                  od esterni, a volte voluti, a volte casuali. L’occasione di
                  uno sciopero può essere un pretesto per esternare
                  un’opinione, un pensiero, per fare comunque delle
                  riflessioni.
                  
                   
                  Questo
                  è quello che è stato fatto da me in occasione dello sciopero
                  del pubblico impiego del 18 c.m, mi riferisco nel caso
                  particolare ad un’intervista avuta con la giornalista
                  Susanna Pasquali della Cronaca di Piacenza.
                  
                   
                  In
                  quell’intervista esprimevo il profondo disagio di una
                  categoria di lavoratori, il pubblico impiego di cui faccio
                  parte, che ha da 15 mesi il contratto di lavoro scaduto. Ho
                  parlato di una proposta del governo, contenuta in finanziaria,
                  del 4,31%, una cifra considerata misera da tutte le sigle
                  sindacali e di una posizione confederale che invece di
                  considerarla una provocazione ed interrompere subito le
                  trattative, è stata di apprezzamento dell’apertura del
                  tavolo negoziale e di assenso a nuovi incontri addirittura
                  nella giornata del 18 ( per bocca di Pezzotta). 
                  
                   
                  Ecco
                  allora scattare il dubbio di un accordo al ribasso già
                  confezionato, per cui la chiamata allo sciopero era un
                  imbroglio morale, inadeguata e contraddittoria.
                  
                   
                  Ad
                  aggravare questo quadro si aggiunge anche l’intenzione di
                  introdurre la previdenza complementare anche nel pubblico
                  impiego (un incontro era stato previsto per il 23 c. m.), e
                  volevo ricordarlo: lo sciopero era a sostegno anche di questa
                  richiesta!
                  
                   
                  Questa
                  era tra l’altro la posizione del mio sindacato – RdB-CUB
                  – scaturita dall’assemblea nazionale degli eletti RSU e
                  delegati che si era tenuta all’EUR a Roma, il 16 marzo. Dove
                  si è tra l’altro presa in considerazione la possibilità di
                  adottare forme di lotta durature che vadano oltre le pastoie
                  delle regolamentazioni (limitazioni) del diritto di sciopero,
                  che creino nelle singole amministrazioni ed al governo quel
                  disagio necessario a dare efficacia alla richiesta di salari,
                  diritti ,dignità.
                  
                   
                  Io
                  personalmente ho creduto e credo fortemente nella funzione dei
                  sindacati, e se devo essere sincero in primis nella CGIL, dove
                  sono stato iscritto (molti anni) ed ho dato il mio contributo
                  oltre che politico (delegato del Personale Viaggiante FS)
                  anche culturale, qualcuno ricorderà le iniziative per il
                  centenario della fondazione della Camera del Lavoro di
                  Piacenza, Torino e Milano: pubblicazione di un libretto a cura
                  della FILT e di una mostra nel salone di via XXIV Maggio.
                  
                   
                  Il
                  problema è un altro, ed è politico. In Italia abbiamo avuto
                  una concezione della politica e quindi anche del sindacato che
                  si può, a grandi linee, far risalire a due grandi e storiche
                  scuole di pensiero che hanno come punto di riferimento il
                  Guicciardini ed il Macchiavelli. Il primo famoso per il "particulare"
                  il secondo per il "principe". Non voglio stancare
                  con questi riferimenti storici, ed ho gli strumenti per farlo,
                  ma servono per dimostrare come spesso i partiti e nel nostro
                  caso i sindacati, a seconda del momento storico, adottino ora
                  l’una ora l’altra posizione a seconda dell’interesse
                  particolare. 
                  
                   
                  Gloriose
                  le lotte sindacali dal primo novecento al dopoguerra che vanno
                  dalla lotta al latifondo (ricordiamo i fasci siciliani), alle
                  lotte operaie delle grandi concentrazioni industriali degli
                  anni 60 al nord, ( a Piacenza, è di questi mesi
                  l’iniziativa a ricordo dell’esperienza dell’Arbos), che
                  nulla comunque hanno a che fare con posizioni di mero
                  opportunismo filo od anti- governativo dei giorni nostri.
                  
                   
                  Mi
                  spiego meglio: la posizione del sindacato confederale
                  CGIL-CISL-Uil, è stata molto, ma molto ondivaga a seconda dei
                  governi, per lo stesso argomento infatti si era a favore o
                  contrari, si invitava alla lotta dura o a capire le esigenze
                  economiche della finanza pubblica.
                  
                   
                  Vedasi
                  al riguardo la posizione di questi sindacati sul problema
                  della riforma delle pensioni: durante i governi di centro
                  sinistra Prodi, Dalema, in un colpo solo hanno tolto 20 anni
                  (Vedi riforma – DINI, AMATO), i sindati confederali ed i
                  partiti, allora facenti parte di quel governo dicevano che
                  bisognava capire le esigenze dell’economia nazionale ed
                  europea (sì l’Europa c’entra quando c’è da togliere
                  qualcosa ai lavoratori, mai quando si parla di adeguare la
                  politica salariale). 
                  
                   
                  Unica
                  eccezione è stato un partito "minore" Rifondazione,
                  cui va il merito di essersi sempre opposto allo smantellamento
                  dello stato sociale (il termine welfare non mi piace, nasconde
                  delle insidie per i molteplici significati dei termini
                  inglesi). Vi fu, ricordo, allora una grande manifestazione a
                  Milano indetta da molti comitati spontanei di base, cui
                  partecipai. 
                  
                   
                  Oggi,
                  con il governo Berlusconi si eleva di un anno ed è per gli
                  stessi sindacati "scandalo".
                  
                   
                  Lo
                  stesso dicasi per la precarietà dei posti di lavoro.
                  
                   
                  Oggi
                  un numero enorme, senza precedenti, sono oltre 350 mila i
                  lavoratori precari della pubblica amministrazione, i contratti
                  vanno da quelli a tempo determinato, a quelli interinali, ai
                  co. co.co., ai Lsu, formazione e lavoro, lavoro flessibile
                  ecc. questa situazione è ritenuta esplosiva, lesiva dei
                  diritti dei lavoratori e della dignità stessa, questo oggi!
                  
                   
                  Questa
                  situazione comunque è stata introdotta dai governi di centro
                  sinistra con la condiscendenza dei sindacati confederali. Mi
                  spiace dirlo: il concetto di cinghia di trasmissione c’era e
                  purtroppo c’è ancora, tra sindacati e partito, alla faccia
                  di qualsiasi forma di autonomia e di capacità propositiva! E
                  cosa ancora più vistosa, mi spiace dirlo, nella CGIL.
                  
                   
                  Potrei
                  portare ancora tantissimi esempi, come la scuola, adesso con
                  la Moratti non va bene nulla, prima con Berlinguer andava
                  tutto bene: il drammatico taglio agli organici,
                  l’accorpamento delle scuole, il numero di alunni per classe,
                  la dirigenza all’interno della scuola, l’eliminazione dei
                  Provveditorati agli Studi, andava tutto bene!!!
                  
                   
                  Penso
                  quanto detto chiarisca bene il concetto accennato all’inizio
                  sul particulare del Guicciardini.
                  
                   
                  E
                  penso si capisca anche il mio intervento che non è a fini
                  polemici quanto a considerazioni di politica sindacale: è su
                  questi temi che vorrei essere smentito!
                  
                   
                  Un
                  Fantozzi di impiegato qualsiasi penso faccia di tanto in tanto
                  delle riflessioni sulle indicazioni di qualche sindacato, e
                  sarà forse per questa capacità riflessiva se, e mi spiace
                  ancora una volta dirlo, il più grande sindacati italiano è
                  tale perché rappresenta più i pensionati che la parte attiva
                  dei lavoratori? E la capacità di esprimere delle "verità"
                  è dato solo dal numero di tesserati? O di consensi? Era verità
                  la dottrina fascista in Italia, nazista in Germania o
                  comunista nell’URSS stalinista che avevano una maggioranza
                  unanime? Oppure bisogna dire no o si, solo in base al governo
                  del momento? Il sindacato deve rappresentare la parte attiva e
                  produttiva del paese e quindi gli interessi dei lavoratori o
                  essere il "sindacato del cittadino"? Praticamente
                  una specie di ente parastatale? Sono questi i temi su cui
                  bisogna confrontarsi oggi, cosa e come deve essere un
                  sindacato, su questi argomenti vorrei ci fosse dibattito
                  sindacale, sull’Essere e l’Esserci, non in senso
                  metafisico (Heideggard), ma su tutta la pesantezza
                  dell’essere politico!
                  
                   
                  Per
                  tornare all’attuale: hanno i sindacati maggiormente
                  rappresentativi fatto un qualsiasi referendum fra i lavoratori
                  per sapere se condividono le proposte dei Fondi relativi alla
                  previdenza integrativa? Non mi risulta. La conflittualità
                  radicale, mia e del sindacato che, piaccia o non piaccio
                  rappresento, non è critica tutta interna al sindacato, anche
                  perché sono ben note" le responsabilità del governo e
                  delle controparti", ma aggiusterei un pò il tiro
                  volgendo la frase al plurale, sono gravissime le responsabilità
                  di questo, come dei governi che lo hanno preceduto! Questa è
                  la differenza di fondo tra il mio sindacato e le altre OO.
                  SS.! 
                  
                   
                  Noi
                  diciamo le stesse cose anche se cambiano i governi, gli altri
                  …Guicciardini!
                  
                   
                  Lo
                  smantellamento dello stato sociale è purtroppo iniziato in
                  momenti e con governi diversi dall’attuale, alcuni esempi:
                  La trasformazione delle F.S. in SPA (personale dimezzato,
                  sicurezza dimezzata, costo dei biglietti raddoppiato), la
                  riforma della pubblica amministrazione e dei rapporti di
                  lavoro, Bassanini e co., la deregulation è stata l’ultima
                  legge fatta in fretta e furia del centro sinistra, il sistema
                  pensionistico: il passaggio dal retributivo al contributivo
                  ecc… ecc….Troppo lunga sarebbe la lista.
                  
                   
                  Adesso
                  cosa bolle in pentola? Con l’approvazione definitiva di fine
                  luglio del Parlamento, il governo Berlusconi ha varato, dopo
                  quelle precedenti del centro sinistra, l’ennesima
                  controriforma delle pensioni. Per ultimo, con la clausola
                  vessatoria del silenzio-assenso, viene aggredito il TFR per
                  traghettarlo alla speculazione finanziaria attraverso il suo
                  conferimento ai Fondi Pensione.
                  
                   
                  Questo
                  aspetto, come altri, per diventare operativo è affidato
                  all’emanazione dei decreti attuativi da parte del Governo,
                  cosa che si appresta a fare ma che non è ancora avvenuta. 
                  
                   
                  Noi
                  su questi temi abbiamo aperto una campagna di
                  sensibilizzazione e diciamo ai lavoratori di manifestare fin
                  da subito al Governo e a CGIL,CISL,UIL che bramano dalla
                  voglia di sedersi nei consigli di amministrazione dei Fondi
                  per gestire la somma non indifferente di 14 Mld di euro
                  l’anno. Vi è il pericolo reale che il tfr di ogni
                  lavoratore dipendente finirà nei fondi pensione, cioè a
                  finanziare, attraverso il mercato azionario, le grandi aziende
                  private o privatizzate.
                  
                   
                  Le
                  stime parlano chiaro: i Fondi, hanno un rendimento inferiore
                  alla attuale rivalutazione degli accantonamenti per la
                  liquidazione. Il problema quindi è la difesa del sistema
                  previdenziale pubblico, pesantemente attaccato nell’ultimo
                  decennio, il ripristino del calcolo retributivo per tutti e la
                  garanzia di una rendita pensionistica dignitosa per tutti i
                  lavoratori.
                  
                   
                  Potrei
                  ancora dire dell’altro su tantissimi temi che stanno sul
                  tappeto oggi e che riguardano tutti i cittadini, ma finirei
                  per stancare, l’arma dell’ironia che hanno creduto di
                  usare dei segretari generali del più grande sindacato, è
                  spuntata, è spuntata perché in ritardo di molti lustri,
                  l’ultima volta che è stata usata era il 77 ed è finita
                  male!
                  
                   
                  Io
                  sono come voi convinto "che c’è bisogno della
                  partecipazione di tutti per riuscire a far cambiare le logiche
                  dominanti di questi tempi", ma sono anche convinto che
                  questa partecipazione deve iniziare con un atto di profonda e
                  sincera onestà, onestà intellettiva e morale, e che ognuno
                  deve cercare di fare onestamente il proprio mestiere,
                  rimettendoci a volte di tasca propria come fa chi sciopera, a
                  proposito i sindacalisti distaccati, visto che non hanno
                  trattenuta sulla busta paga il giorno dello sciopero, perché
                  non devolvono l’equivalente a fini di solidarietà e di
                  volontariato? Questo sarebbe già un bel gesto di onestà!
                  
                   
                  Non
                  me ne vogliate, vostro affezionatissimo delegato regionale per
                  il MIUR di Rdb-CUB
                  
                   
                  Carmelo
                  Sciascia
                  
                  
                  
                   
                  Un
                  breve commento  del
                  Coordinamento
                  
                  
                  Nell’attuale
                  contesto sociale e politico, ove tutti i principi ed valori
                  subiscono nel vivere quotidiano una progressiva e profonda
                  metamorfosi finendo per perdere l’originario significato e
                  la loro intrinseca essenza; ove improba ed affannosa diventa
                  la ricerca di una linea di demarcazione tra ciò che è giusto
                  e ciò che non lo è, tra il vero e il suo contrario, anche il
                  senso proprio di democrazia e la sua negazione ( demagogia)
                  assumono molto spesso nel linguaggio comune margini indefiniti
                  e confusi, in quanto utilizzati a seconda della convenienza e
                  degli scopi prefissati. 
                  Per
                  noi –  lo
                  diciamo con estrema franchezza ed onestà – democrazia
                  non è quella di ritenersi depositari di apodittiche verità; 
                  per
                  noi democrazia non significa porsi al cospetto dell’interlocutore con
                  toni arroganti e rifuggire il confronto all’interno di un
                  corretto rapporto dialettico; 
                  per
                  noi democrazia non significa denigrare l’avversario ed offendere chi
                  non la pensa allo stesso modo; 
                  Nulla
                  di tutto questo. 
                  Per
                  noi democrazia significa essenzialmente rispettate l’opinione altrui
                  ed accettarne le critiche, giuste o sbagliate che siano;
                  significa porsi costantemente in discussione; significa 
                  riconoscere  i
                  diritti anche delle “minoranze”; significa sottoporsi al
                  giudizio imparziale della gente…. ed è quello che ci
                  proponiamo di fare con il presente scritto………soprattutto
                  questa è democrazia. 
                  E
                  ci scusi la  C.G.I.L.
                  se è poco! 
                  Coordinamento
                  Nazionale RdB settore MIUR
                  
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