PERCHE’ VOGLIONO CHIUDERE I PROVVEDITORATI AGLI STUDI?

 

Il 31 dicembre 2001 sarà l’ultimo giorno di vita dei Provveditorati agli Studi ma potrebbe essere anche l’1 settembre 2001 o, al­meno, ci sono forti pressioni su questa data, dal momento che si vorrebbe far coin­cidere l’avvio dell’anno scolastico 2001/2002 con l’ingresso a regime nel nuovo ordinamento.

 

Dopo l’emanazione del Regola­mento di  Riordino del Mini­stero della Pubblica Istruzione contenuto nel D.P.R. 6.11.2000, n. 347, ad un anno esatto dalla pubblicazione  dell’altro impor­tante Regolamento , quello sulla cosiddetta “ autonomia scola­stica” , si procede,  sempre più speditamente, verso  il trasfe­ri­mento delle competenze sull’istruzione  dallo Stato agli  EE.LL. e nella attuazione di quel principio della “ autonomia  sco­la­stica” che vuole  “ dare  cen­tralità alle Istituzioni Scolasti­che sgan­ciandole dalla burocra­zia ministe­riale…”.

 

Ed è così che 1 marzo 2001,  il neo­nato Dipartimento per i Ser­vizi nel Territorio del Ministero della P.I.,   ha diffuso un’importante bozza su “  Linee-Guida per i provvedimenti di ar­ticolazione degli Uffici Scola­stici Regionali”.

§         Secondo tale bozza, le nuove Direzioni Regionali  saranno or­ganizzate per “Funzioni” e “ sul territorio” con gli Uffici  e le “Unità Operative” situate nel ca­poluogo  di Regione e sul ter­ritorio con due, diciamo così, filiali: i Centri Servizi Ammini­strativi (C.S.A. ex Provvedito­rati) ed i Centri Servizi per lo sviluppo delle Istituzioni scola­stiche ( C.I.S.).

Ovviamente, in direzione regio­nale si lavorerà per “ progetti”  ed “ in­carichi”.

 

Ciò che emerge da una lettura at­tenta del documento è la con­fu­sione che caratterizza la di­stribu­zione  funzioni ammini­strative  re­siduate allo Stato nonché quelle di consulenza, sup­porto ed assistenza  sempre di tipo amministrativo.

 

Infatti le ritroviamo sia attri­buite alle Unità Operative della Direzione Regionale, sia ai C.S.A., sia ai C.I.S.  nei quali, si scrive nella bozza in que­stione, che “per i ser­vizi di con­sulenza amministrativa, conta­bile e legale è utilizzato perso­nale con competenze adeguate proveniente dagli Uffici Ammini­strativi della Direzione Regio­nale o dalle segreterie scolasti­che“ e che  mediante oppor­tune intese potrà essere messo a  disposizione  dei CIS perso­nale a carico degli Enti Locali”.

In particolare nella parte dedi­cata ai compiti dei C.S.A., si scrive che “provvedono all’assolvimento  di funzioni am­ministrative di gestione dei ruoli provinciali, di reclutamento etc…” quando , però,  in prece­denza si scrive che “un’Unità operativa  della Direzione Regio­nale può es­sere chiamata a ge­stire integral­mente  un processo di lavoro  di na­tura amministra­tiva afferente all’intero territo­rio regionale(per es. recluta­mento etc…)” A tal pro­posito ba­sti ricordare che, già nell’anno scolastico in corso è co­minciato, anche se con grossi pro­blemi, un passaggio di competenze su or­ganici e movimenti.

 

Sempre, nella sezione dedicata ai C.S.A.,  si scrive che  questi  do­vrebbero “ sviluppare  compiu­ta­mente e ulteriormente la mis­sione attribuita agli Uffici Rela­zioni con il Pubblico”( i famosi quanto inesi­stenti U.R.P….). op­pure ci s’imbatte in espressioni alquanto fumose quali “attività di accoglienza, informa­zione, acquisizione pratiche ammini­strative, rilascio atti ammini­stra­tivi, assistenza…” (?!?). 

 

Insomma, a ben vedere, pare pro­prio che i C.S.A. siano una scatola semi-vuota  e per di più con una prospettiva di graduale  e totale svuotamento  molto rav­vicinata . Diciamo, entro un anno al massimo.

 

Infatti,  i CSA dovrebbero solo esi­stere il tempo necessario a svol­gere le seguenti operazioni:

§         Trasferire le competenze alle scuole;

§         Formare le scuole su dette com­petenze;

§         Smaltire gli arretrati ancora esistenti presso gli ex-Prov­ve­ditorati.

 

Questa è la realtà. Questo è scritto a chiare lettere proprio alla fine del documento in que­stione nella parte in cui si espongono i “Criteri per la defi­nizione della fase transitoria relativa alla ge­stione organizza­tiva sino al supera­mento dei Provveditorati agli Studi “ . 

 

I C.S.A., quindi,  come foglia di fico con il  malcelato  fine  di chiudere i Provveditorati, ap­punto,   che, negli ultimi anni, sono stati al centro di una cam­pagna aggressiva mediante  la quale li si  è  dipinti come inef­fi­cienti terminali burocratici del Mi­nistero dimenticandone la fun­zione di Servizio Pub­blico,  l’enorme mole di lavoro amministrativo svolto, la fun­zione di coordinamento e consu­lenza e le professionalità acqui­site in anni di duro lavoro sul  campo e messe a disposizione delle Istituzioni Scolastiche dietro la corresponsione di sti­pendi da fame  ed in buona parte del territorio na­zionale con or­ganici  dimezzati dal mancato turn-over .

 

Per carità , nessuno nega la ne­cessità di sburocratizzare la macchina amministrativa , ma da qui  a far fuori anche il bambino  con l’acqua sporca, ce ne corre.

 

Eppure è quello che di fatto sta av­venendo se  è vero che  “ le compe­tenze dei Provveditorati devono es­sere trasferite alle Istituzioni Scolastiche  entro il 31.12.2001( se non addirittura entro l’1/9/2001) mentre  il  cosiddetto “ decen­tramento”  delle funzioni ammini­strative, nonostante pressioni e circolari a raffica, in pratica e quasi dappertutto non è che agli inizi.

Credere che questo processo possa essere realizzato in  pochi mesi vuol dire ignorare completa­mente lo stato delle cose se non, addirittura, voler far precipitare le scuole nel caos.  

 

Peraltro il personale amministra­tivo delle Scuole, in questi ultimi anni ha subito una fortissima ri­duzione del personale  ed un au­mento vertigi­noso dei carichi di lavoro  per ef­fetto della sop­pressione e degli ac­corpamenti di centinaia di Istituti in tutta Italia. Ciò ha portato e sta por­tando ad una situazione insoste­nibile per migliaia di scuole, spesso, ridotte ai limiti del col­lasso ammini­strativo ed organiz­zativo. Cui pro­dest?

 

   Chi non pare inquietarsi af­fatto per questa situazione da imminente catastrofe del Si­stema Scolastico Pubblico (che trae origine, non di­mentichiamolo, dalla Costitu­zione) sono gli ex Presidi e Di­rettori Di­dattici,  che dapprima sono stati in­gozzati a dovere con costosissimi “progetti” ed ora, investiti del ti­tolo di Dirigenti  Scolastici, si ap­prestano a rita­gliarsi quel ruolo di Managers e  procacciatori di spon­sors ma an­che di  finanziamenti da parte di Regioni ed Enti Locali verso cui, proprio per effetto della ri­forma federalista dello Stato,  è stata trasferita gran parte della spesa pubblica, negli ultimi anni.

 

Costoro, hanno capito benissimo da che parte girava il vento ed hanno fatto velocemente causa comune con la nuova classe diri­gente venuta fuori  all’ombra del “federalismo” e che gestisce gran parte della torta dei soldi pubblici, i nuovi “boiardi fede­ralisti” . 

 

Ancora, costoro chiedono di avere le mani libere da ogni re­golazione o controllo pubblici,  pervasi, come sono , dalla impe­rante ideologia aziendalista che vede i servizi pub­blici, in questo caso la scuola, come un’appendice del mercato, sia in termini cultu­rali che economici, da gestire pensando ad  abbattere i costi ( leggi : costo del lavoro) e ad   innalzare sempre più la produtti­vità (leggi: intensificazione cre­scente dei ritmi di lavoro), di­menticando che la Scuola è prima di tutto un servizio pub­blico e non un  azienda al  servi­zio delle  imprese.

 

Sono proprio loro, i dirigenti scola­stici , che dietro le lusinghe di con­tratti d’oro stanno tirando la volata  alla tanto decantata “ autonomia “ e chiedono , a gran voce, la rapida chiusura dei Provveditorati agli Studi che percepiscono come un ul­timo e fastidioso ostacolo alle loro mire di potere assoluto  nella ge­stione dei “ rapporti con il terri­to­rio” , cioè, dei rapporti con  Regioni ,EE.LL. ed imprese pri­vate.

 

Ma la pressione che verrà alle scuole pubbliche e statali, in se­guito alla soppressione dei Prov­ve­ditorati,   - che, lo ripetiamo, esi­stono ed operano , proprio a garan­zia del Sistema Scolastico Pubblico - sarà tale che porterà allo sfascio ed al degrado pro­prio il sistema dell’istruzione di base e  produrrà una vigorosa virata verso quel tra­sferimento di risorse dalla scuola pubblica a quelle private, confindu­striali o confessionali, che proprio a causa  della “ autonomia” didat­tica, amministrativa e finanzia­ria, diver­ranno enormemente più concorren­ziali.

 

Di sicuro  vedremo dispiegarsi , in breve tempo, alcune conse­guenze cui abbiamo già assistito in  occa­sione della riforma del sistema uni­versitario, prima fra tutte, l’innalzamento delle tasse a carico dei genitori e degli alunni  come ef­fetto nefasto della autonomia  fi­nanziaria e- pertanto-impositiva.

 

In buona sostanza dietro la fac­ciata della “lotta alla buro­crazia” , del “decentramento”, della “auto­nomia” ,  della “sin­tonia con le di­verse esigenze del territorio” si  mira, diretta­mente, al DISSOLVI­MENTO DEL SISTEMA SCOLA­STICO PUBBLICO, un sistema tra i più avanzati del mondo.

 

Insomma, i Provveditorati chiudono  perché  si vuole ridurre il peso e la funzione della Scuola Pubblica.



Si  stanno tagliando, per legge,  in gran quantità il numero dei Mini­steri legati a scuola, sanità , tra­sporti, comunicazioni e dietro ai trasferimenti di competenze alle Regioni e dagli EE.LL. c’è è solo una inesorabile e poderosa spinta alla privatizzazione dei servizi pubblici.

 

Questo è un processo che sta por­tando ad uno stravolgimento dei rapporti di lavoro con diri­genti  che diventano dei “ datori di lavoro”, retribuzioni sempre più legate a progetti di produtti­vità, aumento dei carichi di la­voro, mobilità d’ufficio, trasfe­rimenti di perso­nale e compe­tenze ad improbabili “ centri di servizio” o agli EE.LL. .

 

Un pericoloso e devastante pro­cesso di smantellamento  dei servizi pubblici che, fra non molto, porterà al licenziamento di migliaia di  lavo­ratori  in esu­bero, non ricollocabili in Uffici diversi da quelli dismessi.

 

Che ne sarà, infatti, dei lavora­tori, che, nel Ministero della Pubblica Istruzione , non supe­reranno la fa­mosa “ Attività di qualificazione” in corso di esple­tamento?

 

Infatti anche la tanto agognata “ Riqualificazione” si sta rivelando, sempre più una gara ad ostacoli dalla quale pochi usciranno vivi.

 

A questo punto, intendiamo denun­ciare il ruolo sostanzial­mente con­nivente con questa situazione da parte di CGIL,CISL e UIL - legati mani e piedi ai partiti politici  che da posizioni di governo hanno  ge­stito questi cambiamenti-  e  che continuano a recitare fino in fondo la parte di quelli che non ci stanno, minacciando il ri­corso a “tutte le  forme di lotta che saranno neces­sarie a tutela del personale che rap­presentano…” . quando l’unico sciopero del personale del Mi­ni­stero è stato organizzato da tutte le O.SS. fuorché dalla CGIL e dalla CISL, mentre la UIL diede, allora,  un timido e tardivo assenso visto le per­centuali da prefisso telefonico che ha al Ministero della P.I.

 

Fra l’altro, stiamo notando benis­simo che è partita una enorme campagna acquisti di “sindacalisti  compiacenti” come in ogni ristrut­turazione che si rispetti, con im­manca­bile corredo di poltrone, cari­che e prebende varie, intorno alle quali i nostri eroi si stanno affol­lando con  il solito grande appetito.

 

Sembrerebbe tutto già scritto sennonché,  a ben ri­flettere,  c’è ancora qualcosa da capire.

 

Ma siamo sicuri che i  lavoratori dei Provveditorati  agli Studi , anche se ubriacati da corsi, quiz e quant’altro, siano così disponi­bili  a  formare il personale delle scuole, smaltire l’arretrato e ga­rantire, sempre e comunque, l’avvio dell’anno scolastico, costi quel che costi, con la prospettiva anche abbastanza ravvicinata  di essere mandati  in trasferi­mento coatto chissà dove  o, peggio ancora, mandati a casa?

 

§          In altre parole, siamo così sicuri che i lavoratori  dei Provveditorati agli Studi debbano  o, più sem­plicemente, possano, come è scritto, non senza una buona dose di lucida fol­lia, nella bozza del Diparti­mento per i servizi nel Ter­ritorio,  “ garantire l’ordinaria amministrazione  e l’avvio dell’anno scolastico”  e – simultaneamente- “ prov­vedere a trasferire alle Scuole le com­petenze a que­ste attribuite ai sensi del D.P.R.  n. 275/99” ???

 

Un’altra cosa non è chiara: se non serviamo più , perché al­lora non ci fanno andare via trattenendo le numerose do­mande di mobilità che molti noi hanno presentato ed a cui, fino ad oggi, il Ministero non ha nemmeno risposto, com­piendo un atto illecito  che , senza alcun dub­bio, si può configurare come un vero e proprio abuso d’Ufficio?

 

Noi crediamo che anche essendo non più di 10.000 in tutta Italia, unendoci e non delegando più falsi rappresentanti dei nostri interessi, possiamo fare valere i nostri  di­ritti di lavoratori e cit­tadini  e tu­telarci davvero.

 

Ne va del nostro futuro (pros­simo).


 

 

 Iniziamo questa battaglia che non può che vederci tutti protagonisti aprendo una :

 

VERTENZA NAZIONALE DEI LAVORATORI

DEI PROVVEDITO­RATI AGLI STUDI

                    

chiedendo da subito :

 

§        SALVAGUARDIA DEL SISTEMA SCOLASTICO PUBBLICO

 

§        PERMANENZA DEI PROVVEDITORATI AGLI STUDI

         che vanno, semmai, potenziati

 

§        NESSUN TRASFERIMENTO COATTO DI PERSONALE DALLE PROVINCIE AI CAPOLUO­GHI DI REGIONE  E STABILITA’ DEL POSTO DI LAVORO

 

§         RICONOSCIMENTO DELLE PROFESSIONALITA’ ACQUISITE , dal momento  che è sulla base di queste che dovremmo fare anche i formatori del personale della Scuola

 

La RdB  del Ministero della Pubblica Istruzione dichiara, in­tanto, da subito lo :

 

 STATO DI AGITAZIONE DEI DIPENDENTI DELLA P.I. CON L’OBIETTIVO DI APRIRE DA SUBITO UN TAVOLO  NAZIONALE DI TRATTATIVA SUL DESTINO DEGLI EX-PRO­VEDITORATI.

 

INVITIAMO, INOLTRE, TUTTI I COLLEGHI A FOR­MARE

COMITATI PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA

FORMATI DA DIPEN­DENTI DEI PROVVEDITORATI E DEL MINISTERO DELLA P.I., DA PERSONALE DELLA SCUOLA , DA GENITORI ED ALUNNI.

 

 

 

Roma, 24 aprile 2001