COMMISSIONE PARITETICA PER L’ORDINAMENTO NEI MINISTERI

LE NOZZE E I FICHI SECCHI

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Quarto appuntamento all’Aran della Commissione Paritetica. Si comincia ad affrontare la discussione sulle declaratorie di area, sui profili professionali e sulle ricadute che si riverseranno sulle dotazioni organiche.

L’ARAN  ha messo in rilievo il passaggio dall’ordinamento rigido della 312/80, con livelli legati fortemente alle mansioni, all’ordinamento previsto dal contratto 1998-2001 che tentava di inquadrare il personale in funzione dei processi lavorativi, introducendo elementi di flessibilità nell’utilizzo dei lavoratori da parte delle Amministrazioni.

Adesso si vuole adeguare per l’esigenza di questa Pubblica Amministrazione l’ordinamento professionale prevedendo, all’interno delle aree, una declaratoria unica di area che individui le mansioni che tutti i lavoratori inquadrati nell’area sono chiamati a svolgere. Questo porterebbe alla determinazione di una dotazione organica di area e non più di livello economico/giuridico.

La pericolosità di questa proposta è evidente, la permanenza delle aree come barriere invalicabili non porta nessuna innovazione al vecchio ordinamento e cosa ancor più grave le mansioni di area impongono di fatto lo svolgimento di tutti i lavori in essa previsti indipendentemente dal livello economico per cui si viene retribuiti, quindi stessa mansione = diversa retribuzione.

In più, le progressioni economiche saranno in qualche modo garantite all’interno dell’area, aggiungendo ulteriori livelli economici e, questi passaggi potranno essere effettuati solo a condizione che ci siano le risorse sufficienti all’interno dei Fondi Unici di Amministrazione. Se passasse una proposta del genere, nei prossimi contratti avremmo il dilemma se gli aumenti debbano essere destinati al recupero del potere d’acquisto degli stipendi o riversate nel FUA per finanziare i passaggi di livello, che in ogni caso sarebbero a carico dei lavoratori.

In questa situazione non sarebbe possibile alcuna carriera per l’impossibilità dei passaggi tra le aree mentre verrebbe raggiunto l’obiettivo, da parte delle amministrazioni, di utilizzare il personale dipendente con una flessibilità selvaggia.

La RdB ha espresso il proprio profondo disaccordo rispetto a questa proposta che non ha nulla di innovativo a favore dei lavoratori e che porterebbe ad un peggioramento delle loro condizioni di lavoro con pesanti ripercussioni sulle prestazioni lavorative.

La proposta che la RdB avanza parte dalla considerazione  che la realtà lavorativa nei ministeri è profondamente cambiata in questi ultimi 20 anni per effetto dell’introduzione di nuova tecnologia e di modelli lavorativi sviluppati per processi, la professionalità richiesta ai dipendenti è più alta e i lavoratori sono impiegati in processi lavorativi dove è loro richiesta l’assunzione piena di responsabilità rispetto al loro segmento lavorativo.

Da questo ne discende una forte semplificazione del sistema classificatorio con una riduzione (verso l’alto) dei livelli economici all’interno di una area unica di inquadramento del personale.

La distinzione all’interno di questo sistema classificatorio avviene in base alla posizione nel processo lavorativo (segmento del procedimento e quello del provvedimento) e al grado di complessità del processo.

Pertanto, le dotazioni organiche delle amministrazioni sarebbero determinate dal fabbisogno di personale rispetto ai processi lavorativi necessari per soddisfare l’esigenza di produrre i servizi pubblici alla cittadinanza.

Questa proposta, completamente innovativa dell’ordinamento professionale richiede una volontà politica del governo di dare un giusto inquadramento al personale e di investire risorse per il miglioramento e il potenziamento dell’amministrazione pubblica.

Roma, 6 maggio 2004                                     

RdB Pubblico Impiego – Settore Statali


I VOSTRI COMMENTI


Il caso ha voluto che il vostro comunicato ci giungesse proprio il giorno in cui viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (n°110 del 27/05/2004) il Decreto Legislativo n°124 del 23/04/2004 avente come titolo "Razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro" il cui testo sarà in vigore dal 27/05/2004. Chi scrive sono gli addetti alla vigilanza della D.P.L. di Sassari che apprendono, con grande soddisfazione, come il Ministero non abbia voluto modificare la nuova legge nella parte che affida l'attività di vigilanza ad un unico soggetto giuridico denominato genericamente personale ispettivo con uguali poteri e funzioni.
Quindi se ne deduce in maniera lapalissiana che non esiste più l'odiosa differenza tra addetti ed ispettori, ora uniti in un unicum terminologico così come era già stato chiarito in precedenza dal Ministero – Direzione Generale AA.GG. e Personale Div. VII Coord. Isp. Lav. – con lettera circolare del 14/7/2000, nel titolo “ambito applicativo della circ. 8/2000”,  che fornendo “chiarimenti operativi riguardanti la circolare n. 8 del 27/1/00” sull’attività ispettiva, si era  pronunciato espressamente sulla questione del possesso della qualifica ispettiva degli Addetti alla Vigilanza:… “Le disposizioni in esame riguardano – come tra l’altro è espressamente previsto nella circolare – tutto il personale rivestente qualifica ispettiva, dizione nella quale sono ovviamente da ricomprendersi anche gli Assistenti I.L. ex Addetti alla Vigilanza”. Pertanto noi riteniamo che "le nozze con i fichi secchi" si vogliono fare nei confronti di tutto quel personale che, come noi, è equiparato normativamente a colleghi che hanno come minimo due livelli di differenza. Seguendo i vostri comunicati riportanti i lavori in sede di commissione paritetica per l'ordinamento professionale e leggendo la suddetta novità normativa si apprende che ogni cosa deve avvenire a costo zero.
Nell'ambito dell'attività di vigilanza per chi è nella posizione ispettiva C2 o C3 , è giusto considerare che la nuova legge non aggiunge niente rispetto a quello che gli è già stato riconosciuto, ma per chi è inquadrato in due livelli di differenza come noi come gli si può chiedere di espletare i nuovi compiti senza che niente venga riconosciuto? Ci scusiamo con tutti se il nostro commento ha un sapore corporativo ma, con onestà intellettuale, nessuno di noi avrebbe niente da dire se, a qualunque collega, in virtù di una nuova disposizione di legge che attribuisse nuovi ed ulteriori poteri per consentirgli di svolgere proficuamente il proprio lavoro alla pari degli altri colleghi già gratificati economicamente, non gli fosse dato il giusto riconoscimento.
Se alla fine prevarrà la solita logica della compatibilità economica legata alle poche risorse disponibili, si voglia considerare che nell'ultima tornata contrattuale c'è chi ha avuto 100 e chi invece ha avuto 10.
E' molto facile controllare che noi addetti siamo inseriti nella seconda fascia. Siamo stufi di vedere che molti si prendono soldi e meriti di cui molte volte non hanno neanche diritto, mentre altri che lavorano in maniera analoga sono sempre penalizzati.
Gli addetti alla vigilanza che per 10, 15, 20 anni hanno sempre effettuato lo stesso lavoro dei colleghi ispettori con retribuzioni inferiori, chiedono alla RDB di creare una forte mobilitazione di massa per eliminare le attuali differenze contrattuali esistenti, considerando anche che ora le ambiguità legate ai poteri e funzioni sono definitivamente superate. Vi auguriamo un buon lavoro e rimaniamo in attesa di riscontri. GLI ADDETTI ALLA VIGILANZA-in qualità di personale ispettivo della D.P.L. di Sassari.

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