RdB Statali

Ministero Grazia e Giustizia

 

PREMESSA

Il Ministero di Grazia e Giustizia a partire dalla fine degli anni 80 è stato attraversato da profondi mutamenti:

A queste riforme presto se ne affiancheranno altre, altrettanto importanti e altrettanto strutturali:

 

Per quanto riguarda il DAP i cambiamenti sono stati determinati da una serie di altri ordini di fattori:

- l’obbligo della ristrutturazione prevista da una legge dello Stato.

Quello che ha caratterizzato la nostra Amministrazione in tutti questi anni, è stata l’assoluta mancanza di formazione e aggiornamento professionale del personale. Nonostante ciò il servizio giustizia erogato dai lavoratori ai cittadini, seppur tra ritardi e lentezze (peraltro non imputabili al personale amministrativo), è stato al passo con i tempi ed ha garantito il funzionamento del settore.

Dall’interno degli stessi uffici, dove, con grande abnegazione, si sono svolti processi di autoformazione e riconversione spontanei, vi è ora una grande aspettativa di un serio coinvolgimento del personale al cambiamento innovativo che si va compiendo, mirato al proficuo assorbimento delle innovazioni tecnologiche, procedurali e legislative che, in aderenza alle normative di sburocratizzazione, snellimento e razionalizzazione possa determinare un cambiamento positivo nel modo di lavorare e di rapportarsi con l’utenza.

I processi di autoformazione sono avvenuti in costanza di una situazione, ormai endemica, di mancanza di personale, pur previsto in una pianta organica già disegnata con l’occhio rivolto soprattutto alle compatibilità di spesa piuttosto che agli effettivi carichi di lavoro. Deriva da ciò la necessità di avviare quanto prima ed indipendentemente dai percorsi disegnabili con la contrattazione integrativa, un corso di riqualificazione del Personale delle Cancellerie e Segreterie giudiziarie, mirato a coprire le oltre 6000 vacanze in pianta rilevate dal Ministero alla data del 31/05/99, prima dell’entrata in vigore della Riforma del Giudice Unico.

Alla cronica indifferenza dell’Amministrazione, che pur avrebbe dovuto affrontare, contestualmente alle riforme, le problematiche afferenti il personale, si è sempre di più contrapposta e radicata una politica collegata alla così detta "Cultura del Giudice " che attribuisce esclusiva importanza alle esigenze della Magistratura, alla funzione giurisdizionale e sottovaluta colposamente le restanti fasi organizzative dell’attività giudiziaria.

La piena valorizzazione dell’attività amministrativa, indipendente ed autonoma da quella giurisdizionale, anche se ad essa strettamente collegata, non può più conciliarsi con l’assenza di una specifica articolazione ministeriale, preposta esclusivamente all’amministrazione degli oltre 40mila dipendenti in servizio nell’Amministrazione Giudiziaria La RdB propone, pertanto, che in sede di riorganizzazione del Ministero si realizzi una Direzione Generale del Personale Amministrativo, collocata nell’ambito del Dipartimento dei servizi giudiziari, che sia centro autonomo di spesa, dotato di propri capitoli, separati da quelli della Magistratura, non più condivisi così come avviene oggi (vedi ad es. missioni, buoni pasto, equo indennizzo ecc.)

A tal proposito si ritiene necessario chiarire la questione della doppia dirigenza amministrativa con la separazione della funzione giurisdizionale da quella amministrativa anche alla luce dell’art. 47 quater del dlgs. 51/98 (attribuzioni del Presidente di sezione).

La RdB nell’attuale panorama politico-istituzionale si propone il recupero, la valorizzazione e la retribuzione delle qualità, la professionalità e gli alti livelli di produttività nell’erogazione dei servizi già patrimonio del personale amministrativo degli uffici giudiziari, cui va affiancata una ancora più importante iniziativa a tutela della dignità umana dei lavoratori.

L’Amministrazione dovrà essere consapevole che il personale che fino ad oggi ha dimostrato di possedere quelle doti di attaccamento ed abnegazione che da più parti vengono negate ai pubblici dipendenti va finalmente MOTIVATO.

Una strategia della politica del personale, che abbia come obiettivo (a breve) il riconoscimento, attraverso provvedimenti coerenti, delle sacrosante e legittime aspettative di carriera di tutto il personale, è la chiave per sviluppare gli obiettivi di produttività che una moderna organizzazione deve necessariamente possedere a tutto vantaggio della utenza e della collettività.

Trascurare tale problematica potrebbe apparire aderente ad un progetto di riforma basato su astratti modelli ideologici anziché su una realtà operativa concreta.

La RdB, in considerazione di quanto sopra, consapevole che le riforme che interessano il nostro Ministero comporteranno nuovi modelli organizzativi cui faranno seguito l’introduzione di nuove tecnologie, sempre più avanzate e sofisticate, nonché diverse procedure lavorative che richiederanno dai lavoratori maggiore professionalità e flessibilità determinando nuovi e ridotti profili rispetto a quelli attuali non più rispondenti alle reali esigenze lavorative

 

Ritiene

Centrale, nella contrattazione integrativa, il ruolo del Nuovo Ordinamento Professionale che dovrà tenere conto di due obiettivi essenziali, pena la vanificazione di tutto l’impianto:

Fondamentale è, a questo punto, la massima attenzione sulla fase di prima applicazione del nuovo ordinamento professionale che, nell’arco della vigenza contrattuale (02.01.1998-31.12.2001), dovrà:

In particolare va considerato che l’Amministrazione Penitenziaria è in via di ristrutturazione, quindi pensare e ragionare su un nuovo ordinamento professionale non può non tener conto del mutato quadro amministrativo previsto.

Pertanto:

 

 

La soluzione ordinamentale fornita dal contratto nazionale di lavoro vigente non risolve il problema del mansionismo che nel tempo ha determinato situazioni conflittuali tra il personale e risentimenti verso le istituzioni.

Al contrario la previsione di tre aree (soluzione già superata perché non tiene conto dell’elevato livello medio culturale del personale e degli strumenti tecnologici, già in uso, nell’attuale organizzazione del lavoro) riproduce al suo interno un ulteriore aggravamento delle differenze economico-retributive cui sono collegati distinti contenuti professionali di base.

La semplificazione in due sole aree appare necessaria in quanto la eccessiva frammentazione dei livelli retributivi provoca la discrasia di cui sopra ed è in contraddizione anche con la pretesa flessibilità del personale connessa ai nuovi modelli organizzativi.

Si propone, pertanto, in coerenza con quanto sin qui esposto e quanto ribadito nella piattaforma nazionale di comparto, la collocazione del personale in due sole aree:

Area B – : con posizioni economiche B2-B3-

Area C - : con posizioni economiche C1- -C2-C3-

Tenuto conto della lunga permanenza (nella maggior parte dei casi ultraventennale) nelle qualifiche funzionali di cui alla L.312/80, in sede di primo inquadramento l’Amministrazione provvederà a collocare il personale nelle posizioni economiche rispondenti, usando il criterio dell’esperienza professionale acquisita e della maggiore anzianità.

I percorsi di carriera successivi alla definizione del primo inquadramento dovranno tenere conto delle aspirazioni del personale e si dovranno basare su criteri certi e trasparenti.

Dal punto di vista economico, per il raggiungimento dell’obiettivo si devono considerare:

 

 

 

FONDO UNICO DI AMMINISTRAZIONE

Prevedere la storicizzazione del salario accessorio legato alla produttività attraverso l’introduzione di una sorta di 14^ mensilità per tutti i lavoratori della giustizia che in tutti questi anni hanno mantenuto elevata l’efficienza degli uffici giudiziari pur subendo il peggioramento delle condizioni lavorative ( carenza cronica di organico - aumento dei carichi di lavoro – continue riforme – assenza totale di formazione).

Qualsiasi emolumento accessorio deve essere assegnato nell’anno di riferimento e lo straordinario entro il mese successivo dalla sua prestazione, pena il pagamento degli interessi e della svalutazione monetaria.

La contrattazione relativa al fondo unico va avviata e conclusa entro il mese di gennaio dell’anno di riferimento pena il pagamento degli interessi e della svalutazione.

RAPPORTO DI LAVORO

Il rispetto dell’orario di lavoro va garantito anche in relazione alle attività di udienza e di assistenza ai Magistrati.

L’Amministrazione non può far ricorso al lavoro straordinario senza il preventivo assenso del personale interessato, che in nessun caso deve temere iniziative penali o disciplinari.

Il lavoratore è tenuto a derogare al rispetto dell’orario di lavoro, nell’osservanza in ogni caso delle nove ore giornaliere, solo nei casi tutelati dalla L. n.146/90 (sciopero nei servizi pubblici essenziali): imputati detenuti, provvedimenti che riguardano la libertà personale, ecc. In questi casi il buono pasto va garantito comunque a prescindere che si superino le otto ore, così come è previsto per i Magistrati.

Prevedere in ogni caso la non obbligatorietà dello straordinario ma stabilire la volontarietà dello stesso tenuto conto che l’attività di assistenza al magistrato è legata alla funzione e non già alla persona.

La rinuncia alla pausa è un diritto del lavoratore che comporta la sola presa d’atto dell’Amministrazione e non comporta la perdita del buono pasto.

L’articolazione dell’orario di lavoro su cinque o sei giorni è un’opzione del lavoratore, l’Amministrazione Centrale deve definire i servizi da garantire nella giornata del sabato, sì da predisporre un adeguato presidio.

La diversa articolazione dell’orario di lavoro anche su più rientri settimanali non deve subire limiti.

L’orario di apertura al pubblico durante la mattinata deve essere ridotto in modo da umanizzare il contatto con il pubblico mentre sarà garantito un presidio per il deposito degli atti urgenti,.

L’attività lavorativa esplicata durante le giornate festive oltre al recupero della festività non goduta, comporta il pagamento dello straordinario con tariffa festiva.

Prevedere l’estensione delle agevolazioni , previste dalla L.133/98 in favore dei Magistrati che optino per il trasferimento nelle sedi disagiate, anche al personale delle cancellerie.

Prevedere una forma di assicurazione, a carico dell’Amministrazione, per coprire i danni derivanti da rischi professionali legati alle prestazioni lavorative.

FORMAZIONE

I corsi di formazione devono riguardare tutto il personale e devono essere permanenti.

La qualità della formazione deve essere oggetto di verifica da parte di apposite commissioni paritetiche di cui farà parte anche una rappresentante del Comitato della Pari Opportunità.

I corsi verranno tenuti negli orari di lavoro e possibilmente nelle sedi di appartenenza.

La riqualificazione del personale si propone l’obiettivo di aggiornare i lavoratori e di accompagnarli nella progressione in carriera all’interno delle aree e tra le stesse.

I corsi di riqualificazione di cui sopra devono essere assoggettati ad un termine, decorso il quale il personale viene comunque inquadrato nella posizione economica immediatamente superiore.

AMBIENTE E SICUREZZA

Occorre costituire una commissione che riceva le segnalazioni dagli uffici periferici in tema di salute e sicurezza e ne promuova le soluzioni.

Occorre costituire, altresì, una commissione per le innovazioni tecnologiche in grado di dialogare con i lavoratori per risolvere e velocizzare i processi di lavoro (sostituzione materiale cartaceo - eliminazione delle marche per diritti di cancellerie e prevedere per il pagamento degli stessi l’uso di Card – collegamenti telematici tra uffici ed altro).

Occorre prevedere una pausa di 10 minuti ogni ora per i lavoratori applicati al video terminale per almeno 4 ore.

COMITATO PARI OPPORTUNITA’

L’Amministrazione deve favorire l’operatività dei Comitati delle Pari Opportunità garantendo gli strumenti idonei al loro funzionamento.

L’Amministrazione deve assicurare la presenza del Comitato delle Pari Opportunità a qualsiasi livello di trattativa.

RELAZIONI SINDACALI

Prevedere la costituzione:

Il contratto dovrà contenere una norma di salvaguardia e garanzia che preveda che gli accordi ed i contratti prima di essere sottoscritti ed avere validità erga omnes, siano sottoposti a Referendum fra i lavoratori, da gestirsi a cura delle RSU.

Le trattative fissate durante l’orario di lavoro non devono comportare decurtazioni del monte ore di permessi a disposizione delle OO.SS. e delle RSU dovendosi considerare detta attività lavorativa a tutti gli effetti.

Si propone la costituzione di un tavolo permanente di interpretazione autentica dei contratti con la previsione di sessioni ad hoc per evitare interventi illegittimi da parte dell’amministrazione attraverso l’uso di circolari che molto spesso stravolgono quanto già regolamentato dal contratto collettivo.

POLITICHE OCCUPAZIONALI

Si rende necessaria la revisione delle piante organiche, a seguito delle riforme che hanno interessato e interesseranno per il prossimo futuro il Ministero della Giustizia, sulla base delle effettive esigenze e dei carichi di lavoro. Al richiesto aumento dell’organico della Magistratura (1000 Magistrati) l’Amministrazione non ha ritenuto necessario richiedere l’aumento proporzionale del personale amministrativo (almeno 4000 unità).

Le dotazioni organiche attuali presentano già vistose carenze per effetto dei vari blocchi della assunzioni imposte dagli ultimi governi e, l’Amministrazione per prassi consolidata ricorre a rapporti di lavoro precario (LSU – Trimestrali) per colmare i vuoti più vistosi.

Le prassi di cui sopra non sono più ammissibili, pertanto si richiede la regolarizzazione di questi rapporti, attraverso l’assunzione in ruolo del personale precario a copertura delle carenze venutesi a determinare nelle aree successivamente all’inquadramento del personale già in servizio.

 

RdB Statali-Coordinamento Nazionale Giustizia