ENTRATE

FIRMATO (10 luglio 2001) UN ACCORDO QUADRO SU:

MOBILITA’ DEL PERSONALE DEI CENTRI DI SERVIZIO

E LINEE GUIDA PER LA MOBILITA’ IN AMBITO REGIONALE

A)  Rigettando le proposte che molte lavoratrici e lavoratori avevano avanzato a fa­vore di riconversione delle strutture e a dimostrazione dell’assurda modalità di gestione della questione, si conferma la chiusura dei Centri di Servizio.

 

B)  Si mettono a disposizione dei Direttori Regionali, seppur in maniera “concer­tata” – e, si afferma, “per tempi strettamente limitati” i colleghi dei Centri di Servizio, per coprire le “inderogabili esigenze di servizio” in ambito provin­ciale.

 

C)  Si usano decine di milioni del Fondo Unico di Amministrazione, alla cui forma­zione tutti i colleghi hanno contribuito, per sanare problemi organizzativi dell’Amministrazione.

 

D)  Si accetta, con esiti da verificare, una pericolosa deriva verso una regionalizza­zione delle questioni, a partire dall’individuazione delle carenze di organico (e quindi degli esuberi).

 

E)   Si parte dai Centri di Servizio, per varare la mobilità in ambito regionale – in una prima fase volontaria, ma sulla quale, siamo certi che presto si perderà il controllo.

 

F)   L’eventuale mobilità volontaria interregionale presente nell’accordo, essendo parziale e condizionata, sarà di difficile gestione, creando discriminazioni tra il personale.

 

PRINCIPALMENTE PER QUESTI MOTIVI

LE RdB NON HANNO ACCETTATO DI SOTTOSCRIVERE TALE ACCORDO.

 

ABBIAMO COMUNQUE PRESO ATTO CHE LA MOBILITAZIONE DEI COLLEGHI HA OBBLIGATO L’AMMINISTRAZIONE A RIVEDERE ALCUNE POSIZIONI DELLE POSIZIONI OLTRANZISTE ORIGINARIE – COMPRESA QUELLA DI “TAGLIARE FUORI” GLI ADDETTI DEI CALL CENTER O QUELLA RELATIVA AL MANTENIMENTO DEL PERSONALE NELLA CITTA’ SEDE DEL CENTRO DI SERVIZIO “DISMESSO”.

 

RILANCEREMO, OVE NECESSARIO, LA LOTTA SU BASE REGIONALE PER IMPEDIRE LA DICHIARAZIONE DI QUALSIASI ESUBERO E PER FISSARE L’IMPEGNO DELL’AMMINISTRAZIONE A NON FORZARE IN NESSUN CASO TRASFERIMENTI INDESIDERATI.