CARTELLE PAZZE:

 

IN RISPOSTA ALLE ACCUSE AI LAVORATORI

 

Il giorno 11 luglio “Il Messaggero” ha pubblicato un articolo, in cui tra l’altro, si legge:

 

“Può anche darsi che il “cervellone” del fisco talvolta non funzioni bene, ma evidentemente funziona male anche il personale. Prima di chiedere a un pensionato 7-8 milioni di imposte, che risultano totalmente evase, sarebbe bene accertare se la richiesta ha un minimo di fondamento, e questa elementare precauzione dovrebbe prenderla sia il dipendente che lavora quel gruppo di pratiche, sia il direttore della struttura che materialmente spedisce la cartella pazza”.

 

Chi scrive non conosce i fatti per cui, oggi, i dipendenti del Ministero delle Finanze sono quasi completamente sorvolati dalla procedura informatica, elaborata e gestita dalla SOGEI, società privata, che emette le cartelle senza che nessuno possa verificarle.

 

Ricordiamo inoltre che, non più di un anno fa, l’Amministrazione ha varato un roboante piano di recupero dell’arretrato che prevedeva la liquidazione di tre annualità in un solo anno di lavoro. Come si pretendeva di mantenere elevata la qualità?

 

Le affermazioni de’ “Il Messaggero” sono inaccettabili e lesive dei lavoratori dei Centri di Servizio e degli Uffici che si occupano di liquidazioni, ma soprattutto, e questo è, forse, ancora più grave, sono affermazioni che tendono a sollevare gli animi dei contribuenti contro i lavoratori che negli Uffici delle Imposte e nei neonati Uffici delle Entrate si dovranno occupare di correggere le cartelle pazze.

 

I lavoratori delle Finanze, che da anni attendono il riconoscimento delle loro professionalità, e che senza formazione specifica, negli Uffici Unici sono stati sbattuti in prima fila in uffici che sono organizzati per fare, ancora una volta, immagine e non sostanza.

 

Alla disponibilità del personale si contrappongono così gli insulti dei contribuenti che, giustamente, si sentono vessati, ma a cui viene fornito un comodo “capro espiatorio”: il dipendente che troveranno allo sportello.

 

Chiediamo all’Amministrazione di assumere immediatamente una posizione ufficiale sull’argomento.

 

Roma, 12 luglio 2000

P. Coordinamento RdB-PI Finanze

Pietro Falanga