IL SACCO BUCATO N.9  - 20 ottobre 2000

 

In questo numero:
RIQUALIFICAZIONE – Il ricorso Dirstat
 
La fantasia al potere. Con il varo delle Agenzie possiamo stare tranquilli?
 
Con lo sciopero lo abbiamo detto: i nostri diritti non si toccano
 
Centri di Servizio: ORA VOGLIAMO UNA RISPOSTA
 
Prepensionamenti ed altro (il documento “fantasma” - parte I)
 
Demanio: L’agenzia misteriosa…
 
MAGGIORAZIONE RIA: diciamola tutta
 

Riqualificazione: il ricorso Dirstat

Il Collegio Giudicante del TAR, riunito il 18 ottobre, si è riservato di emet­tere la sentenza in tempi non pre­cisati. Non ci sono, al momento, indi­screzioni sulla posizione che in questa sentenza do­vrebbe essere espressa. Quindi i concorsi proseguono, e pro­babilmente le boccia­ture si intensifi­cheranno proprio per dimostrare al TAR che di vero concorso si tratta.

Quest’ultimo atto è l’ennesima dimo­stra­zione che sottoporre i dipendenti del mi­nistro delle finanze a queste pro­cedure paraconcorsuali anziché ricono­scere a tutti il diritto alla carriera at­traverso uno scatto di inquadramento automatico, è stata una scelta sba­gliata.

Una scelta che ha umiliato colleghi, an­che anziani, che per anni hanno svolto mansioni superiori che sono stati ri­mandati sui “banchi di scuola”…

Riteniamo che la sentenza della Corte sarà a questo punto condizionata dalla trattativa sotterranea che Dirstat e Am­ministrazione sicuramente staranno con­ducendo. Sappiamo che la Dirstat ri­chiede la pur legittima apertura delle carriere per i dirigenti. Se a fronte di questo dovesse ritirare il ri­corso e quindi riaprire la strada a co­loro che hanno su­perato tutte le “prove ad ostacoli” sa­rebbe importante anche se, come dice­vamo prima, comunque re­strittivo. Sta­remo a vedere.

 

La fantasia al potere. Con il varo delle Agenzie possiamo stare tranquilli?

L’accusa che ci viene spesso mossa è quella di essere troppo fantasiosi e spesso catastrofici. Viene creata così, ar­tificiosamente, una contrapposizione tra chi lavora di fantasia e tra chi di­chiara “pragmatismi” che porterebbero al con­trollo della realtà.

Purtroppo però, spesso la realtà supera la fantasia. Pensiamo al tentativo di trafu­gare il diritto alla Maggiorazione RIA presente sulla bozza di finanziaria; alla mai corrisposta perequazione con le Do­gane – che con le Agenzie è definiti­va­mente perduta; alle modalità di svi­luppo della riqualificazione, dei concorsi a titoli e della mobilità volontaria; agli enormi ri­tardi sulla corresponsione del salario ac­cessorio; alle enormi discrimi­nazioni dello stesso; al fatto che si di­scute di Agenzie senza che nei posti di lavoro giunga una voce chiara di quanto accade; che lavora­trici e lavoratori dei Centri di Servizio devono apprendere dalla stampa che il loro ufficio sta per essere ceduto ad al­tre amministrazioni; potremmo continuare a lungo…

Riguardo alle Agenzie a chi lavora è più utile la fantasia o il “pragmatismo”?

Recentemente la CISL, dichiarandosi non fantasiosa, ha ricordato, con una certa ironia, riguardo alla destinazione del per­sonale delle finanze, che l’articolo 74 del decreto 300/1999 af­ferma che

“..tutto il personale del ministero è incluso in ruolo speciale e distaccato presso i nuovi uf­fici del ministero o presso le agenzie fi­scali….”

Tutto vero. Solo che si sono dimenticati di citare il titolo dell’art.74 :

“Disposizioni transitorie sul personale”

e che lo stesso articolo, al comma 5 stabi­lisce che :

“L’inquadramento definitivo del restante per­sonale (tutti meno i dirigenti NDR) nelle dotazioni organiche del ministero e delle agenzie fiscali è disciplinato dal rego­lamento di cui all’articolo 58, comma 3 e dai regola­menti di cui all’articolo 71, comma 2 del pre­sente decreto legislativo, ferma in ogni caso l’applicazione delle disposizioni previste dalla legislazione vigente e dai contratti collettivi a garanzia del personale dipendente dai mini­steri.”

Vediamo assieme gli articoli citati.

Art 58, comma 2

“L'organizzazione, la disciplina degli uffici e le dotazioni organiche del ministero sono stabi­lite con regolamento ai sensi dell'arti­colo 17, comma 4-bis, della legge 23 ago­sto 1988, n. 400.”

Art.71 comma 2:

“Al fine di garantire l’imparzialità e il buon an­damento nell’esercizio della funzione pubblica assegnata alle agenzie fiscali, con regola­mento da emanare entro sei mesi dall’entrata in vigore del presente decreto legislativo, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono emanate dispo­sizioni idonee a garantire l’indipendenza e l’autonomia tecnica del personale”. (la cui bozza è stata pubbli­cata sullo scorso nu­mero NDR)

Un gioco di scatole cinesi in fondo alle quali potremmo teoricamente trovarci qualsiasi cosa… A chi serve chiudere le stalle dopo che i buoi sono scappati, ma­gari denunciando, solo ora, le discri­mina­zioni che stanno dietro le modalità di at­tribuzione del salario accessorio (2% del 1998). E farlo dopo aver condi­viso e fir­mato Contratti Nazionali, Con­tratti Inte­grativi e Accordi di tutti i li­velli volti a costituire le condizioni su cui quelle di­scriminazioni poggiano.

In questo quadro è certo più utile qual­cuno che, facendo sfoggio di fantasia, e magari talvolta sbagliando, tenti di pre­ve­dere e prevenire eventuali scorret­tezze nei confronti di lavoratrici e la­voratori.

Saggezza popolare: a pensar male non si fa peccato.

 

Con lo sciopero lo abbiamo detto: i nostri diritti non si toccano

Il 13 ottobre, venerdì, molti uffici del Mi­nistero delle finanze hanno chiuso i bat­tenti, significativa la situazione di Padova, praticamente paralizzata. Ma anche in molti altri uffici, e ricordarli tutti sa­rebbe troppo lungo, i disagi cre­ati sono stati notevoli. Si sono create situazioni limite come all’ex Conservatoria di Peru­gina dove il dirigente, in assenza dei di­pendenti in sciopero, ha consentito l’accesso degli utenti autonomamente alla documentazione dell’ufficio… Fatto questo grave sia nei confronti del diritto di scio­pero che nei confronti del diritto alla ri­servatezza sui dati dei cittadini.

Molte lavoratrici e lavoratori di cui molti non iscritti alle Rappresentanze sindacali di base o iscritti ad altri sindacati hanno sciope­rato dicendo NO ad un sistema nel quale regna l’incertezza per le loro con­di­zioni – a partire dalle “voci” sulle Agenzie. NO a scelte che riducono sempre più i di­ritti. NO ad un meccani­smo di aumenti che, anno dopo anno, ri­ducono fortemente il valore d’acquisto degli stipendi. NO a condizioni di lavoro sempre più difficili con carichi di lavoro che aumentano senza alcun legame con la realtà organizzativa degli uffici. NO allo sfruttamento di lavo­ratrici e lavo­ratori attraverso sempre mi­nori garan­zie sul posto di lavoro.

L’adesione allo sciopero è stata, dice­vamo, molto elevata e ciò nonostante il fatto che rinunciare ad una giornata di stipen­dio costi non poco, date le attuali condi­zioni, in cui altri ci hanno infilato.

E’ un segnale chiaro della volontà di la­vo­ratrici e lavoratori di costruire un al­ter­nativa. E’ un segnale forte e chiaro all’Amministrazione e ai sindacati reali­sti (spesso più del re). E’ un segnale che è stato inviato anche a quei dirigenti più in­tegralisti nelle pratiche manageriali e vessatorie.

Il segnale è che lavoratrici e lavora­tori non ci stanno a essere conside­rati come oggetti. Il segnale è che la­voratrici e la­voratori non sono stati anestetizzati dalle pratiche concerta­tive e che non accettano più discorsi di “compatibilità” fatti – spesso in sinda­calese -  da chi continua a togliere a loro per dare alle grosse im­prese.

Un segnale che rafforza le proposte delle Rappresentanze sindacali di base. Un se­gnale che rafforza la posizione di lavora­trici e lavoratori. Un inizio. L’inizio di una nuova fase in cui, a fronte di effimeri successi individuali, ottenuti tramite rac­comandazioni e clientele, emerge la co­scienza che più duraturi successi che si possono ottenere solo attraverso lo svi­luppo dell’azione collet­tiva. Con questo sciopero l’opposizione al sistema vessato­rio ha fatto un grosso passo avanti. Non dobbiamo per­dere il terreno guadagnato, oggi è ne­cessario “cristallizzare” questa posi­zione, rafforzarla e poi fare un ulte­riore balzo in avanti. Per fare questo rite­niamo necessario iscriversi alle RdB. Con­tattateci per farlo.

 

Centri di Servizio: ORA VO­GLIAMO UNA RISPOSTA

Nello scorso numero abbiamo formulato una proposta chiara rispetto al futuro di lavoratrici e lavoratori dei Centri di Ser­vizio. La proposta sta passando al vaglio dei dipendenti dei Centri di Ser­vizio. Da questa consultazione – già completata in diversi uffici - scaturirà la posizione delle RdB.

Ieri (19 ottobre) c’è stata l’ennesima riu­nione dell’Osservatorio su Piano di recu­pero dell’arretrato – in cui, si di­ceva, si sarebbe dovuto fare un salto di livello e parlare del futuro dei Centri di Servizio.

Così non è stato. Noi, forti dell’appoggio di lavoratrici e lavora­tori, abbiamo puntato i piedi e otte­nuto un incontro specifico sull’argomento che si terrà la prossima settimana (in data da precisarsi). Ci è stato inoltre detto che, prima di quella riunione, i singoli Direttori Regionali non potranno assu­mere ulteriori iniziative. Solleci­tiamo quindi le strutture che non aves­sero an­cora proceduto alla consulta­zione del per­sonale a farlo immediatamente. Una rac­colta di firme sotto la nostra pro­posta sarà chiaro segnale per Ammi­ni­strazione e qualche (eventuale) sinda­cato recalci­trante di cosa i dipendenti dei Cen­tri di Servizio vogliono vera­mente.

Vogliamo qui spendere un paio di parole anche a fronte di chi, dopo aver tran­quil­lizzato per anni i lavoratori oggi scopre che sotto le ceneri delle Agen­zie si po­trebbero nascondere altre ve­rità.

La posizione che, spesso in perfetta so­li­tudine, abbiamo espresso per anni è che in queste forti fasi di cambiamento la man­canza di chiarezza è sempre in­terpreta­bile come tentativo di nascon­dere qual­cosa. E’ un atteggiamento che sindacati responsabili, come noi cer­chiamo di es­sere, sono tenuti a denun­ciare da subito, senza aspettare l’ultimo momento, quando spesso i giochi sono fatti.

Per questo motivo, non giudichiamo re­sponsabile la posizione di chi ha buttato per lungo tempo l’acqua sul fuoco salvo poi alimentarlo quando l’incendio non sembre­rebbe più controllabile. Sembra un tenta­tivo, anche becero, su cui lavo­ratrici e la­voratori, non stupidi, sa­pranno sicura­mente trarre le proprie conclusioni.

Detto questo, pure se in condizioni di boicottaggio complessivo, quello che le Rappresentanze sindacali hanno scelto di fare è non attendere pas­sivamente la VERITA’ dell’Amministrazione, ma cer­care di condizionarla e crearla. Arro­ganza? Forse. Ma riteniamo che oggi que­sta sia l’unica tattica percorribile per chi vo­glia tutelare e rilanciare i diritti di chi lavora. E quindi, non ci limitiamo ad un’attesa passiva della VERITA’ dell’Amministrazione ma formuliamo PRO­POSTE CHIARE in cui lavoratrici e lavo­ratori possano riconoscersi e con cui l’Amministrazione debba confron­tarsi.

La nostra VERITA’ è diversa da quella dell’Amministrazione fatta di economicità, tagli alle spese, produtti­vità etc.

La no­stra VERITA’ è quella che tutti gli attuali dipendenti dei Centri di Servizio devono essere destinati all’ufficio che loro sceglieranno sulla base delle pro­prie esigenze personali.

Non siamo di fronte a calciatori che pos­sono essere indiscriminatamente spostati dove più sono utili all’Amministrazione. L’Amministrazione che deve calibrare la sua “verità” sulle nostre esigenze. Se tutti assieme chie­deremo questo non ci sarà Amministra­zione ne sindacati che terranno, do­vranno darci questo.

Vogliamo portare tutti allo scoperto per­ché con chiarezza dicano se hanno un’altra proposta e quale. Basta con i giochi di parole.

 

Prepensionamenti ed altro: il do­cumento “fantasma” (parte I)

Nel giro di assemblee di preparazione per lo sciopero, uno degli argomenti che è stato rilanciato è stato quello relativo ai prepensionamenti. Su questo argo­mento si sono pronunciate anche fonti sindacali “autorevoli” – seppur non fan­tasiose -  che confermando la nostra considerazione di fondo, si sono chie­ste: in un momento in cui si parla di revisione, al ribasso, del sistema pensionistico, come è possibile parlare di prepensionamenti per il mini­stero delle Finanze?

Ma – vedi il primo articolo – siccome noi siamo abituati a pensar male, proprio per prevenire eventuali problemi futuri e per evitare di stare ad aspettare “mazzate” che possano privare chi la­vora dei propri diritti, abbiamo paven­tato una possibilità, che ci auguriamo non si concretizzi, ba­sata su un docu­mento citato nel numero 7 del nostro bollettino. Il documento, sulla cui au­tenticità, dicevamo allora, e ripe­tiamo ora, non siamo certi, si intitole­rebbe “ACCORDO ISTITUTIVO DI UN FONDO SPECIALE BILATERALE DI SO­LIDARIETA’ PER IL SOSTEGNO DEL REDDITO DELL’OCCUPAZIONE E DELLA RICONVERSIONE PROFES­SIONALE DEL PERSONALE FINAN­ZIARIO -  Tra il Ministero delle Fi­nanze e le Organizza­zioni sindacali rap­presentative dei lavora­tori finanziari: CGIL-FP, CISL-FP, UIL Statali, CON­FSAL-UNSA-SALFI”.

Il documento ipotizzerebbe l’utilizzo di parte del Fondo di Previdenza per favo­rire i presunti prepensionamenti anche se, in effetti, è improprio chiamarli in questo modo. Non si tratterebbe in­fatti di far andare in pensione pre­ventivamente il personale in esubero, dato questo ov­viamente improbabile sotto l’aspetto politico, Si tratte­rebbe di metterlo a ri­poso con un asse­gno a sostegno del red­dito – alimentato da quello che è l’attuale Fondo di Previ­denza - fino all’età pensio­nabile. Dalla lettura del documento si tratterebbe, quindi, di un istituto più vi­cino alla Cassa Integrazione che al pre­pensio­namento.

Ipotesi che rigettiamo e che consenti­rebbe all’Amministrazione di liberarsi del personale nelle cosiddette “aree ecceden­tarie” giustificandosi rispetto all’opinione pubblica perché effettue­rebbe l’operazione a costo zero per la colletti­vità – a carico completo di lavo­ratrici e la­voratori del Mini­stero/Agenzie.

I dubbi sull’autenticità del documento li abbiamo per due motivi.

Il primo è che sul documento, in pre­messa, c’è un analisi della situazione at­tuale (vedi sotto) molto diversa da quella che i presunti estensori dello stesso uffi­cialmente professano.

Un’analisi fatta di esodi, esuberi etc.. molto più vicina alla nostra “fantasia” che al “pragmatismo” di chi spesso ci critica per i nostri “voli pindarici”.

Ergo: o il documento è falso o sono falsi quelli che lo hanno scritto.

Il secondo è che il contenuto comples­sivo del documento ci pare di una gra­vità tale che solo mantenerlo nella se­gretezza as­soluta fino all’ultimo mo­mento, potrebbe renderlo applicabile. Per questo motivo, nonostante l’incertezza sulla fonte, ci siamo risoluti a parlarne anche per stimo­lare una po­sizione ufficiale da parte dei presunti estensori dello stesso. In tal senso ri­teniamo già un successo aver fatto pro­nunciare la UIL in questi termini, ma non è abbastanza.

Vogliamo, e speriamo, che tutti i pre­sunti estensori del documento di­cano chiaramente a lavoratrici e la­voratori che le RdB sbagliano e che il Fondo di Previdenza non sarà mai utilizzato per creare un Fondo di solidarietà.

Vogliamo che tutti si pronuncino ri­guardo alla nostra proposta di liquida­zione del maturato al singolo dipen­dente.

Per questo, e anche per rispondere alle ri­chieste che ci giungono nei posti di la­voro di approfondimento della que­stione, ab­biamo deciso di pubblicare in­tegralmente il documento “fantasma”. La pubblicazione, data l’ampiezza del documento, sarà sud­divisa su più numeri del notiziario. Il testo integrale del do­cumento sarà comunque presente – nei prossimi giorni - sul nostro sito inter­net www.rdbcub.it - Sezione Federa­zione Pubblico Impiego / RdB-Sta­tali / Notizie dal Ministero delle Finanze. Ecco il testo:

“Premesso:

che il presente momento ordinamentale, ca­ratterizzato dalle pressanti esigenze di ri­strutturazione connesse all'attuazione delle riforme dell'Amministrazione dello Stato in generale, ed all'attivazione delle agenzie fi­scali in particolare, rende quanto mai op­por­tuno, allo scopo di finanziare, senza oneri a carico dell'Amministrazione, le poli­tiche di riallocazione e rinnovamento delle risorse umane, un proficuo utilizzo delle ri­sorse ac­cantonate nel bilancio del Fondo di Previ­denza di cui.al DP.R del 21 dicembre 1984, n° 1034;

che le esigenze politiche di efficienza ed eco­nomicità del nuovo assetto strutturale del­l'Amministrazione finanziaria ben pos­sono contemperarsi, nella descritta con­giuntura, con le aspettative del personale anziano ad un equo sostegno del reddito sino alla quie­scenza, e con le istanze so­ciali di contrasto alla disoccupazione;

che risulta allo stato impossibile, anche alla luce della complessiva riforma della Pub­blica Amministrazione di cui alla Legge 59/97, ai  D.Lgs, 112/98 ed al D.Lgs 300/99, prevedere quale sarà l'impatto de­gli adempimenti con­seguenti all'istituzione delle Agenzie Fiscali sulle piante organiche degli Uffici finanziari, in particolare del CentroSud;

attesa l'impossibilità di comprendere allo stato le conseguenze scaturenti dall'immis­sione a ruolo speciale, giusta la richiamata normativa, di tutti i lavoratori finanziari nella fase transito­ria della riforma;

che il Fondo Monetario Internazionale ha di­chiarato che "fra le varie regioni italiane c'è un visibile squilibrio nell'allocazione e produt­tività del personale dell’Amministrazione Fi­nanziaria”;

che ne discende, da parte del Ministero delle Finanze, la volontà di procedere ad una rial­locazione delle risorse umane sul territorio in termini di maggiore razionalità ed economi­cità, dal che risulterebbero ine­vitabili disagi per i lavoratori del Centrosud, potenzialmente esposti ad un esodo biblico;

che tale nefasta ipotesi, unitamente ai gua­sti che potrebbero ricollegarvisi ed alle pre­vedi­bili situazioni di conflittualità, ben può essere scongiurata abbinando un meccani­smo di so­stegno al reddito fino alla quie­scenza riser­vato ai dipendenti delle aree eccedentarie più anziani con uno strumento polivalente di re­clutamento di nuove risorse umane per le aree carenti di personale;

che quanto sopra può essere attuato a co­sto zero per l'Amministrazione Finanziaria, avva­lendosi degli strumenti di solidarietà di cui al testo del presente Accordo;

che è altresì opportuno incentivare l'orario di lavoro a tempo parziale e la mobilità vo­lonta­ria, quali strumenti di ottimale distribu­zione delle risorse umane nel tempo e nello spazio;

che è possibile, alla luce del vigente quadro normativo di riferimento, anche mediante contrattazione collettiva fra le parti, la co­stitu­zione di Fondi nazionali, avvalendosi delle previsioni della I. n. 662/1996, art. 2, comma 28, per il perseguimento di politiche attive di sostegno del reddito e dell'occupa­zione nel­l'ambito di processi di ristruttura­zione azien­dale e per fronteggiare situa­zioni di crisi;

che il decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale n. 477/1997 rinvia ai con­tratti collettivi nazionali la definizione dei prin­cipi e criteri direttivi validi ai fini del­l'adozione dei Regolamenti dei Fondi di cui alla 1. n. 662/1996, art. 2, comma 28;

che la 1. n. 449/1997, art. 59, comma 3, pre­vede una specifica disciplina transitoria di so­stegno al reddito comprensivo della corri­spondente contribuzione figurativa, per i casi di ristrutturazione o riorganizzazione azien­dale che determinino esuberi di per­sonale;

che gli intereventi sopra enunciati possono essere svolti con l'esclusivo impiego di ri­sorse di pertinenza del Fondo di Previ­denza del personale finanziario di cui al D.P.R. del 21 dicembre 1984, n° 1034, ed utilizzando dette risorse per le finalità loro proprie;

che il nuovo Fondo speciale istituito dal pre­sente Accordo può sostituire, a regime, il ri­chiamato Fondo di previdenza nelle at­tuali fi­nalità statutarie, mentre quest'ultimo va a se­guire il proprio naturale percorso istituzionale, delineato dalla vigente norma­tiva di riferi­mento, di trasformazione in fondo-pensione;

che il Fondo speciale può utilizzare sede e mezzi propri dell'attuale Fondo di previ­denza, senza quindi determinare neanche sotto que­sto profilo dei costi aggiuntivi;

visto l'art.3, comma 200, della Legge 28-12-1995, n°549, e ritenuto, al riguardo, che sia più opportuno orientare le risorse ivi previste verso le finalità sopra indicate piuttosto che verso investimenti immobiliari pubblici ana­cronistici ed antieconomici;

Si conviene:”  (segue)

 

Demanio: L’agenzia misteriosa…

Nel mistero che continua a pervadere tutto il transito alle Agenzie le que­stioni relative all’Agenzia del Demanio sono forse le più complesse.

Sembrerebbe infatti che, diversamente dalle altre Agenzie, che sul piano strut­tu­rale non dovrebbero avere forti mo­difi­che, per questa si prevedono riorga­nizza­zioni molto forti. Si parla di de­termina­zione degli uffici, delle relative piante or­ganiche e delle relative pro­fessionalità. Parole che, in questa fase ci paiono parti­colarmente preoccupanti.

Iniziano a trapelare le prime notizie, com­pletamente in divenire, che se da una parte iniziano a chiarire alcune que­stioni, come vedremo, dall’altra ne la­sciano pa­recchie insolute.

Gli uffici, dotati di autonomia gestio­nale e operativa,  dovrebbero essere 30/35, ov­viamente nelle sedi capoluogo di regione a cui si aggiungerebbero al­tre province – non ancora definite - in cui è maggiore la presenza di beni de­maniali. Nelle altre province dovrebbe però essere mantenuto un presidio, si è parlato di sezione stac­cata, dipendente dalla Direzione Regio­nale.

Si è parlato della necessità di circa 1.500 dipendenti complessivi sul terri­torio na­zionale.

Per capire chi andrà nell’Agenzia del De­manio si è fatto riferimento al D.Lvo 300/99 e seguenti regolamenti, che fanno riferimento esplicito al “seguire le fun­zioni”. Questo è il motivo per cui il Di­par­timento del Territorio sta ef­fet­tuando un “censimento” tra il perso­nale.

Le RdB ritengono però che, al di là del se­guire le funzioni, debba essere allar­gato a tutti gli attuali lavoratori del Di­parti­mento del Territorio la possibi­lità di op­tare per l’Agenzia del Dema­nio, magari at­traverso tempestivi – siamo già in ritardo – interpelli e corsi di for­mazione specifici.

L’Agenzia infatti, così come ci è stata de­scritta, pur non fornendo garanzie ri­spetto alla riallo­cazione del personale, per contro do­vrebbe mantenere il personale, mentre come sappiamo, il personale dell’Agenzia del Territorio dovrebbe, a breve, tran­sitare verso gli Enti Locali, con il ri­schio di una forte frammentazione sul territorio.

Comunque la si veda, la situazione quindi non è chiarissima. Anche in questo caso, come in altri, le soluzioni non vengono po­ste sul piano contemporaneamente e quindi pur riuscendo ad ottenere un di­ritto di opzione, per lavoratrici e lavo­ra­tori diventa poi difficile scegliere non di­sponendo di tutti gli elementi ne­cessari per farlo.

 

MAGGIORAZIONE RIA: dicia­mola tutta

Come detto nel precedente numero, la bozza di Finanziaria prevede (Art.33, comma 2) la privazione del diritto per tutti coloro, anche chi ha presentato ri­corso – esclusi i giudicati già deposi­tati – che lo avevano maturato. Le RdB si sono distinte da altre organizzazioni che hanno chiesto l’iscrizione in cambio del ricorso – quando tra l’altro questo sembrava inutile, a seguito del parere espresso dal Consi­glio di Stato nel giu­gno 2000 – stimolato dalle migliaia di ricorsi presentati tramite RdB.

Le RdB avevano proposto infatti, prima di giugno 2000 ricorso a sole 5.000 lire, senza obbligo di iscrizione al sindacato.

Questo passaggio dimostra la forte stru­mentalizzazione che alcuni fanno dell’informazione fino a giungere lette­ralmente a truffare chi lavora.

Infatti oggi i ricorsi per i quali siete stati obbligati ad iscrivervi a certi sin­dacati, potrebbero essere spazzati via da una norma di quella finanziaria giudi­cata posi­tivamente da CGIL e UIL e ne­gativamente da CISL, che ci pare però sempre più con­taminata nei giudizi dal progetto politico di D’Antoni.

Le Rappresentanze sindacali di base, ol­tre a protestare presso tutte le sedi istitu­zionali a riguardo, vogliono met­tere in campo la forza di chi si vede privato del diritto. Sul nostro sito internet potete trovare il testo di una lettera di protesta – nonché gli indirizzi di posta elettronica di tutti i deputati. Inviamogli lettere di protesta. Possibile che si ricordino di noi solo per chiedere il nostro voto?