Il sacco bucato n.1/2002
28 gennaio

SOMMARIO

1. Sciopero generale venerdì 15 febbraio. Dal generale al particolare… la “miopia” sindacale
2. Decentramento. E’ stata tua la colpa… allora adesso che vuoi?
3.
La “svendita” del patrimonio dello stato. Un demanio a tempo.
4. Interessi legali 312/80. Le RdB insistono.
5. Entrate: Accordo del 16 gennaio. Una rarità: le RdB firmano.
6: Entrate: il porto delle nebbie
7. Dipartimento politiche fiscali. Un accordo sul salario accessorio inaccettabile.
8. Dogane. Nessuno si sente al sicuro…
9. Consulenza legale gratuita e assistenza
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1. Sciopero generale venerdì 15 febbraio. Dal generale al particolare… la “miopia” sindacale

Leggiamo i giornali. Viviamo in questa società. Ci guardiamo intorno. La concertazione è morta, dice Maroni. Costruiamo una nuova concertazione dicono Cofferati & C. chiamando lavoratrici e lavoratori alla lotta. Ma lo fanno in maniera spezzettata. Non costruendo una piattaforma complessiva. Si fa leva sui più “bassi” bisogni di categoria, ingenerati proprio dal meccanismo della concertazione e dagli accordi sulla Politica dei redditi. I “guru” sindacali mettono così in piedi un’operazione di bassa macelleria politica composta più da questioni di metodo che di merito. Lo stesso articolo 18 della legge 300/70 - su cui, però, una giusta opposizione non può dimenticare che, proprio da Cofferati & C., è stato concesso praticamente tutto sulla flessibilità in entrata – diviene così uno specchietto per allodole. Qualcosa su cui, comunque, sono disposti a trattare: basta garantirne la gestione all’arbitrato. Si guarda vicino nell’incapacità (o nella mancata volontà) di guardare lontano…. Ma la sensazione è che il vero motivo del contendere sia altrove, nella rideterminazione del mercato di patronati, assistenza fiscale, gestione del tfr, arbitrato, lottizzazione dei posti di potere pubblici, gestione dei processi di decentramento, esternalizzazione e privatizzazione, che vengono, e verranno, difesi, da chi – per appartenenza di classe - li dovrebbe contestare - vedendo in essi un barlume di interesse proprio. In questo quadro il sindacalismo di base, intende rilanciare una piattaforma di rivendicazione politica ed ampia. Non si può fare l’errore di focalizzare la lotta contro Berlusconi, il “cattivo” contro cui coalizzarsi e rivolgere gli strali. Una semplificazione di questo tipo – come già nel 1994 – non può che danneggiare lavoratrici e lavoratori, ponendo falsi obiettivi alla loro lotta e lasciandoli, come allora, indifesi sulle vere tematiche di conflitto.

Parliamo di salario e di pensioni, non come becera voglia di qualche settore di guadagnare di più, raccogliendo qualche briciola caduta dal tavolo dei ricchi, ma come politica generale di redistribuzione del reddito.  Parliamo di tutela dei posti di lavoro, contro ogni flessibilità, in entrata ed in uscita, scelte che, nella logica di chi le propone e le difende, portano la nostra economia ad essere competitiva con quelle dei paesi in cui i diritti di chi lavora non esistono: potenza della globalizzazione. Parliamo di lotta alle privatizzazioni, dichiarate o striscianti – attraverso i percorsi populistici del decentramento – nelle quali, in realtà, i cittadini perdono il possesso dei loro beni e le lobbies economiche, e/o politico/sindacali trovano nuova linfa per i loro business. Parliamo di rigetto della concertazione come strumento di costruzione di nuove alleanze tra poteri economici e politico/sindacali il cui unico senso, come in una Yalta del diritto di chi lavora, è la spartizione dei mercati che ne conseguono.

Chi non sciopera per questa piattaforma non è unitario – non con noi – ma con gli interessi della propria classe sociale.

Lo sciopero generale del 15 febbraio dichiarato da tutto il sindacalismo di base, è, per le RdB, il proseguimento della lotta cominciata anni fa. Non è solo nel Pubblico Impiego ma coinvolge, in una, ci auspichiamo grande, manifestazione nazionale alternativa, tutto il mondo del lavoro, gli studenti, i no global. Le specifiche situazioni non possono essere affrontate settorialmente e/o in modo clientelare, o rafforzando “tout court”  - attraverso un perverso meccanismo di delega – il peso politico di questo o di quel partito o sindacato. Vanno affrontate con la partecipazione quotidiana e la costruzione di un forte fronte comune tra coloro che credono nella necessità assoluta di costruire un mondo migliore.

Gilgamesh

2. Decentramento. E’ stata tua la colpa… allora adesso che vuoi?

In diversi catasti si sta creando un movimento di lavoratrici e lavoratori che si oppongono e che, come minimo, vogliono capire cosa sta accadendo nell’Agenzia del Territorio in materia del decentramento. Alcuni di loro hanno anche creato un interessante sito internet:

http://digilander.iol.it/decentramento2002/decentramento.html

Le voci che circolano sulla questione sono le più incontrollate e la presenza di uno spazio in cui le voci divengono sostanza è, secondo noi molto importante. Quello che molti denunciano, è che non è chiara la posizione sindacale sulla questione. Ci permettiamo qui di darne un’interpretazione. In diversi casi abbiamo sentito dire che ci troviamo di fronte all’applicazione di una legge dello stato e che nessuno 4 anni fa, quando la legge è stata varata si è opposto. (NON E’ VERO). Il senso comune di tale posizione è che non ci si può opporre al decentramento che, tra l’altro, sarebbe strumento per favorire i poveri contribuenti, spesso anziani, che finalmente potrebbero avere il servizio catastale sotto casa… Fare opposizione oggi ad una legge varata quattro anni fa può apparire antistorico, ma è anche vero che le RdB facevano opposizione anche quattro anni fa... ed è anche vero che ai colleghi che allora si preoccupavano qualcuno, nel momento buono, disse di stare tranquilli. Anzi, bollando, e cercando di isolare, chi si opponeva, sponsorizzò sia il passaggio alle Agenzie che l’utilità (e la non pericolosità) del decentramento. Oggi, queste sigle negano una verità quando dicono che la responsabilità è di lavoratrici e lavoratori che non si sono opposti. E’ chiaro che oggi queste sigle, salvo isolate prese di posizione, non possono controbattere il decentramento e che si limitano (al massimo) a gestirne gli effetti, anche perché in questa gestione si intravedono già meccanismi clientelari su trasferimenti o permanenze e/o, ancora peggio, acquisizione di fette di mercato, attraverso comuni più o meno "amici" dal punto di vista politico, o attraverso cooperative e società sul cui assetto, talvolta, sarebbe interessante fare un’indagine.

Le RdB non sono antistoriche, siamo coscienti che le leggi sono leggi, ma sappiamo anche che non sono incise nella roccia da una divinità. Le leggi sono fatte da politici sulla base di equilibri e devono, in qualche modo, acquisire il consenso popolare, visto che il "popolo" è destinatario dei loro effetti. Quello che abbiamo visto negli ultimi dieci anni è stato, attraverso il patto sociale stilato dal governo e CGIL-CISL-UIL nei mesi di luglio 1992 e 1993 (la concertazione), un meccanismo di creazione del consenso in cui alle scelte governative si affiancava l'appoggio delle "parti sociali". Forse chi ha sviluppato questo meccanismo non era stato abbastanza lungimirante da prevederne gli effetti, o forse li aveva messi in conto, puntando, in molti casi confermato dai fatti (vedi risultati RSU), sullo spostamento dell'appoggio della base da meccanismi "ideologici" a meccanismi gestionali.

I processi storici non si fermano. Ma qui non siamo di fronte ad un processo storico, ma a scelte politiche. Queste si possono cambiare, se la base di consenso viene a cadere e il rapporto costi/benefici - anche in termini di ritorno elettorale - dell'operazione diviene deficitario.

La nostra lotta è stata innanzitutto quella di guadagnare lo spazio per dire queste cose... spazio che, nell'appiattimento totale, sapevamo esistere. Oggi che tale spazio l'abbiamo acquisito il dovere è quella di provare a cambiare le cose... e farlo, comunque, con un occhio alla gestione dei processi che dovessero svilupparsi. Questo è, e deve essere, il senso della partecipazione delle RdB alle procedure riguardanti il decentramento. Quindi per chiarire, costruzione di una ferma opposizione a processi che nulla hanno di sociale e incontrovertibile, controllo delle eventuali derive - sia sul piano della tutela del personale, che su quello della tutela sociale dei cittadini - che da tali processi, qualora comunque si dovessero sviluppare... sono entrambi doveri dai quali non ci tireremo indietro... (...). Questi, e non semplicemente, le 50.000/60.000 lire lorde in più in busta paga, sono il vero problema. Lo sciopero del 15 febbraio prossimo serve anche ad affermare questa distinzione...

3. La “svendita” del patrimonio dello stato. Un Demanio a tempo determinato…

Perfettamente inserito nella questione privatizzazione e quindi oggetto di una opposizione forte delle Rappresentanze sindacali di Base, un motivo in più per partecipare allo sciopero il 15 febbraio prossimo, è quanto accade nell’Agenzia del Demanio. Per capire può essere utile tracciare il  percorso storico che ci ha portato alla situazione attuale:

1)       1 gennaio 2001. Nasce l’Agenzia del Demanio. Le RdB, patendo anche il tentativo di isolamento sindacale attuato con la pratica dei ”tavoli separati”, si sono opposte al processo. La nostra analisi si basava sul fatto che la sostanziale differenza tra Ministero e Agenzia apparisse la natura giuridica del datore di lavoro. Natura giuridica che avrebbe consentito modalità di gestione delle risorse impensabili per un ministero… temevamo per il personale e per il servizio.

2)       Gennaio-Settembre 2001. La gestione dell’Agenzia conferma i nostri più oscuri presagi. Ricordiamo a gennaio le questioni degli organici e delle sedi, vertenze, in parte vinte dalle RdB che vedevano, e vedono, il vertice dell’agenzia interessato esclusivamente a far quadrare in un calcolo esclusivamente basato su costi e ricavi.  Ricordiamo, che il Demanio è l’unica Agenzia in cui la gestione del salario accessorio del 2001 non è ancora del tutto definita.

3)       25 Settembre 2001. Il Governo presenta un decreto legge che diverrà il 23 novembre la legge 410/2001. Nessuno, salvo le RdB (vedi “il sacco bucato” n. 10/2001 e n.15/2001) ne parla. La legge, per chi non la conoscesse, prevede una rapida cartolarizzazione del patrimonio statale, sia esso degli enti, sia esso del demanio. Nella sostanza bisogna rapidamente quantificare il patrimonio e venderlo a blocchi, anche sottocosto, pur di creare liquidità.

4)       10 gennaio 2002. Viene firmato – non da RdB - un accordo che, per coprire le esigenze della cartolarizzazione (e accelerarne i tempi) rinpingua, con personale in mobilità o precario a vario titolo gli organici dell’Agenzia e prevede un super utilizzo (per quasi 400.000 ore in un anno) del personale esistente.

5)      23 gennaio 2002. L’Agenzia del Demanio annuncia con un criptico comunicato stampa (vedi sotto)  la creazione di una Spa, la Demanio Servizi.

“Sulla spinta delle tendenze in atto in ambito immobiliare e come ulteriore passo di un percorso evolutivo caratterizzato da una marcata innovatività, l'Agenzia del Demanio, ha inteso dare vita, insieme al Ministero dell'Economia e delle Finanze e alla Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze, ad una società totalmente pubblica - la Demanio Servizi - dedicata a fornire un contributo strumentale all'espletamento delle funzioni attribuite all'Agenzia stessa. La nuova realtà, che sarà dotata di competenze specialistiche in grado di operare con meccanismi flessibili, viene a rappresentare per l'Agenzia una ulteriore leva a disposizione che contribuisce a costituire con essa un più ampio sistema integrato in grado di sfruttare al meglio le sinergie operative esistenti, favorendone al tempo stesso il processo di crescita.” 

Cosa succederà domani? La Spa è stata costituita, probabilmente, per accelerare il processo di vendita, come previsto dalla stessa legge 410/2001 (artt. 2,3) diventando il primo acquirente degli immobili che, non appena censiti dovrebbero passare di mano. E il personale?

Noi siamo contro il processo di privatizzazione, invitiamo i colleghi del Demanio a mobilitarsi immediatamente, a sottoscrivere (o votare in Assemblea) la seguente mozione:


I DIPENDENTI DEL DEMANIO DELLA FILIALE (SEZIONE) DI ___________________________

SI OPPONGONO FORTEMENTE AL PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE IN CORSO.

PRIVATIZZAZIONE CHE METTE A RISCHIO:

I CONTI DELLO STATO; LA TUTELA DEI DIRITTI DEI CITTADINI; I NOSTRI POSTI DI LAVORO.

PER COMBATTERE TALI PRATICHE PARTECIPEREMO IN FORZA ALLO SCIOPERO GENERALE DEL MONDO DEL LAVORO INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE PER IL GIORNO 15 FEBBRAIO 2002.


Vi invitiamo ad inviare la mozione sia all’Agenzia del Demanio (fax 06-47773417) che al Ministro Tremonti (fax 06-4743449), oltre che, naturalmente alla nostra redazione per consentirci di gestire un efficace intervento presso le sedi istituzionali.

4. Interessi legali 312/80. Le RdB insistono.

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che sancisce l’illegittimità della norma contenuta nella “Finanziaria 1999”, le amministrazioni dovrebbero pagare il dovuto. Ma non si muovono. Anche perché sembra che le singole Agenzie, che sono subentrate allo Stato anche per gli oneri legali, non abbiano ricevuto i soldi per pagarci. Le RdB ribadiranno anche alle singole Agenzie la richiesta di pagamento già effettuata sin dal 6 dicembre al Ministro Tremonti e al Dipartimento Politiche Fiscali… finora sordi a tale richiesta. Sulla richiesta, che riformuleremo, non abbiamo tralasciato altre questioni importanti come la perequazione con le dogane, la questione Fondo di Previdenza e, naturalmente, la maggiorazione RIA.

5. Entrate: Accordo del 16 gennaio. Una rarità: le RdB firmano.

Con l’accordo che abbiamo sottoscritto il 16 gennaio si rimettono in discussione sia elementi dell’accordo sui Centri di Servizio del 6 marzo 2001 (da noi non sottoscritto) che tutta la questione Call Center (da noi non sottoscritta), sia nei numeri che nelle professionalità, si prevede una soluzione a breve per il Centro di Servizio di Salerno e si riapre la “partita” relativa alla riconversione del Centro di Servizio di Bari. Le RdB hanno rispettato il mandato ricevuto da lavoratrici e lavoratori riuscendo a riaprire questioni che sembravano ormai definite. Questa situazione, oltre ad essere un premio alla nostra coerenza, è il chiaro segnale che il diretto interessamento di lavoratrici e lavoratori alle questioni, il superamento del processo di delega, è l’arma migliore che un sindacato conflittuale può brandire. Come abbiamo fatto negli ultimi mesi. Ora si apre una difficile fase di confronto con l’Agenzia – a partire da oggi, 28 gennaio - in cui le RdB, invitando tutti a non abbassare la guardia, continueranno coerentemente a richiedere riconoscimenti di professionalità, garanzie occupazionali e miglioramento dei servizi forniti nonché dei diritti di chi tali servizi fornisce. Quanto sia difficile la situazione lo si desume dal fatto che la direzione della Gestione Tributi ha sollecitato i neonati Centri Operativi che devono essere ancora oggetto di contrattazione, a rafforzare il servizio (non ancora definito) in vista della nuova ondata di cartelle e avvisi che partiranno dal 2 febbraio. Naturalmente, come è abituata a fare, l’Agenzia, prima di ogni definizione con i sindacati delle questioni, avvisa la stampa, e quindi i cittadini, di tale procedura.

Cartelle e avvisi bonari piomberanno sui contribuenti nei primi giorni di febbraio. Aspettiamoci una nuova stagione di emergenza assoluta… visto che, nonostante le esperienze precedenti, nulla sembra essere cambiato sul piano organizzativo (anzi, gli Uffici chiuderanno il sabato). Nell’ambito dell’alleanza che le RdB hanno stretto con i contribuenti, attraverso l’operazione “un fisco giusto per tutti” che procede, seppur lentamente, ci chiediamo che fine abbiano fatto i rimborsi dei contribuenti che da tempo, ormai immemorabile, sono congelati.

6: Entrate: il porto delle nebbie

L’Agenzia delle Entrate sono latitanti su importanti questioni riguardanti il personale.

1)       Interessi legali legge 312/80. Abbiamo già citato la questione (vedi articolo precedente).

2)       Posizioni Super. Finalmente dovrebbero essere disponibili (a giorni) le graduatorie generali (compresi gli esclusi). Nel frattempo stiamo raccogliendo le istanze di chi ritiene siano stati fatti degli errori. Ricordiamo che potete inviare le istanze alla Direzione del Personale delle Entrate (fax 06-50544010) oltre che, naturalmente, ai numeri di fax della nostra redazione.

3)       Passaggi tra le Aree. Pare che tutto sia bloccato e che nessuno stia lavorando alle domande che sono state presentate. Chiederemo delucidazioni.

4)      Riqualificazione. Dopo aver fatto firmare a tutti quell’indecente contratto temporaneo (da noi ampiamente osteggiato) ancora non abbiamo visto nulla, ne economicamente ne giuridicamente. Che succede? L’Agenzia sa come affrontare la questione?

7. Dipartimento politiche fiscali. Un accordo sul salario accessorio inaccettabile.

Anche se, come per le Agenzie, l’attribuzione di una quota per tutti, come ”indennità professionale per la partecipazione al processo di riforma dell’AF”, ci avvicina alla realizzazione della nostra proposta riguardo alla 14^ mensilità,molta strada c’è ancora da percorrere.  Da sempre, sosteniamo che i fondi debbano andare agli aventi diritto in maniera equa. Per chi lo avesse dimenticato Il FUA, così come i buoni pasto e quant’altro, non sono che parti di quello che viene stanziato in finanziaria per i rinnovi contrattuali, la cui misura deriva della somme necessarie al recupero dell’inflazione (programmata). Quindi, in realtà, non ha senso parlare di aumenti contrattuali, ma semmai di diminuzioni contrattuali, non avendo mai raggiunto la quota necessaria al recupero del potere d’acquisto perso. E’ chiaro quindi che, per principio, non possiamo sottoscrivere accordi con criteri di ripartizione che favoriscano alcuni a scapito di altri. Se in passato è successo (vedi FUA 2000), è solo dovuto al fatto che il personale interessato sarebbe stato ulteriormente penalizzato da una dilazione dei tempi di pagamento. La minore penalizzazione degli importi destinati agli uffici di diretta collaborazione, anche alla luce del dimezzamento negli ultimi sei mesi del personale del Gabinetto, non trova giustificazione se non nella volontà di creare una discriminazione evidente in favore di chi, da giugno 2001 in poi, avrà in busta paga l’indennità di collaborazione, onnicomprensiva  sia dello straordinario che dei mille rivoli del FUA; per essere più chiari, mentre il resto degli impiegati del DPF avranno in media una riduzione del salario accessorio, per coloro che avranno la fortuna di appartenere agli Uffici di Gabinetto, in molti casi per motivi “politici” più che professionali,  accadrà esattamente il contrario. Nel caso poi del Sinco, poiché al contrario il personale presente è aumentato, non sappiamo cosa accadrà. Forse verranno “cacciati” coloro che risulteranno in esubero (con quali criteri?) rispetto all’organico previsto dal Regolamento, per ottenere la stessa indennità del Gabinetto? A questo si aggiunga che l’accordo vincola fortemente le RSU ad un ruolo meramente notarile stravolgendo ogni logica rappresentativa… 

8. Dogane. Nessuno si sente al sicuro…

Uffici unici, ricollocazione funzionale dei laboratori chimici,  e, soprattutto, voci sempre più insistenti di un accorpamento con l’Agenzia delle Entrate sono oggi alcuni motivi di dubbio che assillano i colleghi dell’Agenzia delle Dogane. Un Agenzia nella quale, salvo alcune realtà come Torino, Ancona e Trieste, le RdB non avevano ancora sviluppato un intervento organizzato. Forse proprio perché il “luogo comune” che i doganali erano comunque in situazione migliore di tutti gli altri colleghi delle Finanze, non era poi proprio un luogo comune. Noi siamo un sindacato di base e costruiamo dal basso l’intervento sindacale. Questo fa si che se dalla base non vi è richiesta di intervento questo non può esserci. Ma le elezioni RSU hanno visto moltiplicare la nostra presenza anche nell’Agenzia delle Dogane e si stanno proporzionalmente moltiplicando anche le richieste di intervento specifico e di costruzione di un efficace coordinamento anche sulle questioni delle Dogane. Insomma la base c’è. Rilanciamo quindi qui un appello a tutti i nostri delegati (o simpatizzanti) dell’Agenzia delle Dogane… Inviate al nostro indirizzo di posta elettronica ilsaccobucato@libero.it o ai nostri numeri di fax segnalazioni rispetto alle questioni in ballo. E’ nostra intenzione costruire al più presto una piattaforma rivendicativa dell’Agenzia delle Dogane.

9. Consulenza legale gratuita e assistenza

A decorrere da martedì 5 febbraio 2002 sarà attivato, presso la saletta sindacale RdB ubicata presso il compendio ministeriale di Viale Europa 242, al piano terra della Torre C1 (vicino alla banca), un servizio di consulenza legale gratuita e di assistenza. I legali saranno presenti nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 14.45 alle ore 17.45. I numeri telefonici, da utilizzare anche per fissare appuntamento, sono, in tali orari, 0659973241 o 0659972929.