La lettera inviata dall’Agenzia del Territorio ai Comuni

CATASTO AI COMUNI

La funzione catastale è, per definizione, correlata ad atti­vità di conoscenza della realtà territoriale e consiste nella gestione organizzata delle informazioni di natura ammini­strativa-censuaria relativa ai beni immobili (terreni e fab­bricati) presenti sul territorio nazionale.

La transizione verso un Catasto totalmente decentrato ed autonomo richiede l’effettuazione di un percorso progettuale complesso, fondato sul coordinamento delle attività di ciascun soggetto coinvolto (Comuni, loro Associazioni ed Agenzia del Territorio).

Con il presente documento si intendono illustrare gli elementi essenziali del progetto ed i criteri cui uniformarsi per perse­guire condizioni favorevoli all’esercizio delle funzioni da parte delle realtà locali: scenari, contesto normativo, organizzazione del lavoro, sviluppo dell’architettura informatica, costi, piano per l’attivazione, nonché implicazioni operative e possibili al­ternative di gestione del servizio catastale.

La trasformazione dall’attuale al nuovo sistema decentrato dovrà avvenire nel rispetto dei tempi assegnati dalle norme vigenti attraverso un’attenta pianificazione delle attività e l’individuazione delle risorse umane, tecnologiche e finanzia­rie da trasferire a ciascun Ente locale.

Il D.P.C.M. 19 dicembre 2000 (G.U. n. 48 del 27 febbraio 2001) ha fissato in tre anni dalla sua pubblicazione, e cioè nel 26 febbraio 2004, il termine per la conclusione delle proce­dure di trasferimento.

Le esigenze di programmazione delle attività richiedono che tutti i Comuni facciano conoscere le proprie determinazioni in ordine all’intenzione di assumere ed esercitare le funzioni catastali in forma singola od associata.

È stato, pertanto, predisposto il questionario, allegato in ap­pendice al presente documento, che le Amministrazioni co­munali, con l’ausilio dei referenti periferici dell’Agenzia e delle Associazioni delle realtà locali, vorranno compilare e restituire all’Ufficio provinciale dell’Agenzia competente, possibilmente non oltre il 30 aprile 2002.

Per completezza dell’indagine, anche gli Enti locali che ab­biano già manifestato la propria opzione sulle modalità di esercizio delle funzioni catastali, ovvero sottoscritto con l’Agenzia i protocolli di trasferimento delle risorse, sono invitati a trasmettere il questionario compilato.

Roma, febbraio 2002

 

Premessa

Il legislatore ha trasferito ai Comuni le funzioni catastali fino a ieri di esclusiva competenza dell'Amministrazione Finanziaria. Tale riforma tende da una parte ad avvicinare le competenze amministrative alle strutture più prossime al citta­dino,migliorando l'accessibilità ai servizi, dall’altra ad attribuire le funzioni catastali ai soggetti che rivestono il ruolo di ammi­nistratori del territorio e della fiscalità locale e che, nella fatti­specie, possono trarne i maggiori benefici. Occorre eviden­ziare come l’esercizio delle funzioni catastali e delle informa­zioni annesse permette ai Comuni di disporre di un ulteriore strumento informativo che può supportare una migliore ge­stione del territorio, consentendo di integrare processi tec­nico-amministrativi comunali con quelli catastali.

L’Agenzia del Territorio sta sviluppando il progetto “Piano di Decentramento”, già avviato dall’autunno 2000, con il compito di definire gli elementi e le attività per la concreta realizza­zione dell’intero processo secondo un piano operativo che prevede tre fasi di sviluppo:

• la prima fase ha definito i percorsi e le modalità organizza­tive, ha rivisitato l’architettura del sistema informatico, nell’ottica dei prossimi cambiamenti; è stata pertanto costituita un'apposita struttura interna dedicata (Task Force Decentra­mento) per la conduzione operativa del progetto sul territorio;

• la seconda fase, ormai in via di completamento, prevede di verificare sul campo le modalità ipotizzate,attraverso una se­rie di sperimentazioni che stanno fornendo positive conferme dei risultati attesi. Il lavoro svolto ha portato alla definizione sia di un “Modello di Decentramento”, riferito a concrete mo­dalità organizzative, che di un “Manuale Operativo”, quale supporto ai Comuni e agli Uffici provinciali dell’Agenzia nella fase di coordinamento dei trasferimenti;

• la terza fase del progetto prevede, a partire dal 2002 e nei tempi assegnati dalle attuali norme, l’attuazione sul territorio dei piani operativi.

 

Contesto normativo

Il decentramento delle funzioni dello Stato agli Enti locali ha visto un susseguirsi di leggi e decreti che nel tempo hanno scandito le linee guida e operative del fenomeno.

La norma legislativa cardine del decentramento è la Legge n. 59 del 15 marzo 1997 che attribuisce al Governo il riordino delle funzioni e dei compiti alle Regioni e agli Enti locali, non­ché l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative da trasferire e ripartire ai fini del decentramento (art. 7).

In esecuzione della citata Legge n. 59 del 1997 è stato emesso il D.Lgs. n. 112 del 31marzo 1998 che ha elencato, tra le altre, le funzioni mantenute dallo Stato in materia di ca­tasto (art. 65) ed esercitate anche attraverso l’istituzione dell’Organismo tecnico (art. 67), nonché quelle da trasferire agli Enti locali a partire dal 2001 (art. 66).

Il citato D.Lgs. n. 112 ha inoltre previsto che i Comuni possono provvedere a svolgere i compiti ad essi trasferiti me­diante convenzioni con il suddetto Organismo tecnico, suc­cessivamente identificato nell’Agenzia del Territorio dall’art. 64 del D.Lgs. n. 300 del 30 luglio 1999 con il quale la stessa Agenzia è stata costituita.

Per definire l’entità delle risorse collegate all’operazione di decentramento, è stato pubblicato un primo D.P.C.M. del 19 dicembre 2000 (G.U. n. 48 del 27 febbraio 2001), il quale ha individuato a livello nazionale le risorse da trasferire ai Co­muni nella misura di 4.000 addetti e 41.317.000 Euro/anno di finanziamenti, di cui 10.846.000 Euro per investimenti e 30.471.000 Euro per spese di funzionamento. Queste ultime risorse non includono il costo delle retribuzioni delle 4.000 unità di personale, il cui valore (all’anno 2000) è stato stimato pari a circa 114.000.000 Euro/anno.

Successivamente è stato emanato un secondo D.P.C.M. del 21 marzo 2001 (G.U. n.145 del 25 giugno 2001), che ha ridi­stribuito a livello provinciale le risorse individuate con il primo D.P.C.M.

Le risorse indicate per ciascuna provincia verranno, quindi, distribuite ai Comuni di quella provincia in modo proporzionale alla popolazione. A fronte del trasferimento fisico delle risorse umane dall’Agenzia ai Comuni lo Stato provvederà anche al trasferimento, dal proprio bilancio a quello dei Comuni, delle competenze relative alle retribuzioni del personale, maturate alla data del trasferimento stesso.

L'incidenza complessiva delle risorse da trasferire al singolo Comune, ovvero all'aggregazione dei Comuni se costituita, potrà essere ricavata in proporzione alle risorse individuate dal D.P.C.M. 21 marzo 2001.I futuri D.P.C.M. definiranno in modo puntuale le risorse da trasferire a ciascun Comune che si avvarrà della facoltà di esercitare direttamente, in forma singola od associata, le funzioni catastali senza ricorrere alla convenzione con l’Agenzia.

 

Modello di decentramento

Il modello di decentramento previsto, nella fase di avviamento delle nuove strutture decentrate, si articola come evidenziato in figura.

 Per assumere le funzioni catastali, i Comuni potranno proce­dere singolarmente o in forma aggregata. È stato introdotto nel modello il concetto di “Polo catastale” per indicare un uf­ficio catastale completo (cioè in grado di svolgere tutte le atti­vità catastali) che servirebbe uno o più Comuni aggregati in un’associazione.

Il modello di decentramento prevede che i Comuni nell’assumere le funzioni catastali siano completamente auto­nomi nell’espletamento delle stesse. Pertanto il cittadino si rivolgerà presso il Polo per qualunque operazione di tipo ca­tastale (es. per verificare le informazioni già archiviate circa i beni immobili di proprietà oppure per presentare atti modifi­catori della loro consistenza). Sarà cura del Polo conservare gli archivi cartacei degli atti relativi al proprio ambito territo­riale avendo, tra l’altro, completo accesso alla banca dati in­formatica per la gestione automatizzata delle proprie informa­zioni catastali.

A tal proposito l’Agenzia ha già adottato un piano di poten­ziamento dell’infrastruttura informatica per poter servire in modo efficiente ed efficace tutti i Comuni. Tale piano prevede in una prima fase di collegare i Comuni alla banca dati infor­matica attualmente localizzata presso gli uffici dell’Agenzia fornendo comunque localmente tutte le funzionalità per i ser­vizi catastali; in una seconda fase si prevede la possibilità di delocalizzare porzioni di banca dati direttamente presso i Comuni, permettendo un interscambio informativo con l’Agenzia necessario comunque per garantire l’unitarietà dell’anagrafe immobiliare nazionale e le attività di controllo.

 

Il processo di trasferimento si concluderà “operativamente” nel momento in cui l'Ufficio dell'Agenzia non tratterà più le pratiche del Polo; il processo sarà "formalmente" concluso con la pubblicazione dell’apposito D.P.C.M. che formalizzerà il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie dall'Agenzia ai Comuni.

La fase operativa del decentramento si avvia con la sottoscri­zione di un protocollo d’intesa finalizzato a regolare il processo di trasferimento e a definire la quota di risorse (umane e finanziarie) coinvolte nello stesso.

Ogni processo di decentramento comporta inevitabilmente la perdita di economie di scala che un’organizzazione centralizzata riesce ad ottenere. Tali diseconomie sono tanto inferiori quanto più ampio è il bacino d’utenza servito.

 

Implicazioni operative per il Comune

4.1. Organizzazione del lavoro

Il sistema catastale è un sistema dinamico che richiede un continuo impegno organizzativo e operativo per as­sicurare una corretta gestione delle informazioni del patrimonio immobiliare sul territorio.

Lo schema ripropone il modello organizzativo attuale degli  uffici provinciali dell’Agenzia, che potrà essere adottato quale possibile approccio per l’organizzazione

del Polo catastale:

• un “Front Office” presso il quale viene svolta l’attività di sportello e di interfaccia con l’utente per rilascio e certifica­zione visure, accettazione documenti tecnici di aggiorna­mento, etc.;

• un “Back Office” per le attività di gestione degli atti e di ag­giornamento della banca dati cartacea ed informatica del Ca­tasto Terreni e del Catasto Urbano;

• un “archivio” per la gestione dei documenti cartacei  conser­vati presso il Polo.

4.2. Implicazioni/Benefici

La gestione diretta delle funzioni catastali consente al Comune di:

• migliorare l'integrazione dei processi tecnico-ammini­strativi catastali e comunali;

• migliorare la conoscenza dei beni immobiliari e quindi ottimizzare i processi impositivi sugli stessi;

• favorire il processo di allineamento fra informazioni catastali e comunali;

• rendere disponibile al cittadino un servizio più age­vole, funzionale e conveniente, in quanto fornito fisica­mente nell’ambito del proprio Comune e non esclusi­vamente nella provincia di riferimento.

4.3. Distribuzione percentuale dei costi

Sulla base delle sperimentazioni in atto si riporta di se­guito un’ipotesi di ripartizione delle ri­sorse da impiegare per la gestione di un polo catastale decentrato. Tale ri­partizione è stata determinata in via del tutto indicativa in quanto commi­surata ad un ba­cino di utenza me­dio di circa 50.000 abitanti, al quale corrisponde una dotazione minima di personale, con­sigliata nella mi­sura di 4-5 unità tenuto conto degli attuali modelli orga­nizzativi dell’Agenzia. I Comuni potranno scegliere le configurazioni a loro maggiormente rispondenti.

Piano di attivazione

Il processo di decentramento verrà realizzato sulla base di un piano di attività che prevede l'attivazione pro­grammata e graduale di poli autonomi decentrati per ciascun anno 2002-2003 e nel primo bimestre dell'anno 2004.

I piani di cui sopra saranno sviluppati secondo tre di­stinti momenti.

In un primo momento l'obiettivo è stato l'attivazione sperimentale, entro il 2001, di 15 poli catastali ubicati in complessive 10 province.

Un secondo momento prevede entro il 2002 l‘attivazione del decentramento nei Comuni per i quali le sperimentazioni sono state avviate nel 2001 ed in quelli per i quali matureranno le condizioni operative a seguito delle attività in corso, agevolate dalla presente operazione di “comunicazione”.

L‘ultimo stadio definirà le ulteriori attivazioni fino alla fine del periodo programmato (febbraio 2004), con esclusione di quelle realtà riguardanti l‘affidamento da

parte dei Comuni della gestione all‘Agenzia mediante convenzione.

Conclusione e prossimi passi

Sulla base della presente informativa il Comune è invitato ad analizzare e valutare con attenzione le modalità di decentramento e le relative implicazioni. A tal fine i referenti della Task Force Decentramento (T.F.D.), co­stituita presso ciascun ufficio provinciale,

forniranno il necessario supporto assieme ai rappre­sentanti delle associazioni delle autonomie locali con le quali è stata definita una specifica collaborazione per agevolare il processo di decentramento. Sulla base delle informazioni che verranno fornite, i Comuni sono invitati a compilare il questionario ed a farlo pervenire

all’Ufficio provinciale dell’Agenzia competente. Con la consegna verrà avviato formalmente il processo di de­centramento perfezionando le intese atte a sottoscri­vere i protocolli di trasferimento delle risorse preliminari alla successiva adozione dei provvedimenti

formali previsti dai D.P.C.M. intervenuti, ovvero le eventuali convenzioni con l’Agenzia del Territorio.

 

Modulo di decentramento