SPECIALE DECENTRAMENTO CATASTI 2
7 marzo 2002

ü        Ai delegati RdB – Ai delegati RSU

ü        PROPOSTA DI MOZIONE DA SOTTOSCRIVERE E/O DA VOTARE IN ASSEMBLEA

ü        IL SITO SUL DECENTRAMENTO
ü   Protocollo d'intesa ANCI - UNCEM "Attività per il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni ed alle Comunità montane

  AI DELEGATI RdB, AI DELEGATI RSU

 

Gli argomenti di opposizione al Decentramento delle Funzioni Catastali sono molteplici, dalla tutela dei diritti dei dipendenti all’omogeneità del trattamento fiscale.

Si tratta di argomenti non nuovi, che però nessuno, escluso le RdB, ha espresso nel lungo periodo che va dal 1997 al 2001. Periodo in cui si è discusso del Decentramento e si sono fissate le regole politico/sindacali con cui svilupparlo. Oggi qualcuno degli “addetti ai lavori”, finalmente, si rende conto della reale inutilità, anzi della dannosità, della scelta di affibbiare agli Enti Locali la gestione della fiscalità sugli immobili. Così vediamo che le diverse sigle sindacali, a diverso livello, si esprimono in maniera critica rispetto alle procedure adottate. In tal senso è resta interessante la rassegna di materiale sindacale che effettua il sito “DECENTRAMENTO, NO GRAZIE”, di cui parleremo più avanti. Ma non è abbastanza.

L’Agenzia del Territorio, come tutte le Agenzie Fiscali, si sta dimostrando, dal punto di vista sindacale un vicolo cieco in cui vengono depotenziate in maniera clamorosa ogni relazione sindacale. Cosa significa? Significa che le uniche relazioni sindacali possibili dopo la creazione delle Agenzie si intrattengono, non con il proprietario, ma con un gestore, il quale ha, al di là di ogni proclama, potestà limitata su ogni sua scelta, fosse questa organizzativa, fosse questa economica.

Per riuscire ad essere realmente efficaci nella battaglia che si sta aprendo sul decentramento quindi bisogna uscire da questa ambiguità… ammettere che il decreto legislativo 112/1998 è, almeno per quanto riguarda i catasti, errato concettualmente, ammettere che le Agenzie sono solo un modo per facilitare una gestione unilaterale delle scelte governative in materia di personale e di organizzazione.

Queste sono discriminanti di fondo. Non muoversi su questa base significa procedere per approssimazione e significa, nella migliore delle ipotesi, accontentarsi del meno peggio o di salvare il salvabile.

Le Rappresentanze sindacali di base, in coerenza con quanto affermato in questi lunghi anni si oppongono a questi processi.

La nostra indipendenza, la nostra assenza di contiguità organica con le compagini governative, sia quella attuale che le precedenti, ci consentono di non dover difendere comunque scelte fatte da governi “amici” utilizzando l’assurda tesi che le regole erano buone ma che l’applicazione che se ne fa è sbagliata.

In situazioni come questa, una maggiore radicalità delle posizioni, e anche la presa d’atto di alcuni errori clamorosi, è assolutamente richiesta.

Stupirsi oggi di alcuni passaggi visibili chiaramente cinque anni fa è, nell’interpretazione più benevola, segno di incapacità di lettura delle questioni politico/sindacali.

Oggi, momento in cui le scelte del passato hanno reso palpabile l’incertezza e i rischi da noi previsti e paventati, bisogna scegliere. O si sta, fino in fondo, con lavoratrici e lavoratori o si fa bassa mediazione giocando al ribasso su un terreno sempre imposto dall’avversario, come la concertazione, metodologia sindacale simulacro degli ultimi dieci anni, comporta.

Oggi bisogna affermare con forza che:

1) il decreto legislativo 112/1998 era sbagliato e che se può avere senso, aprire sportelli informatici decentrati, magari in convenzione con i catasti, non ha alcun senso ne civile, ne economico ne nella gestione del personale spezzettare la gestione complessiva della fiscalità sugli immobili.

2) il decreto legislativo 300/2000 era sbagliato e che il passaggio alle Agenzie si sta dimostrando un sistema per governare l’ex Ministero delle Finanze senza alcun reale confronto con i dipendenti e chi li rappresenta;

3) che la concertazione è un metodo di confronto sbagliato. Se lo stato è datore di lavoro, fa, ovviamente, i suoi interessi, io sono dipendente e faccio i miei. I due interessi possono trovare punto di mediazione, ma sono naturalmente confliggenti tra loro. Non ammettere questo significa non darsi mai la possibilità di “alzare il tiro” con rivendicazioni migliorative.

Su queste considerazioni bisogna compattarsi e diventare unitari, creando una forza unica, quella delle lavoratrici e dei lavoratori che, prescindendo dalla tessera sindacale che hanno in tasca, su cui però invitiamo tutti a riflettere attentamente, si opponga con forza ai processi degenerativi in atto.

 

Invitiamo quindi i nostri delegati, ma chiunque si riconosca in questi ragionamenti, ad attivarsi immediatamente attraverso azioni di ulteriore sensibilizzazione del personale, con assemblee in tutti i posti di lavoro, anche ove le RdB non sono presenti, in cui firmare o votare mozioni (ne forniamo un facsimile più avanti) da inviare a tutti i sindacati, all’Agenzia del Territorio e al Ministro Tremonti.

  In caso di necessità di qualsiasi genere potete contattare la redazione de “Il sacco bucato”.

Le nostre posizioni le abbiamo sempre espresse, risultando, riteniamo, determinanti, nell’allargamento del dibattito, e cercheremo di esprimerle sempre con maggiore forza…

la palla passa a voi, delegati locali, che, lontani dalle strane logiche che, talvolta, dominano i tavoli nazionali, potete realmente determinare un’inversione di rotta fornendo alle argomentazioni che abbiamo espresso fino a questo punto quella energia  necessaria per ribaltare le logiche fin qui subite.

 

PROPOSTA DI MOZIONE DA SOTTOSCRIVERE E/O DA VOTARE IN ASSEMBLEA

Forniamo il seguente testo come facsimile da utilizzare in tutti i posti di lavoro. E’ chiaro che il testo può essere modificato. Ma riteniamo che i tre punti discriminati vadano messi in evidenza nella maniera più adeguata pena l’inefficacia e l’ambiguità di qualsiasi iniziativa in materia. Il testo, può essere inviato ai seguenti numeri di fax:

 

Ministro Tremonti: 06 - 4734449
Agenzia del Territorio: 06 - 4873701
RdB-PI Finanze e Agenzie Fiscali : 06-233200763
CISL : 06-44007611
CGIL : 06-58544381
UIL: 06-5920271
SALFI: 06-4874 618
FLP: 081-5939122

I (sottoscritti) dipendenti dell’Ufficio Provinciale del Territorio di

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 preso atto che il modello sindacale della concertazione, nella ricerca di innaturali contiguità tra interessi naturalmente contrapposti, è risultato dannoso per i propri interessi, sia in termini economici, che normativi.

Invitano i propri rappresentanti ad abbandonare, senza ambiguità, questo modello operativo, per affrontare con la necessaria determinazione le questioni relative al decentramento.

 Rigettano il decreto legislativo 112/1998 che, oggi appare sempre più chiaramente operazione strettamente politica che nulla ha a che fare con reali miglioramenti dei servizi ai cittadini. Gli unici risultati visibili sono quello di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e di frammentare, minando il fondamentale principio dell’omogeneità ed equità fiscale, la gestione della fiscalità. La stessa ammissione dell’Agenzia del Territorio, che il processo in atto, farebbe venire meno economie di scala, oggi comunque presenti, pare avere come logica conseguenza o un aumento del costo del servizio all’utenza, o comunque, una privatizzazione dello stesso.

Rigettano il decreto legislativo 300/2000 che, con la costituzione delle Agenzie, ha favorito la frammentazione dell’operatività fiscale ed ha costituito un sistema di relazioni azienda/lavoratori imperfetto, in cui i lavoratori possono confrontarsi unicamente con chi gestisce le scelte, e non con chi, in effetti, le condiziona, impedendo così ogni vero confronto sulle questioni determinanti.

Si rendono disponibili ad azioni di lotta per rivendicare la modifica di tali procedure e normative, per la garanzia della permanenza del posto di lavoro statale, contro lo spezzatino di funzioni e le privatizzazioni.

Seguono firme….

 


IL SITO SUL DECENTRAMENTO

Un nostro formale apprezzamento va al lavoro svolto fin qui dai colleghi dell’ufficio di La Spezia che nel sito:

http://digilander.iol.it/decentramento2002/decentramento.html

hanno fatto, e stanno facendo, un interessante lavoro di raccolta di tutto il materiale relativo al decentramento, a partire dalle normative, passando per le circolari, per gli accordi, per i comunicati di tutti i sindacati sulla questione fino a giungere alle considerazioni e prese di posizione, singole o di gruppo, provenienti da colleghe e colleghi degli uffici.

E’, per noi, strumento di lavoro utilissimo e, riteniamo, per tutti, momento di confronto essenziale.

 

Protocollo d'intesa ANCI - UNCEM "Attività per il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni ed alle Comunità montane" [28-02-02]

 

PROTOCOLLO D’INTESA

tra

ANCI - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ITALIANI

e

UNCEM - UNIONE NAZIONALE COMUNI COMUNITA’

ENTI MONTANI

“Attività per il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni

ed alle Comunità montane”

PREMESSO CHE

• la legge 15 marzo 1997, n.59, e successive modifiche, reca “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed agli enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa”;

• il D.Lgs. 31 marzo 1998, n.112, e successive modifiche, reca “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n.59”;

• l’articolo 66 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n.112, prevede tra le funzioni conferite ai Comuni quelle relative alla conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché alla revisione degli estimi e del classamento, fermo restando quanto previsto a carico dello Stato in materia di gestione unitaria e certificata dei flussi di aggiornamento delle informazioni ed il coordinamento operativo per la loro utilizzazione attraverso la rete unitaria delle pubbliche amministrazioni;

• l’articolo 66 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n.112, prevede in particolare che nelle zone montane l’esercizio delle funzioni conferite ai Comuni possa essere svolto dalle Comunità montane d’intesa con i Comuni componenti;

• con DPCM 19 dicembre 2000 pubblicato sulla G.U. n.48 del 27 febbraio 2001 sono state definite le risorse di bilancio ed il contingente del personale da trasferire agli Enti locali per l’erogazione dei servizi catastali;

• con ulteriore DPCM 21 marzo 2001 pubblicato sulla G.U. n.145 del 25 giugno 2001, sono state distribuite, con riferimento all’ambito provinciale di ciascuna Regione, le risorse finanziarie, tecnologiche ed i contingenti del personale da trasferire agli Enti locali per l’erogazione dei servizi catastali.

PRESO ATTO

• che il trasferimento delle funzioni catastali agli Enti locali dovrà completarsi entro tre anni dalla data di pubblicazione del DPCM 19.12.2000, e precisamente il 26.02.2004;

• che per rispettare tale data i Comuni dovranno da subito impegnarsi ed organizzarsi al fine di affrontare con successo le difficoltà della fase applicativa del trasferimento delle funzioni catastali.

RITENUTO CHE

• l’effettiva realizzazione del decentramento del sistema catastale sia di fondamentale importanza per la crescita degli Enti locali;

• per facilitare il coordinamento dei Comuni e delle Comunità montane a livello provinciale e regionale, sia necessario il coinvolgimento delle Associazioni rappresentative delle Autonomie locali;

ANCI - ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI

UNCEM - UNIONE NAZIONALE COMUNI COMUNITA’ ENTI MONTANI

SI IMPEGNANO

ad operare congiuntamente per sollecitare i propri associati ad assumere rapidamente le necessarie iniziative per il trasferimento delle funzioni catastali;

• a riunire a livello provinciale i Comuni ed a livello regionale le Comunità montane, al fine di verificare di comune intesa gli ambiti territoriali più appropriati per la migliore gestione delle funzioni catastali;

• a sostenere il trasferimento della gestione delle funzioni catastali dai Comuni alle Comunità montane quando gli ambiti territoriali o la scarsa consistenza demografica dei medesimi non consigli la gestione diretta da parte dei singoli Comuni.

Il Presidente UNCEM (dr. Enrico Borghi)

Il Presidente ANCI  (dr. Leonardo Domenici)