RIQUALIFICAZIONE E DIRITTO ALLA CARRIERA
NESSUN ACCORDO ILLEGITTIMO PER LE RdB

 Mercoledì 10 luglio si terrà un incontro sulla questione della riqualificazione, le Rappresentanze sindacali di base hanno, da sempre, affermato che la questione del diritto alla carriera è una questione seria, non liquidabile con un volgare mercato delle vacche in cui decidere se concedere il passaggio a 100 persone in più o in meno.

 La riqualificazione alle Finanze è stato questo.

 Anziché riconoscere le mutate condizioni lavorative, che dovevano avere come logica conseguenza, il riconoscimento a tutti della maggiore professionalità espressa, si è costruito un percorso incostituzionale, paraconcorsuale, a spese di lavoratrici e lavoratori, che pareva più idoneo a favorire clientelismi e illeciti e piuttosto che a garantire il diritto di alcuno. Un percorso che, a dispetto dei 24mila posti iniziali, ha, tra l’altro, con ignobili (e scellerati) contratti provvisori, visto il passaggio finale di meno di 10mila colleghi.

 L’incostituzionalità del percorso trascina con se anche i futuri passaggi tra le aree e nelle aree bloccando, comunque, anche per i restanti 50.000 colleghi ogni possibilità di carriera.

Oggi si dice che si arriverà ad un nuovo accordo che, in qualche modo, salvaguardi i riqualificati, almeno fino all’esito del prossimo (inevitabile) ricorso.

Le Rappresentanze sindacali di base vogliono – e hanno proposto - una soluzione legittima, inattaccabile, che garantisca il diritto dei riqualificati e dei restanti 50.000 dipendenti.

Su queste basi saremmo disponibili a sottoscrivere un accordo con l’amministrazione ma, per rispetto dei colleghi, non potremo firmare alcun accordo che sia utile solo a “prendere tempo” e che dimentichi che il diritto alla carriera è (e deve essere) DIRITTO DI TUTTI. 

Roma, 9 luglio 2002

Esecutivo Nazionale RdB-PI

Finanze e Agenzie Fiscali