Oltre le colonne

n.4 - 29 gennaio 2003

LINEE GUIDA PER UNA CRITICA RAGIONATA 
AL CONDONO FISCALE

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Dalle promesse ai fatti: il Governo attua la strategia del “Meno tasse per tutti” nel peggiore dei modi con il varo del condono fiscale. Le esigenze di fare cassa e di creare liquidità finanziaria nei conti pubblici nasce da una duplice necessità: coprire il disavanzo in atto (che secondo Tremonti è eredità della Banda del Buco e secondo l’opposizione della nefasta politica fiscale della maggioranza, ma a noi interessa poco di chi sia la colpa), che per offrire la copertura necessaria a mantenere le promesse che in campagna elettorale hanno consentito all’attuale Governo il pieno e incondizionato appoggio di Confindustria e dei  poteri economici forti (pensiamo alle promesse di sgravi IRPEG, alla Tremonti bis e all’annunciata Tremonti ter, all’abolizione graduale dell’IRAP, all’abolizione dell’imposta sulle successioni per le categorie di reddito alte ed altissime).

Queste necessità, insieme ad altre ovviamente, hanno spinto l’attuale Governo ad intraprendere la strategia dei saldi di fine stagione. Il condono fiscale si aggiunge alla svendita del patrimonio pubblico attuata con la creazione di due società, la Patrimonio SpA e la Infrastrutture SpA che stanno cartolarizzando (cioè vendendo) interi pezzi del Demanio pubblico.

Di ciò ne stiamo pagando le conseguenze tutti, come cittadini-utenti, e qualcuno di più come cittadino-utente-lavoratore: i colleghi dell’Agenzia del Demanio sono pericolosamente esposti a pesanti ristrutturazioni, giustificate e giustificabili con l’osservazione che se il Demanio non esiste più allora perché dovrebbe esistere qualcuno che lo gestisce.

Dicevamo che il condono nasce dalla necessità di far pagare meno tasse e di sostituire il minor gettito con entrate erariali “dopate”. Ammesso che pagare meno tasse rappresenti un vantaggio immediato (e purtroppo per le categorie meno protette il guadagno è di gran lunga inferiore rispetto a quanto incasseranno con questa Finanziaria i ceti più alti), sarebbe sufficiente chiedersi: con quali soldi lo Stato garantirà il mantenimento dei servizi sociali se il minor gettito fiscale produrrà ovviamente un bisogno di risparmio? Che vantaggio si ha nel risparmiare 20,00 Euro netti di ritenute in busta paga se mediamente il costo dei servizi pubblici peserà direttamente sui cittadini circa 25,00 Euro netti, in termini di aumento delle tariffe, delle prestazioni sanitarie, scolastiche eccetera? Non sarebbe più utile spostare ad esempio la pressione fiscale, lasciandola quindi generalmente invariata, su quelle categorie di “contribuenti” che le tasse non le hanno mai pagate o che sistematicamente le evadono in buona misura. E qui servirebbe una macchina fiscale efficiente, professionalmente preparata alla lotta all’evasione fiscale, perché combattere l’evasione fiscale permette ai contribuenti tartassati di essere semplicemente tassati e agli evasori di rientrare nel circuito virtuoso dei cittadini onesti. La riforma che ha visto nascere le Agenzie si diceva, serviva proprio a creare un apparato fiscale più snello ed efficiente, ad aumentare il grado di adesione spontanea al pagamento dei tributi, di creare maggiore fiducia tra Fisco e cittadino. Il potenziamento dei servizi di Front-Office, costato ai nostri colleghi sacrifici e dedizione incondizionati alla causa, serviva a rilanciare l’immagine di un sistema fiscale efficiente, vicino al cittadino onesto attraverso l’offerta di servizi gratuiti (l’invio telematico delle dichiarazioni, l’esercizio immediato del potere di autotutela per l’annullamento delle cartelle, il rilascio immediato di atti presentati per la registrazione); soprattutto orientata alla ricerca dei “colpevoli” attraverso la creazione di Aree Controllo altamente professionalizzate.

E’ tempo di bilanci. Nel 2001 le entrate erariali per riscossioni da accertamento e controllo hanno toccato quota 3,2 miliardi di Euro, quasi 6.200 miliardi di Lire.

Gli uffici dell’Agenzia, malgrado il pesante disagio sofferto dai lavoratori che non hanno ricevuto la formazione promessa né tantomeno hanno ottenuto gli sperati riconoscimenti economici, hanno dato prova di poter funzionare. Che il merito fosse soltanto dei lavoratori, piuttosto che dei vertici è cosa che perfino i muri in cui stanno appese le bacheche sindacali ormai sanno. Il fatto è che forse questi Uffici locali hanno funzionato TROPPO bene.

Nel 2002 comincia a soffiare il venticello che porta la promessa di un possibile condono fiscale; le voci si rincorrono e le entrate crollano. Nei primi otto mesi del 2002 precipitano a 1,6 miliardi di Euro con un importo medio mensile di riscossioni pari a 210,8 milioni di Euro. Proprio questo stesso dato mensile, nel 2001 era del 21,9% più alto! Anche le riscossioni da conciliazione giudiziale, che nel 2001 si attestavano sui 91 milioni di Euro medi mensili, sono scese a 63 milioni di Euro. Il condono era solo una voce, ma questa semplice voce aveva determinato la ragionevole aspettativa, in chi aveva pendenze fiscali, di poter attendere il varo di una misura fiscale di perdono di massa. Che è puntualmente arrivata.


Le riscossioni (dati gennaio-agosto 2002 in milioni di euro)

Riscossione

1999

2000

2001

2002

Istituti conciliativi

757,64

949,79

1.096,42

507,23

Ruoli

1.932,58

1.999,20

1.821,03

969,25

Comunicazioni UNICO

-----

117,23

322,26

210,63

Totale

2.690,22

3.066,22

3.239,71

1.687,11



IL CONDONO NEGLI UFFICI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Quale sarà l’impatto del condono fiscale sul sistema sociale italiano non spetta a noi dirlo; ma possiamo affermare con certezza che ci sarà un crollo della credibilità del sistema fiscale, pazientemente costruita dai lavoratori delle Agenzie con la loro professionalità; che ci sarà un crollo ulteriore delle riscossioni, ciò che inciderà pesantemente sulla spesa pubblica, sull’aumento del costo dei servizi sociali a carico del cittadino.

Infine, per guardare ai fatti di casa nostra, sarà necessario valutare quali effetti produrrà il condono fiscale dentro gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate. La circolare n. 4 del 20/01/2003 ha dato istruzioni circa il potenziamento dei servizi di assistenza ai contribuenti per orientarli nella giungla del condono. Il quale tecnicamente è assai articolato, variopinto e fantasioso. Ci sono dichiarazioni integrative semplici, che possono essere trasmesse per via telematica (!), ci sono forbici percentuali per sanare le pendenze su imposte dirette che erano del 13-18% e che dopo appena venti giorni sono già scese al 4-8% (i saldi sui saldi!!!), ci sono le dichiarazioni anonime di condono, forse perché in tempi di conflitto d’interesse, legittimo sospetto  ma anche di privacy qualcuno aveva vergogna a far sapere d’aver fatto un condono anche nel senso di aderirvi. Ci sono infine i tetti massimi, come quello di 100.000 Euro, eliminato, per ora, proprio oggi, con i quali anche un ipotetico gigante dell’evasione fiscale che in un anno abbia evaso 500.000 Euro (e non è difficile farlo, è come per un ragazzino rubare liquirizia in un supermercato) può regolarizzare per sempre la sua posizione fiscale. Al punto che con 500.000 Euro può essere lasciato in pace per cinque anni. E questi elementi sono in continuo movimento, a partire dalla data di fine condono già slittata dal 16 marzo al 16 aprile.


Il condono sulla slitta (alcune delle più significative variazioni nei 20 giorni del nuovo anno)

Il condono 2003, versione 2.0: cosa cambia

prima era

adesso è

la data per aderire alla sanatoria fiscale

16/03/2003

16/04/2003

la scadenza per la sanatoria sulle imposte indirette

16/03/2003

16/04/2003

termine per la chiusura delle liti fiscali pendenti anche in Cassazione

16/03/2003

16/04/2003

aliquota da applicare per redditi fino a 10.000 Euro

18%

8%

aliquota per scaglione di reddito da 10.000 a 20.000 Euro

16%

6%

aliquota per redditi oltre i 20.000 Euro

13%

4%

aliquota per la regolarizzazione delle scritture contabili

13%

6%

Possibilità d’estinzione dei ruoli a tutti quelli emessi dagli uffici ed affidati al concessionario entro il 31/12/2000


Tale assistenza resa difficoltosa anche dalle incertezze di chi ha varato il condono, comporterà certamente una distrazione di personale dalle Aree Controllo che di fatto diventeranno Aree Condono; calerà la capacità operativa per il raggiungimento degli obiettivi di riscossione sottoscritti in convenzione dalle Agenzie con il Governo, perché nessuno ci ha detto se gli obiettivi sono stati rimodulati proprio in vista dell’effetto condono.

Crediamo sia difficile che ciò accada perchè nessuno crede che gli asini volino, se non al massimo con i loro aerei privati. I funzionari che fino a ieri mettevano la propria professionalità al servizio della collettività per garantire la lotta all’evasione fiscale si troveranno infilati di peso in una task-force (le hanno chiamate così) per fornire adeguato aiuto ai contribuenti, confusi da tanto luccichio di merce in vetrina.

Tralasciando le considerazioni di ordine deontologico, che pure ci dovrebbero far riflettere su quale decadimento di dignità professionale si debba pagare grazie a questo perdono fiscale di massa, praticamente ci stiamo preparando a darci il classico colpo di zappa sui piedi.

Oggi incoraggiamo, assecondiamo e assistiamo l’adesione al condono affinché si svuotino di significato da subito i Team di verifica, di accertamento, di riscossione, di contenzioso oltre che le nostre tasche, dato che le minori entrate fiscali produrranno un calo sensibile delle risorse necessarie a finanziare il salario accessorio. Un’ultima considerazione: vi pare un caso che accanto a questa sottrazione di competenze, di potere, di prestigio, di professionalità, vi sia un consistente aumento degli investimenti con cui l’Agenzia sta finanziando progetti di assistenza del contribuente a distanza?

L’invio da casa delle dichiarazioni, l’invio delle comunicazioni di irregolarità sulla casella di posta elettronica degli intermediari, l’invio telematico degli atti predisposti dai notai per la registrazione, l’apertura imminente dei Contact Center, l’inaugurazione del Cassetto del Contribuente che consente ai cittadini di controllare da casa le proprie dichiarazioni, insieme con l’inutilità delle Aree Controllo non hanno l’effetto di creare una situazione simile  a quella già subita dai colleghi del Demanio, cui è stato sottratto l’oggetto del loro stesso esistere, cioè appunto il Demanio. Con quali contribuenti interagiranno i colleghi dei Front Office, quali evasori verranno accertati dai lavoratori delle Aree Controllo? Se pensiamo poi che la Finanziaria contiene chiaro e preciso il termine di giugno 2003 per stabilire quali Agenzie andassero trasformate in Fondazioni e in SpA perché ancora utili e quali invece andassero soppresse perché inservibili, forse ci rendiamo conto che davvero sarebbe il caso di smettere di suonare l’ultimo concertino per cominciare ad ascoltare i sinistri scricchiolii della nave; che dentro una cornice c’è sempre un disegno; che alle nostre richieste di adeguata formazione, di riconoscimenti salariali, professionali e di carriera qualcuno potrebbe rispondere con un attacco ai più elementari diritti, incluso quello alla conservazione del posto di lavoro. In fondo noi delle Agenzie Fiscali non abbiamo ancora neppure un contratto…. 

p/ RdB Pubblico Impiego - Settore Agenzie Fiscali
Ermanno Santoro


TESTIMONIANZA E DUBBI DI UN COLLEGA NON ISCRITTO DELL’UFFICIO LOCALE DI PADOVA 1

La legge finanziaria per il 2003 ha previsto la possibilità per i contribuenti di usufruire di un condono allargato alle fattispecie più diverse. L’Agenzia delle Entrate si è immediatamente messa all’opera per fare in modo che la platea di quanti vorranno regolarizzare la propria posizione fiscale sia la più ampia possibile. La Direzione Regionale del Veneto, senza diramarli per iscritto, ha “suggerito” una serie di adempimenti… nel corso di una riunione, sono state, infatti, impartite disposizioni affinché i singoli uffici, nell’ambito di una procedura di condono che prevede la chiusura delle liti fiscali pendenti, provvedano ad inviare una comunicazione a tutti i contribuenti che hanno fatto ricorso contro un atto emesso dal nostro Ufficio non ancora definitivo. La lettera dovrebbe “invitare” il contribuente a proporre istanza di condono comunicandogli anche l’importo della somma che sarebbe tenuto a pagare per estinguere la vertenza.