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       E’ giunto il momento di provare a fare alcune prime
      valutazioni sul Contratto Agenzie Fiscali, la cui preintesa è stata
      sottoscritta, anche dalle RdB/CUB, il 24 gennaio u.s. Il contratto ha recepito quasi per intero le normative
      generali (ferie, malattie, permessi, diritti, obblighi etc. etc) del
      comparto di provenienza, quello dei ministeri, e ha visto concentrarsi il
      dibattito principalmente su due questioni: quella salariale e
      quella dell’ordinamento professionale.  Questioni su cui abbiamo costruito negli ultimi anni
      iniziative, mobilitazioni e lotte. Non si può che cogliere con
      soddisfazione il fatto di aver condotto tutti a discutere di questioni
      che, per noi, hanno sempre avuto carattere di centralità. IL CONFLITTO E NON
      LA CONCERTAZIONE Prima di entrare nel dettaglio va sottolineato che il dato
      più positivo della vertenza contrattuale non è il contratto, ma quanto
      accaduto nei posti di lavoro.  Abbiamo visto una mobilitazione che si è costruita
      gradualmente, coinvolgendo tutti, e che ha rappresentato se stessa con una
      forza tale da far comprendere a tutti che: una nuova categoria è nata.
       Lavoratrici e lavoratori hanno scelto la lotta, il
      conflitto, come espressione del proprio disagio e come strumento per
      raggiungere i risultati voluti. Abbiamo visto lotte fantasiose, lotte
      dure, lotte astute, ma comunque lotte. Sul nostro sito abbiamo raccolto
      esperienze diverse accomunate da un unico denominatore: i lavoratori
      vogliono rispetto e non vogliono più mediare sui propri diritti. I lavoratori del “fisco”, in questa vertenza, hanno
      dimostrato di esserci, e di rigettare la concertazione che, per troppi
      anni, ne ha tarpato il protagonismo.  Adesso tutti abbiamo chiaro che il metodo per richiedere ed
      ottenere diritti è il conflitto e non la concertazione. Anche se la preintesa non risolve tutti i problemi, quindi,
      questo nuovo protagonismo sarà lo strumento per rilanciare e per
      ottenere: salario, diritti e dignità! QUESTIONE
      SALARIALE
      L’obiettivo RdB/CUB era, e
      resta, quello dei SALARI EUROPEI, ovvero quello di una
      retribuzione, in busta paga, che recuperasse l’inflazione reale, e che
      rilanciasse verso una vera redistribuzione della ricchezza prodotta.  Per questo, per noi è stato
      subito inaccettabile l’accordo di Febbraio 2002, che prevedeva,
      per questi rinnovi contrattuali, che una quota elevata degli stanziamenti
      andasse nel salario di produttività piuttosto che in busta paga. La grande mobilitazione del 15 febbraio 2002
      è stato il primo momento di lotta contro quell’accordo.  Gli eventi, le grandi mobilitazioni, non solo nella nostra
      categoria (si pensi alla straordinaria lotta che stanno tuttora conducendo
      gli autoferrotranvieri), la costanza delle nostre proposte ha condotto
      tutti ad invertire la tendenza che avevano concordato.  Oggi, quindi, ci troviamo a commentare un contratto che, su
      un incremento di 118,52 euro medi mensili procapite stanziati ne vede
      97,33, circa l’82%, in busta paga, tra tabellare ed indennità di
      amministrazione/agenzia, una quota, il 7,3% che va a finanziare la
      pensionabilità della contingenza, e, solo il 10,5% che va sul salario
      di produttività! La partecipazione di tutti alla lotta contrattuale e la
      nuova attenzione sulla questione salariale, testimoniata anche dalle molte
      telefonate che ci sono giunte negli ultimi giorni, ci consentono di
      rilanciare su tale piano, visto anche che, dal punto si vista economico,
      la partita va riaperta sul biennio 2004-2005, visto che, su quel
      piano, il contratto testè siglato è già scaduto!  Rilanciare sull’inflazione reale e sulla
      redistribuzione della ricchezza, rilanciare per ottenere salari
      europei, ora si può e si deve… non lasciamo cadere la grande
      mobilitazione che abbiamo fin qui sviluppato. Ma il vero elemento eccezionale di questo contratto è la stabilizzazione
      del salario accessorio, ovvero del trasferimento di una parte del
      Fondo Unico di Amministrazione in busta paga. Questo ha consentito di incrementare gli importi mensili
      della busta paga in maniera notevole (oltre ai nuovi stanziamenti di 97,33
      euro altri 210 euro, provenienti dal Fondo Unico di Amministrazione) per
      un incremento in busta paga superiore ai 300 euro lordi medi mensili. E’ chiaro, per quanto riguarda i 210 euro (120 per le
      Dogane), si tratta di cifre che, in qualche modo, erano già attribuite
      mediamente ai dipendenti, ma spesso con anni di ritardo e sempre a seguito
      di contrattazioni annuali che potevano o meno confermare tali importi.  Per la prima volta, fondi salariali accessori, per loro
      natura incerti e instabili, sono stati trasferiti in busta paga, divenendo
      certi e stabili. La stabilizzazione del salario accessorio è questione che
      ci ha visto sul campo di battaglia con proposte discusse ampiamente sia
      sui tavoli negoziali e, ed è questo che ci interessa, soprattutto
      all’interno dei posti di lavoro. La raccolta di firme che abbiamo effettuato
      sull’argomento ci ha consentito di discutere a lungo e ha dato la forza
      propulsiva ad una proposta che, ha trovato il primo riscontro nelle
      contrattazioni di Agenzia, dove, di anno in anno, si è venuta a creare
      una quota sempre più definita di salario di professionalità, creando i
      presupposti di quanto accaduto in questo contratto. Non è un caso che il contratto ha riservato soluzioni
      diversificate tra le diverse Agenzie. La differente stabilizzazione all’interno delle Dogane,
      da noi stigmatizzata anche nella nota a verbale, è chiaramente il frutto
      di accordi sul Fondo Unico di Amministrazione degli anni passati. Accordi
      che, per le Dogane, hanno accollato al Fondo Unico spese, come la
      Retribuzione di Servizio Prolungato, che sono risultate necessarie per il
      funzionamento istituzionale dell’Agenzia. Spese che l’Agenzia, quindi,
      avrebbe dovuto sostenere in proprio e non scaricare, così come è
      risultato evidente, sulle spalle dei propri dipendenti. Accordi non
      sottoscritti dalle RdB/CUB e da noi aspramente criticati. E’ sempre stato e resterà impegno delle RdB/CUB lottare
      per ulteriore stabilizzazione del salario accessorio, sia nelle Dogane,
      recuperando il gap che si è venuto a creare, sia nelle altre Agenzie dove
      bisogna continuare a percorrere la strada tracciata. ORDINAMENTO
      PROFESSIONALE Altra questione di rilievo era il superamento dell’ingessamento
      delle carriere, e la possibilità di individuare un meccanismo che, da una
      parte, garantisse rispetto alle mansioni e, dall’altra, consentisse
      avanzamenti di carriera a riconoscimento della maggiore professionalità
      espressa e richiesta. Dalla discussione è scaturito un
      nuovo ordinamento che oltre a risolvere i problemi posti dalla sentenza
      della Corte Costituzionale 194/2001, quindi salvaguardando i
      riqualificati, introduce una norma (art.100) attraverso la quale si potrà
      procedere allo svuotamento dell’AREA A, infine, semplifica le procedure
      di passaggio verso l’alto…  Tutto sulla carta, lo sappiamo,
      perché il contratto demanda alla contrattazione integrativa
      l’individuazione di risorse, criteri e modalità degli sviluppi di
      carriera.  Questo ci fa ritornare ai
      discorsi fatti precedentemente. Forse questo è un contratto che,
      sull’ordinamento, non risolve problemi ma, sicuramente, apre un
      percorso. Le RdB/CUB si impegneranno perché
      questo percorso sia praticabile. Come?  Rivendicando vere dotazioni
      organiche, veri fabbisogni del personale e nuovi profili professionali più
      adeguati alla realtà. Chiedendo
      che ampie quote delle risorse FUA non stabilizzate siano stanziate per i
      passaggi di fascia retributiva.  IL REFERENDUM SUL CONTRATTO  Per rafforzare il protagonismo di
      lavoratrici e lavoratori, il primo strumento da sviluppare è il
      REFERENDUM SUL CONTRATTO. Uno strumento che consenta a
      tutti coloro a cui il contratto sarà applicato di giudicarlo. Uno
      strumento formale, con urna, scheda di voto, e scrutinio dei voti da cui
      emerga chiara ed inequivocabile la volontà dei lavoratori. Uno strumento, è bene
      specificarlo, che nessun sindacato, nonostante la nostra proposta a
      riguardo, ha voluto come vincolante per la sottoscrizione definitiva del
      contratto e che quindi non lo è…  Fare il referendum sul contratto,
      oggi, oltre che fornire a chiare indicazioni sul contratto è soprattutto
      un metodo per dimostrare che si può fare, e che lavoratrici e lavoratori
      vogliono questo strumento di democrazia: il diritto di esprimersi
      formalmente sulle norme e sulle scelte che condizioneranno la loro vita. Inoltre, proprio per fornire da subito contenuti al contratto, nelle Assemblee di presentazione dello stesso, le RdB/CUB si caratterizzeranno con proposte di proseguo della lotta riguardo alla questione salariale, quella ordinamentale e sul piano dei diritti, un impegno per noi, ma, soprattutto, un monito per le singole Agenzie riguardo al continuo della lotta sindacale. Queste prime valutazioni
      troveranno approfondimento innanzitutto nel Coordinamento Nazionale RdB/CUB
      PI Agenzie Fiscali che è convocato per martedì 10 febbraio p.v. di
      cui sono elemento preparatorio e, naturalmente, nei giorni successivi, nei
      posti di lavoro, al fine di ottenere, con il Referendum, il giudizio di
      tutto il personale, prima della sottoscrizione definitiva del contratto
      prevista per la fine di marzo. Roma, 30 gennaio 2004 Esecutivo Nazionale RdB/CUB PI Agenzie Fiscali  | 
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