Oltre le colonne
Teoria e pratica sindacale

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Seconda Edizione


N.5 - 13 dicembre 2003

SOMMARIO

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Natale 2003. Tutti più buoni? Ma ci faccia il piacere! Scarica l'estratto in formato .pdf/zip

 

E’ vero. Nel mondo ci sono problemi più importanti… c’è, ad esempio, una guerra mondiale in corso, anche se non ce lo dicono chiaramente. Una guerra a cui il nostro paese partecipa… e non è solo la guerra contro il terrorismo.

E’ la guerra di chi aumenta le spese militari contro chi vede così tagliati gli investimenti per i contratti. E’ la guerra di chi dice che siccome invecchiamo troppo ci devono tagliare le pensioni contro il diritto di tutti a vivere dignitosamente. E’ la guerra di chi precarizza il mondo del lavoro contro la migliaia i giovani che non potranno mai vivere decentemente. E’ la guerra di chi svende il patrimonio dello stato ai privati contro chi, con quei patrimonio vedeva garantito il pagamento della sua pensione. E’ la guerra di chi fa il furbo ed aspetta i condoni contro chi paga le tasse e poi anche i servizi pubblici. E’ la guerra di chi cerca di trasformare la protezione civile in difesa civile, militarizzando ad esempio, i Vigili del Fuoco contro chi chiede che prima dell’ordine pubblico devono essere garantiti i diritti dei cittadini. E’ la guerra che abbiamo visto combattere nel 2001 a Genova… non contro i black blok, che hanno scorrazzato indisturbati in lungo ed in largo, ma contro migliaia di manifestanti inermi che sono stati pestati a caldo, nelle strade, e a freddo, nella scuola Diaz o nelle caserme. E’ la guerra di chi ha contro chi non ha…

Ed è una guerra in cui chi è più forte non fa prigionieri schiacciando tutto quello che trova davanti al suo cammino.

In questa guerra c’è il nostro contratto sui cui si specula dopo averci convinto a lasciare i ministeri per andare nel paradiso terrestre delle Agenzie.

In questa guerra bisogna scegliere da che parte stare. La concertazione, il buonismo, il “siamo tutti sulla stessa barca”… sono discorsi con i quali ci hanno rimbambito per anni.

E’ ora di smetterla. Per questo natale regaliamoci una nuova coscienza… e, perché no, un’iscrizione alle RdB.

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Quando il gioco si fa duro

Per continuare nella nostra battaglia contrattuale, a fianco delle migliaia di ricorsi che ci sono pervenuti (vedi articolo più avanti), è giunto il momento di mobilitarsi nei posti di lavoro. Per questo motivo abbiamo varato l’iniziativa “UN ALTRO NATALE SENZA CONTRATTO?”

In tutti gli uffici, sarà necessario, nei prossimi giorni, organizzare iniziative che diano visibilità al nostro disagio. A tal fine abbiamo già fornito:

a)  un volantino da fotocopiare e distribuire in grande quantità ai contribuenti (anche con volantinaggi esterni, se e dove si riesce);

b)  manifestini da affiggere alle porte degli uffici;

c) cartellini da ritagliare e da affiggere al petto…

 Che fare? A partire dalle ore 10, sotto la copertura sindacale delle RdB (abbiamo scritto apposita lettera alle Dirigenze delle Agenzie, al Ministro e, via e-mail, a tutti gli uffici) negli uffici, tutti i giorni, potete organizzare volantinaggi e colloqui con l’utenza, assemblee spontanee, presidi ai front-office, con esposizione di bandiere, coinvolgimenti degli organi di stampa e tutto quanto possa dare l’adeguata visibilità ai problemi dei dipendenti e creare un disturbo alla normale funzionalità degli uffici.

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Pacchi dono?

Lo sapevate? Sapevatelo. Alla faccia di tutti i regolamenti (codici di comportamento) che vengono imposti a tutti i sottoposti il nostro generale, l’On. Giulio Tremonti, ha istituito, come tutti gli anni, presso la sede centrale del Ministero Economia e Finanze un apposito ufficio per la ricezione dei pacchi dono natalizi

Dopo tutti i pacchi che abbiamo avuto noi… è nostra intenzione, prima di natale, organizzare, come sappiamo fare noi di RdB, una puntatina al Ministero dell’Economia e Finanze per consegnare un pacco dono contenente:

1) Tutti i ricorsi che i dipendenti hanno fatto con le RdB per il rinnovo del contratto.

2) La raccolta di firme per l’aumento dei buoni pasto e per il loro allineamento, in busta paga, al costo della vita.

3) La raccolta di firme per la 14^mensilità e la stabilizzazione del salario accessorio

Invitiamo tutte le nostre strutture locali a fare altrettanto consegnando i pacchi dono alle Prefetture locali per farli inoltrare al Ministro Economia e Finanze, On. Giulio Tremonti… nei prossimi giorni i dettagli dell’iniziativa.

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Vasi di coccio

La vicenda contrattuale ci impone,  per compiutezza di analisi, alcune riflessioni sulla questione causa- effetto. Oggi tutte le organizzazioni sindacali sono sugli scudi, seppur ognuna a modo suo, per rivendicare la sottoscrizione del contratto per i dipendenti delle Agenzie Fiscali.  Bene.

Ritornare al passato potrebbe sembrare inutile e polemico. Ma è bene comprendere gli sviluppi delle questioni perché gli errori del passato non possano ripetersi in futuro.

1) Le Agenzie Fiscali. Molto abbiamo detto negli anni sulle Agenzie Fiscali. Tutto, tristemente, si è avverato. Non ci sono soldi in più, i processi di privatizzazione sono sempre più spinti ed incontrollati, lo sfruttamento del personale ha raggiunto livelli parossistici… e proprio oggi, la questione contrattuale scopre l’ultimo atto di questa tragedia. Ricordate? Si era detto che separarci dai Ministeriali ci avrebbe dato maggior forza contrattuale!  Noi abbiamo sempre detto che la divisione dei lavoratori non è mai un dato positivo… ed ecco lì… i dipendenti del Fisco, separati da tutti, non solo non vedono rinnovato il loro contratto, mentre gli ex colleghi ministeriali lo hanno già da sei mesi, ma non trovano diritto di cittadinanza in alcun luogo. Chi parla di noi? Nessuno, solo noi! La costituzione di un comparto Agenzie Fiscali, che abbiamo sempre osteggiato, ci ha resi soli e deboli…. Vasi di coccio tra vasi di ferro. Altra cosa sarebbe stata se le cose fossero andate come avevamo proposto noi… una trasformazione in Ente Pubblici NON Economici ed un passaggio al Parastato… ma ai signori concertativi sembrava troppo poco…

2) Concertazione e politica dei redditi. Nel 1990 la CGIL ha cominciato una battaglia per la contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici. Questa battaglia ha avuto come esito il decreto legislativo 29/1993 mentre, pochi mesi dopo, un accordo, quello di luglio 1993 in cui, CGIL, CISL, UIL & C. varavano  la politica dei redditi e la concertazione. L’effetto congiunto di queste due scelte ha sconvolto il mondo del lavoro ed in particolare il Pubblico Impiego.

Nodo della Politica dei Redditi è la rinuncia a meccanismi automatici di adeguamento dei salari al costo della vita e disponibilità a contenere gli incrementi all’interno dell’inflazione programmata.

Questo, in dieci anni ha devastato i nostri salari che hanno perso oltre il 30% in potere d’acquisto, il 13% negli ultimi tre anni dimostrando che il vortice si sta pericolosamente accelerando. Non solo, ci ha sottoposti al ricatto salariale. Cosa intendiamo? E’ chiaro che un meccanismo automatico di riallineamento dei salari consente di concentrare l’attività sindacale sui diritti… un sistema come quello attuale consente ai datori di lavoro di allungare i tempi, di prendere per il collo i dipendenti e di ricattarli sul piano dei diritti. Ad esempio: se vuoi che rinnoviamo il contratto, visto che sono due anni che sei al palo come stipendio, devi accettare nell’ordinamento professionale un ampia discrezionalità dei dirigenti…  E’ chiaro, anche senza essere sindacalisti professionisti, che o si mettono in discussione le scelte di fondo oppure diviene tutto inutile.

Se ci passate una (ardita) metafora, è un po’ come accade nella situazione internazionale. CGIL, CISL, UIL & C, oggi sono sulle barricate, per una nobile battaglia, ma le armi al nemico le hanno fornite loro… e continuano a fornirgliele!

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Ricorso. Un'operazione riuscita.

 

Sfondata quota 6.000. Per l’esattezza 6.158 dipendenti delle Agenzie, ad oggi, hanno sottoscritto il ricorso elaborato dalle RdB. Anche se stiamo continuando a raccoglierne parecchi possiamo già fare un primo bilancio di questa operazione.

Abbiamo varato l’operazione da tre euro (come l’abbiamo chiamata) dopo aver constatato, al tavolo dell’ARAN che dal punto di vista economico ci trovavamo di fronte ad un’opera da tre soldi… infatti, nessuno, salvo le RdB, a quel tavolo, era disposto a mettere in discussione le risultanze dell’accordo del luglio 1993 e di quello di febbraio 2002, secondo i quali gli incrementi salariali dovevano stare all’interno dell’inflazione programmata. La discussione si faceva solo sul montante su cui calcolare l’incremento che, per tutti, salvo noi, a quel tavolo era il 5,66%. Si correva il rischio di portare alle calende greche un contratto per una discussione su 10/15 euro lordi in più o in meno!

Abbiamo quindi formulato una proposta precisa che, secondo noi, avrebbe consentito di togliere il personale dal ricatto economico di un contratto scaduto. Far percepire al personale immediatamente tutti i soldi già stanziati (quelli dati ai ministeri) e mantenere aperta, fuori da ogni ansia retributiva, la discussione sulle importanti tematiche della stabilizzazione del salario accessorio, l’ordinamento professionale, i diritti… e rilanciare da subito, nel nuovo biennio che si sta aprendo, la richiesta di salari legati all’inflazione reale.

Ci pareva una proposta di buon senso, che avrebbe rafforzato le posizioni sindacali. Ci siamo trovati soli al tavolo con questa proposta quindi abbiamo deciso di farla uscire dalle mura dell’ARAN e di conseguenza di cercare un modo per portare lavoratrici e lavoratori a quel tavolo… così abbiamo ideato il ricorso sul contratto.

Abbiamo, con onestà, immediatamente tracciato questa operazione, al di là dei contenuti del ricorso, come uno degli strumenti di pressione che avevamo intenzione di mettere in campo per ottenere un buon contratto, per sensibilizzare colleghi, governo e altri sindacati sul problema salario e sulla contraddizione enorme di un passaggio alle Agenzie che è stato foriero solo di guai.

In questo senso, al di là dei suoi futuri sviluppi l’operazione è già riuscita. Non siamo di fronte ad una raccolta di firme, che, molti dicono, fa fine e non impegna. Chi ha sottoscritto il ricorso, sa cosa ha fatto. Ha compilato ben quattro moduli e versato una, pur simbolica, quota per il rimborso delle nostre spese. 6.158 ricorrenti, e crescono, sono un’enormità. Basti pensare che alle ultime elezioni RSU i voti della RdB sono stati 4.077. Sono un’enormità anche perché l’operazione è stata boicottata dalle altre sigle sindacali. Proprio il SALFI ha deciso di cavillare sul ricorso, dimostrando, seppur “con stima ed amicizia”,  di sottovalutare  i colleghi e la loro capacità critica, e ottenendo il brillante risultato di suggerire alle Agenzie la linea difensiva. I ricorrenti, di cui molti iscritti (speriamo a breve ex) del SALFI, ringraziano perché così hanno capito senza dubbio da che parte sta.

Le altre sigle sindacali, più elegantemente, hanno assunto posizioni simili ma in maniera informale, per cui, se interrogati, hanno sostenuto l’infondatezza del ricorso, ma invero, si sono “limitate” a sottolinearne l’inutilità, visto che, secondo loro, il contratto si sarebbe dovuto, negli ultimi due mesi, firmare da un giorno all’altro. Invece il contratto non si firmava… e il numero dei ricorrenti, nonostante tutto, cresceva (e cresce)!

Oggi le Agenzie sono obbligate a produrre note difensive alle Direzioni Provinciali del Lavoro, note difensive in cui affermano la surreale interpretazione suggerita dal SALFI (ancora grazie) secondo cui, legando lo status di lavoro dipendente alla presenza del contratto, attualmente è come se non fossimo dipendenti di nessuno! Sono obbligate a nominare membri all’interno del Consiglio di Conciliazione, sono obbligate a studiare, sono alla corda…

Il risultato è raggiunto. Il problema che volevamo sollevare con il ricorso, il disagio che volevamo creare sono una realtà! Oggi, anche CGIL, CISL e UIL si accorgono, leggete la loro roboante nota del 11 dicembre u.s.,  del ricatto economico che impedisce di fare un buon contratto.

Il ricorso è stata una sfida. Contro tutto e contro tutti, che le RdB hanno lanciato e vinto. Sicuramente sul piano politico, dimostrando la credibilità e l’affidabilità e la capacità di costruzione di iniziative della nostra sigla, e rafforzando il fronte di coloro che sono stufi di essere presi in giro… ora cercheremo di capitalizzare questa nuova forza sul tavolo contrattuale!

 

Un’ultima annotazione… anche per ribadire a chi meschinamente, ha voluto lasciar intendere, molti neppure tanto tra le righe,  che stavamo conducendo un’operazione speculativa.

L’operazione, come dovrebbe essere chiaro, non è il singolo tentativo di conciliazione, ma un’enorme macchina che si è mossa a livello nazionale, con legali, assemblee, delegati che si sono spostati da un posto all’altro per raccogliere ricorsi, uso di permessi sindacali, telefonate, invio fax etc. etc.

Tutto ciò ha un costo assorbito il quale abbiamo deciso proprio perché non vogliamo speculare su nessuno, di dare in beneficenza all’ASSOCIAZIONE EMERGENCY il 50% di quanto raccolto oltre i 5milesimo ricorso. Ad oggi siamo arrivati a quota 1.737 euro. Il diritto al contratto aiuta il diritto alla vita.

 

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