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Dal presidente Carter alla guerra in Afghanistan l'occupazione statunitense della penisola araba.
Le tappe di una conquista


1980 - Carter dichiara il Golfo una zona l'influenza statunitense: «ogni tentativo di controllare la regione sarà considerato un attacco agli interessi vitali degli Stati Uniti». Viene creata la Rapid Deployment Force, unità militare d'intervento rapido destinata alla regione.

Anni Ottanta - Reagan trasforma la Rapid Deployment Force nel Central Command, autorità militare responsabile delle operazioni nel Golfo.

1987 - Durante la guerra Iraq-Iran gli statunitensi vendono armi a entrambi i paesi. Viene istituita la Joint Task Force-Middle East e viene inviata una flotta, ufficialmente per proteggere il traffico petrolifero nel Golfo Persico.

1991 - Fino alla guerra del Golfo gli Usa non erano riusciti a persuadere gli stati arabi ad accettare una presenza militare permanente. Dopo la guerra la presenza dell'esercito statunitense diventa stabile, mentre, sul piano commerciale, gli Stati Uniti soppiantano integralmente la presenza inglese, francese e cinese nella regione.

Anni Novanta - In dieci anni gli Stati Uniti riarmano integralmente gli eserciti amici della regione: 43 miliardi di dollari all'Arabia Saudita, 16 miliardi al Kuwait, Qatar, Bahrain e Emirati Arabi Uniti. Attraverso l'imposizione unilaterale della no fly zone gli Usa guadagnano il controllo dello spazio aereo dell'area. Vengono costruite due mega centrali operative hi-tech in Arabia Saudita e in Qatar.

2001 - La guerra in Afghanistan è anche occasione per estendere la presenza statunitense in Yemen, in Pakistan, in Uzbekistan e in Kyrgyzstan. Il budget della difesa raggiunge i 400 miliardi di dollari, 60 miliardi dei quali sono destinati alla regione del Golfo.

2003 e oltre - La rimozione di Saddam può essere la tappa finale dell'occupazione imperiale se, come dichiara Robert Kagan, noto stratega neoconservatore: «dovremo rimanere nell'area per un lungo periodo» perché «i problemi economici nazionali causano problemi di rifornimento. Se l'esercito rimane in Iraq, non ci sarà alcun problema di rifornimento petrolifero».Se qualcuno avesse ancora dei dubbi riguardo la strategia imperiale degli USA, questa cronologia di eventi dovrebbe contribuire a fugarli, l’unica risposta immediata alla guerra dovrà essere LO SCIOPERO GENERALE.

Salerno, 17/03/03

Il Coordinamento Regionale Rdb P.I.-Finanze Campania