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CHIEDERE 10 PER PERDERE 100


Il recente sciopero del 19/05/03 indetto da CGIL-CISL-UIL nel pubblico impiego, ha visto la partecipazione dei lavoratori con percentuali vicine all’80%, con punte molto elevate in due settori quali la Sanità e le Agenzie Fiscali. 

Al di là della guerra dei numeri che da sempre contraddistingue questi appuntamenti sindacali, rimane il fatto che la maggiore adesione allo sciopero si sia realizzata nei settori di cui sopra, noi crediamo  non sia un caso la reattività  proprio della Sanità e delle Agenzie Fiscali, poiché  sono i settori che più di tutti hanno subito trasformazioni in senso privatistico, costituendo un valido laboratorio per la destrutturazione del pubblico impiego inteso come pubblico servizio, da utilizzare come presupposto per il disfacimento dello Stato Sociale. 

Fino a questo punto il ragionamento che conduciamo non presenta scoperte eclatanti, tuttavia ciò che fa riflettere è l’ipocrisia di CGIL-CISL-UIL che avendo voluto in prima persona la trasformazione regressiva del pubblico impiego, mentendo sapendo di mentire, si ergono a paladini della difesa del potere d’acquisto dei salari dei lavoratori, avendo sottoscritto negli ultimi dieci anni contratti e accordi al ribasso i quali prevedono: 

1) l’istituzionalizzazione del precariato 2) la sistematica perdita del potere d’acquisto dei salari senza recupero dell’inflazione reale 3) la perdita di ruolo e di funzioni di intere amministrazioni 4) la privatizzazione incalzante dei servizi pubblici. 

Diciamolo francamente i lavoratori hanno scioperato, il 19/05/2003, consapevolmente o no, a sostegno delle scelte elencate prima e non per il rinnovo dei contratti, poiché c’è più coscienza e dignità nella rivendicazione della “pagnotta”  che nel metodo ormai consueto di chiedere 10 per poi perdere 100, di questo si tratta, di potere contrattuale debole, di rivendicazioni deboli, di una intera categoria, quale quella del pubblico impiego, estremamente debole nella coscienza di sé, nella fiducia cieca attribuita ai sindacati organici a poteri forti. 

Non sappiamo quanti accordi e contratti al ribasso ci vorranno per arrivare, prima o poi, alla mobilità coattiva del personale o ai licenziamenti, certamente noi saremo in prima linea per difendere i lavoratori e non per rendere testimonianza della morte del pubblico impiego.

Salerno, 20/05/2003

Il Coordinamento Regionale Rdb P.I.-Finanze Campania