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Qualche riflessione sull’ipotesi di riorganizzazione degli uffici della DREER

mercoledì 19 febbraio, a bologna, riunione della lavoratrici e dei lavoratori dell'Agenzia delle Entrate

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Innanzitutto, per la serietà e correttezza che riconosciamo al Direttore dr Rossi, riteniamo il piano prospettato il punto di partenza per un confronto serio tra l’amministrazione ed  i lavoratori attraverso le loro delegazioni sindacali, e non già la conclusione rigida  di una serie di  valutazioni…

 L’ipotesi  la abbiamo  già presentata nel precedente comunicato del  12-02-03.

 Cerchiamo di esaminare le linee portanti di questa ipotesi :

1)     risparmiare sulle uscite, in particolare dove e se ci sono degli sprechi sugli affitti.

2)     modificare il modello organizzativo basato sull’ufficio locale, così come è oggi (area controllo/servizi/ attività di supporto e di autoamministrazione). Realizzando dove possibile un accentramento dell’attività di controllo ed un decentramento dell’attività di assistenza al contribuente (anche aprendo ulteriori sportelli). Nulla vieta di pensare che tali modifiche, una volta passate su alcune province, in un futuro più o meno lontano sarebbero estese anche alle  altre province. 

Premessa scontata è che gli edifici ed il modello di organizzazione non sono stati scelti in precedenza dai lavoratori che anzi ha fatto sulle proprie spalle traslochi e si e’ dovuto creare la nuova professionalità richiesta. Nè il modello dell’Agenzia fiscale ha portato quegli aumenti salariali che altri vaneggiavano (se non per i dirigenti ). 

Il secondo aspetto della ipotesi che ci è stata presentata, è la soppressione dell’attività di controllo sul territorio, lasciandola nei capoluoghi di provincia, mentre l’assistenza al contribuente resterebbe parcellizzata sul territorio.

E’ chiaro che per alcune  singole realtà si potranno fare  valutazioni e percorsi diversi, ma in generale il modello sin’ora sostenuto ha una sua logica; la presenza sul territorio garantisce una migliore conoscenza delle specifiche economiche, permette all’utenza qualificata di avere quei rapporti con l’ufficio derivanti anche dai controlli, e rende possibile ai lavoratori che svolgono l’attività di verifica, se necessario, di recarsi anche giornalmente sul luogo della verifica, cosa questa che diverrebbe particolarmente gravosa e costosa se venisse fatta ovunque da personale del capoluogo di provincia. Senza considerare che i colleghi/e che svolgono tale funzione si potrebbero trovare costretti a perdere la professionalità acquisita se per restare nell’ufficio (e nel luogo ove nel frattempo hanno stabilito la loro famiglia) devono cambiare tipo di lavoro, e comunque consideriamo che tutti potrebbero trovare una diversa collocazione in ufficio nel momento in cui si andrà a realizzare un nuovo modello organizzativo nato dalla fusione di più uffici.

Se tale ipotesi di riorganizzazione la proiettiamo sulle ipotesi di nuovo ordinamento professionale, vediamo gli investigatori (verificatori) perennemente in viaggio con la loro valigetta, gli addetti al controllo (accertatori) in ufficio sepolti dalle loro carte, gli addetti all’assistenza di base (sportellisti) distribuiti sul territorio, anche presso comuni, ecc., con problematiche di lavoro più vicine a quelle della realtà territoriale dove andranno ad essere ubicati che non con l’ufficio di appartenenza ed il personale dell’unita’ di direzione ( ?? ) .

Si va quindi a disperdere il patrimonio di professionalità acquisito fin’ora, ed a intaccare l’equilibrio che regge gli uffici, anticipando quella che sarà la rivoluzione dell’ordinamento professionale, con una separazione netta di attivi e conseguentemente del personale. 

Su tale separazione come RdB abbiamo sempre evidenziato le nostre perplessità, perchè devono esistere delle tutele per le aspettative economiche e professionali di tutti i colleghi, a prescindere dall’attività che si trovino oggi casualmente a svolgere, ed  anche perchè analoghi contesti stanno conducendo, nell’Agenzia del Demanio ed in quella del Territorio, dopo un periodo sperimentale,  alla dismissioni di funzioni e personale.

D’altra parte qualsiasi impegno preso dall’attuale Direttore Regionale, a cui non vogliamo disconoscere buona fede e franchezza nel confronto in atto, non potrà comunque garantire il futuro dei lavoratori da scenari che allo stato attuale sono quanto mai incerti, si pensi  alla “devolution” fiscale, alle conseguenze del nuovo ordinamento professionale, od alla legge n.289/2002 cosiddetta finanziaria, che oltre a contenere il condono tombale per chi non paga le tasse, lo stravolgimento dello stato sociale, la dismissione dei beni culturali del Paese, prevede anche la completa destrutturazione della Pubblica Amministrazione, Agenzie comprese. E sin’ora da parte del Ministro non abbiamo ascoltato alcuna smentita ufficiale, riguardo alle Agenzie Fiscali, ma solo considerazioni  informali tramite ufficio stampa.

L’Agenzia delle Entrate potrebbe già oggi dare un primo segnale in controtendenza con queste ipotesi di smembramento,assumendo tutti i colleghi tirocinanti che risulteranno idonei.

Atto dovuto per iniziare con civiltà e correttezza un rapporto di lavoro con i nostri colleghi tirocinanti, e dovuto anche perchè non si capirebbe una selezione anti-economica per l’Agenzia che dopo aver formato del personale per un anno lo manderebbe a casa,  e che  aprirebbe scenari confusi anche nella programmazione del personale, in quanto i nostri colleghi tirocinanti per loro tutela hanno dovuto partecipare anche alla selezione successiva, scegliendo magari anche  altre regioni. Per cui dubitiamo che qualcuno oggi possa prevedere quanti saranno i lavoratori assunti da questo concorso per singola regione da qui ad un paio di anni. Senza considerare che la eliminazione dei colleghi tirocinanti inoltre esporrà l’Agenzia anche ad una quantità di ricorsi, ( il tirocinio cui vengono sottoposti i colleghi e’ rispettoso in tutti gli uffici delle norme ed istruzioni previste?)

Rispetto al primo punto della ipotesi di riorganizzazione, non possiamo  sostenere che se ci sono sprechi non si debba intervenire sugli stessi, per gestire meglio le risorse nei confronti dei dipendenti, pensiamo però che esistano diverse possibilità. In questo momento si esaminano gli affitti degli immobili, e si dice chiudiamo uffici od accorpiamo. Ma la localizzazione di determinati uffici sul territorio risponde a delle necessità ed ha anche permesso di raggiungere risultati positivi; non ci sembra che la chiusura o soppressione sia ipotizzata perchè non sono stati raggiunti gli obiettivi imposti, anzi spesso anche in situazioni di precarietà tali obiettivi sono sempre stati raggiunti, evidenziando quindi la capacità ed il funzionamento di quel tutto organico che è l’ufficio locale.

Quindi il risparmio se ci deve essere, e noi diciamo di si, si può raggiungere senza chiudere od accorpare, ma intervenendo non sul personale ma sugli immobili già in uso,

Pensiamo a rinegoziare con la proprietà modalità e gestione dell’immobile. Una migliore organizzazione degli spazi, potrebbe permettere di liberare interi corpi, o piani degli edifici attualmente in uso, per restituire alla proprietà la parte non in uso, o per sub-affittare a terzi parti separate dell’immobile (pensiamo a banche, ad associazioni di categoria o di professionisti che potrebbero avere interesse ad un loro ufficio adiacente ad un ufficio delle entrate).

Oppure dove la proprietà non ha interesse a rinegoziare modi (e costi diremmo noi), si individuino altri immobili, o si pensi ad acquistarne o costruirne, operazione questa che se fatta con " la diligenza del buon padre di famiglia “ (e non come forma di regalia da dare a qualche costruttore o potentato politico come, forse, è successo in passato) ci permetterebbe in pochi anni dei risparmi notevoli. Pensiamo a strutture di proprietà dove una parte dell’edificio venga magari affittata a terzi, col vantaggio di   strutture nate e pensate per ospitare uffici finanziari e magari realizzate con locali idonei anche a realizzare quelle strutture di supporto alla vita familiare del lavoratore ( nidi, mense, ecc ) .

Il confronto a cui siamo chiamati ci vede impegnati in quanto rappresentanti dei lavoratori, pertanto invitiamo tutti i lavoratori a far pervenire idee, proposte, confrontandosi con i propri delegati RdB in sede, partecipando ad incontri, o rapportandosi anche attraverso altri mezzi (posta elettronica, ecc. ).

Per confrontarci su tali problematiche e costruire insieme un percorso, mercoledì 19 febbraio alle ore 14.45, ci sarà una assemblea dei delegati Rdb, a cui invitiamo i delegati RSU ed i lavoratori tutti,  presso la sede RdB in Bologna, viale Silvani 12, (a circa 800 m dalla stazione, nei pressi di Porta Lame).

                                                                                                 RdB P.I.  Marco Bilanzuoli