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CONTRATTO MINISTERI

SI CONTINUA SULLA STESSA STRADA

 

Le assemblee di CGIL CISL UIL e SALFI per la consultazione del personale sul Contratto Nazionale del Comparto Ministeri che si è chiuso poche settimane fa proseguono in modo "democratico". Oggi, lunedì 24 marzo, la pantomima della consultazione è proseguita a Roma per gli uffici con sede in Via Carucci 131, Ufficio amministrazione risorse del DPF e  SE.C.I.T. 

Naturalmente anche in quella sede, con la nutrita (..) presenza di circa 70 dipendenti su circa 450 (!), il contratto è stato definito il migliore possibile, vista la controparte governativa (e si, perché invece con la precedente...)  sia sul piano economico che normativo. 

Si, è vero, ci hanno confermato i relatori confederali, non recuperiamo l'inflazione, l'ordinamento professionale viene rinviato alla solita inconcludente commissione paritetica, per il 2002 non viene incrementato il FUA (che invece viene ridotto per un'iniziativa motu proprio di Tremonti, non riversando, come previsto dal contratto, i fondi ottenuti dai risparmi di gestione), i buoni pasto restano gli stessi del 1996, veniamo considerati talmente inaffidabili da veder cambiare i "doveri" in "obblighi", si ritiene necessario inserire, visti i numerosi esempi negativi (?), il testo della legislazione europea sul mobbing e sulle molestie sessuali, ma comunque resta un buon contratto.

D'altra parte, ne siamo coscienti, l'impiegato statale per sua natura è:

ü      ricco, visto che se ne può fregare dell'inflazione;

ü      vanesio, si tiene magro per il look, tanto che non serve aumentare i buoni pasto;

ü      indisciplinato, e quindi è necessario obbligarlo a rispettare le regole, ma soprattutto

ü      immorale e maniaco, tanto da necessitare di un richiamo palese al rispetto delle leggi.

Dopo  la lunga disamina dei punti salienti del contratto da parte dei tre rappresentanti di CGIL, CISL e UIL durante la quale molti colleghi annoiati abbandonavano l'assemblea, proprio perché la stessa si stava svuotando, c'é stato anche un tentativo - rientrato per le proteste dei convenuti - di rinviare il dibattito a votazione avvenuta. Alla faccia della chiarezza e della democrazia!

Naturalmente, anche in questo caso non è stato minimamente presa in considerazione dai Confederali la possibilità di un Referendum dei lavoratori sul contratto, proposto da un nostro delegato, ed alla contestazione che 60 persone non sono rappresentative di 450 è stato risposto che "gli assenti hanno sempre torto".

Risultato finale: MENO DEL 10% del personale interessato ha preso parte al voto.


Invitiamo tutti i lavoratori a rifletterci ed a pretendere di diventare protagonisti:

in ogni assemblea richiediamo il REFERENDUM sul contratto.