DOCUMENTO ASSEMBLEA DEL 26.05.2003 DELL’UFFICIO TECNICO DI FINANZA DI MILANO 

I lavoratori dell’ Ufficio Tecnico di Finanza di Milano si sono riuniti in assemblea il giorno 26.05.2003 per discutere sulle scelte effettuate dalla dirigenza dell’Agenzia in ordine a: 

-         SMANTELLAMENTO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI DELL’AGENZIA;

-         SVENDITA DEI COMPITI D’ISTITUTO ALLA GUARDIA DI FINANZA;

-         MANCATA STIPULA DEL PRIMO CONTRATTO DI AGENZIA;

-         RIDUZIONE DEI FONDI PER LA RETRIBUZIONE SERVIZIO PROLUNGATO (ex straordinario). 

In merito ai primi due punti, con diversi interventi, è stato ricordato che i lavoratori dell’UTF di Milano già da tempo hanno stilato appositi documenti sui pericoli derivanti dalla svendita delle proprie competenze ad altri soggetti (G.d.F.) che effettuano verifiche d’iniziativa senza alcun coordinamento e controllo, pur previsto dalle norme vigenti. 

Nel corso della discussione si è preso atto che altri lavoratori, dipendenti di altri uffici, iniziano a segnalare gli stessi pericoli di smembramento e spezzettamento delle funzioni di competenza dell’Agenzia delle Dogane: un pezzo all’Agenzia delle Entrate, una verifica alla Guardia di Finanza, qualche dipendente messo in mobilità perché e scomparso il lavoro. 

Pensiamoci!!!. Non sono ipotesi campate in aria, basta guardare alle trasformazioni del lavoro avvenute negli ultimi anni. 

Sono rimasti pochissimi valichi doganali, i controlli sulle merci sono legati alle scelte dei computers, i controlli Intrastat stanno per finire, le accise hanno soppiantato le imposte di fabbricazione e l’automazione avanza a grandi passi. 

Si segnala con preoccupazione che in previsione dei costituendi Uffici Unici, sono già stati siglati accordi di mobilità del personale, utilizzando l’istituto del distacco temporaneo, senza alcun coordinamento nazionale. 

In tutto questo i lavoratori degli UTF hanno dovuto, senza alcuna preventiva formazione, cambiare completamente il modo di lavorare. Dalle imposte di fabbricazione alle accise. 

Questa capacità di cambiamento non è stata mai riconosciuta dal Dipartimento prima e dall’Agenzia oggi. Nonostante tutto i lavoratori hanno continuato a svolgere i propri lavori di verifica, di ispezione e di controllo sulla produzione e sui consumi, con la professionalità che da sempre li contraddistingue. 

In questi anni, e soprattutto dal 1996 ad oggi l’Amministrazione ha chiesto sempre di più, ogni anno di più, ed i lavoratori hanno sempre risposto in modo positivo, con abnegazione, subendo notevoli perdite economiche, credendo fermamente che al termine delle trasformazioni e degli ammodernamenti in atto, ci potesse essere un giusto riconoscimento a quanti hanno dovuto sopportare l’onere delle ristrutturazioni. 

Cari lavoratori le scelte compiute dall’Agenzia dimostrano che ci siamo sbagliati. 

Al temine delle trasformazioni in atto forse non ci sarà più neppure l’Agenzia delle Dogane, dovremo lottare per difendere il posto di lavoro e non solo per richiedere adeguati aumenti stipendiali e l’adeguata classificazione del nostro lavoro con una migliore qualifica funzionale vedendoci riconosciuto il fondamentale diritto alla carriera. 

In merito al terzo punto della discussione, è stato argomentato diverse volte ed in tante sedi, l’atipicità delle funzioni svolte dagli UTF, in relazione ai controlli previsti dalle norme in vigore ed alla loro elevata professionalità e competenza, che è propria del personale degli UTF, acquisita in decenni di esperienza che non è stata mai riconosciuta dall’ Amministrazione. 

Ogni volta che si arrivava al dunque si iniziava una nuova trasformazione. Da Compartimento a Dipartimento, da Dipartimento ad Agenzia e da Agenzia a …….. 

In tutti questi anni i lavoratori hanno aspettato pazientemente, alcuni sono stati riqualificati a metà, altri, con la stessa anzianità, esperienza e competenza aspettano al palo, di altri si sono perse le tracce. 

Su questo punto si impegnano le Organizzazioni sindacali tutte, in ogni sede, a combattere anche per le ragioni di circa 2000 lavoratori degli UTF che fanno incassare allo Stato con il loro lavoro e con il loro impegno 70.000.000.000.000 settantamila miliardi di vecchie lire, oppure più semplicemente 35.000.000.000 trentacinque miliardi di Euro. 

La pazienza ha raggiunto il suo limite, bisogna ottenere per tutti quanto promesso con la nascita delle Agenzie e la stipula del contratto di agenzia deve essere sfruttata fino in fondo e sostenuta con ogni mezzo di lotta. 

In merito al quarto punto con l’ultima riduzione dei fondi per la retribuzione di servizio prolungato, l’Agenzia ha chiaramente dimostrato che in questo paese si possono disattendere le leggi europee e nazionali. 

Infatti senza i fondi per la RSP non possono rimanere aperti gli Uffici, quindi si contravviene ad un a norma comunitaria. 

Senza fondi non si possono più garantire l’evasione delle pratiche secondo i tempi dettati dalla Legge 241/90 e quindi si contravviene ad una norma nazionale. 

Gli UTF in particolare non potranno garantire lo svolgimento di tutti i servizi richiesti dai privati e quindi si contravviene a precisi doveri di servizio. 

Senza soldi non si potranno più effettuare le verifiche previste dalla Legge che detta precise scadenze nell’effettuazione dei controlli e quindi si contravverrà alla Legge Italiana. 

Tutto questo mostra come il concetto ragionieristico di risparmio sia stato applicato nel peggior modo possibile a solo danno dei lavoratori.

Per i lavoratori doganali lo straordinario o RSP che sia, in anni non lontani, è stato sempre imposto ai lavoratori con tutti i mezzi di pressione possibile. 

Alcuni anni fa il taglio dei fondi per lo straordinario significava un aumento del Fondo di amministrazione, oggi significa una pura e semplice perdita economica, con buona pace dello stipendio doganale europeo.

Per tutto quanto sopra detto i lavoratori dell’ UTF di Milano all’unanimità hanno dato mandato alle RSU ed alle Organizzazioni sindacali presenti di formalizzare la procedura dello stato di agitazione indetto dal personale con l’adozione delle seguenti iniziative: 

  1. Astensione da ogni prestazione di lavoro in servizio prolungato (prescindendo dalla dichiarazione trimestrale di disponibilità)
  2. La stretta osservanza delle procedure regolamentari nell’espletamento di tutti i servizi d’Istituto.

Inoltre, qualora non ci fossero centralmente segnali positivi di apertura alle istanze dei lavoratori, si riservano ulteriori e più incisive iniziative quali la possibilità di ritirare la disponibilità del proprio mezzo di trasporto per lo svolgimento dei servizi di istituto, svolgendo gli stessi solo con l’ausilio del trasporto pubblico di linea.

RSU/tutte                  firmato

CGIL                        firmato

CISL                         firmato

UIL                            firmato

SALFI                        firmato

CISAL                       firmato

RDB/CUB                 firmato