Come accaduto per i contratti già firmati (ministeri, 
                    parastato), anche per il comparto PCM si è avuta la stessa 
                    fretta di chiudere l’accordo (?), infatti alle ore 22 di 
                    ieri è stato siglato il rinnovo per il biennio 2004-2005.  
                    
                    RdB e 
                    USAE hanno ritenuto di non sottoscriverlo.
                    
                    
                    
                    Non abbiamo parole per definirne il contenuto: 
                    6 
                    articoli che stabiliscono l’ennesima 
                    fregatura per i 
                    lavoratori.
                    
                    
                    
                    Non ci aspettavamo incrementi salariali da capogiro consci 
                    che, per il Pubblico Impiego, erano già stabiliti con 
                    l’accordo del 27 maggio 2005.
                    
                    
                    
                    A regime dall’1/2/2005 (rapportato al parametro C1S) la 
                    favolosa cifra sarà pari a 113,49 euro lordi (netti circa 
                    65euro) di cui 99,46 sul tabellare e 14,03 sull’indennità.
                    
                    
                    
                    Si dovranno inoltre aggiungere circa 12 euro procapite che 
                    andranno ad integrazione del FUP (disponibilità 2006). Se 
                    rapportato alle tabelle del comparto Ministeri, l’incremento 
                    è praticamente uguale. 
                    
                    
                    
                    Infatti nei Ministeri un C1s percepisce la nuova 
                    retribuzione tabellare di 19.730,86 rispetto ad un C1s (F2) 
                    in PCM che ne percepisce di 19.730,92. 
                    
                    
                    
                    
                    0,06 centesimi in più!
                    
                    
                    
                    Nel contratto  precedente  la differenza di incremento è 
                    stata pari a ben 18,00 euro (da 109 a 127 euro).
                    
                    
                    
                    Ma purtroppo non è finita qui!
                    
                    
                    
                    La grande conquista è stata quella di ottenere anche lo 
                    stesso valore  stabilito per il buono pasto cioè 
                    
                    7,00 
                    euro, 
                    
                    la nota dolente
                    
                    
                    è che per i prossimi due anni non si potranno integrare 
                    ulteriormente, come facemmo con il contratto integrativo. 
                    Significherà che forse dovremo aspettare altri dieci anni 
                    per avere un nuovo aumento?
                    
                    
                    Ma gli 
                    aspetti che gridano 
                    vendetta, sono il naufragio delle proposte di 
                    “storicizzazione” dell’art. 18 e dell’abolizione della 
                    decurtazione dell’indennità in caso di malattia, elementi 
                    che avrebbero permesso di restituire una dignità a questo 
                    contratto visti i miseri “aumenti” stabiliti ed  avrebbero 
                    consentito di ravvisarne “la specificità” del comparto 
                    autonomo da quello dei ministeri.
                    
                    
                    
                    Un occasione perduta… 
                    
                    
                    
                    Oltretutto non si è rispettata la volontà del personale che 
                    si era espresso attraverso una petizione per la 
                    stabilizzazione dell’art. 18.
                    
                    
                    
                    Dovremo aspettare il prossimo contratto che, considerata 
                    l’attuale condizione politico-sociale, non lascia spazio a 
                    facili ottimismi. 
                    
                    
                    
                    Ora la parola passa ai colleghi che convocheremo in 
                    assemblea nei prossimi giorni, ove potranno esprimere un 
                    forte dissenso all’ipotesi d’accordo per impedire  la 
                    sottoscrizione definitiva.
                    
                    
                    
                    Roma, 26 gennaio 2006
                    
                    
                    
                    Coordinamento RdB/CUB - 
                    PCM