La “riallocazione (?)” del personale dell’ex IGED

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Il 6 marzo 2003, “finalmente”, l’amministrazione ha ottenuto le firme necessarie per archiviare la vertenza IGED.

Infatti, dopo l’ultimo incontro del 27 febbraio 2003 (leggi il nostro comunicato), nel quale la conta aritmetica non permetteva all’amministrazione il raggiungimento della maggioranza necessaria, questa volta, supinamente, la UIL e l’UGL hanno posto il loro assenso permettendo alla parte pubblica di “intascare” un pessimo accordo circa la “riallocazione” del personale svenduto.

Non ci soffermiamo più di tanto sulla pagliacciata di alcune sigle sindacali le quali, prima strombazzano e successivamente si prostrano (UIL), prima siglano, poi ci ripensano e il giorno dopo ri-siglano (UNSA) o di quelle (CISL) che rivestono in pieno i panni dell’amministrazione ma, vorremmo focalizzare, ancora una volta, il problema del deterioramento delle relazioni sindacali ormai cronicizzato.

Tutta la vertenza si è basata su una proposta redatta dall’amministrazione sulla quale nessun contributo non solo non è stato preso in considerazione ma neppure gli è stato dato la dovuta e corretta attenzione. Solo una prassi formale da evadere al più presto. D’altra parte, l’atteggiamento, conclusosi con l’abbandono del tavolo da parte del capo della delegazione di parte pubblica, è significativo di quanto sopra detto.

Nel merito “l’accordo truffa” (visionabile sul nostro sito web www.rdbtesoro.it) prevede null’altro che la piena e totale gestione della collocazione del personale nelle mani dell’amministrazione senza alcuna garanzia e criteri trasparenti.

La soppressione dell’IGED, è stato un atto unilaterale che ha svenduto un intero settore della nostra amministrazione appaltandolo a privati, espellendo centinaia di colleghi mortificandone la professionalità acquista in anni di onesto impegno.

La politica di privatizzazione ed esternalizzazione è sempre più feroce. Come O.S. ci siamo sempre opposti a questi processi che non hanno nulla di concreto se non quello di favorire l’impresa, a scapito dell’utenza e dei lavoratori.

Quelle OO.SS. che accettano questi processi senza condannarli apertamente e siglano questi accordi sono responsabili, alla pari dell’amministrazione, degli arretramenti dei diritti e delle tutele dei lavoratori.

E’ ben chiaro che la forte ristrutturazione dell’intera Pubblica Amministrazione, per opera del Governo, pone allo scoperto migliaia di lavoratori statali che, dall’oggi al domani, si ritroveranno, per adesso, in mobilità e successivamente espulsi dai processi lavorativi.

Si rende necessario, pertanto, la crescita di un movimento compatto di opposizione a queste politiche liberiste che attaccano i diritti e le tutele del mondo del lavoro, smantellando contemporaneamente, l’impianto solidale della nostra società.

La RdB, da sempre, è impegnata ad opporsi a questa politica di qualunque colore essa sia.

Roma 14.3.2003